(unknown charset) Re: La buona fisica...
Paolo Cavallo ha scritto:
> Non so se colgo davvero il punto di questo discorso, ma mi sembra di
> provare qualcosa di simile quando discuto con i miei studenti le
> previsioni della relativita', o quando sfioro questioni come la
> previsione di Dirac del positrone o quella di Pauli del neutrino.
> Un fisico teorico, armato soltanto di immaginazione e rigore, mette
> gli occhi nel buio pesto e indovina l'imprevedibile.
> ...
> L'esempio di Nettuno e' prezioso anche perche' e' un esempio legato
> alla fisica newtoniana, mentre tutti quelli che vengono in mente a
> me sono nella fisica moderna, cioe' in quella parte della fisica
> dove e' ancora facile vedere la costruzione non finita, gli
> accidenti della storia.
Io ci vedo un'altra differenza.
Nel caso di Nettuno non stiamo parlando di una teoria "in fieri", ma di
una teoria gia' ben formata, che doveva solo essere messa all'opera.
Percio' si puo' parlare in senso stretto di "capacita' predittiva" della
teoria.
Tra gli esempi che fai, la relativita' e' abbastanza vicina, ma gli
altri sono un po' diversi.
Nel caso di Dirac, la previsione era in realta' abbastanza incerta:
l'interpretazione della teoria (degli stati a energia negativa) era
ancora in discussione, mentre una comprensione piu' completa avrebbe
richiesto la seconda quantizzazione. Quindi la scoperta sperimentale ha
in realta' aiutato a indirizzare la teoria verso una certa
interpretazione.
Il caso del neutrino e' ancora diverso: qui non si puo' parlare di una
teoria esistente; si trattava solo di fidarsi dei principi di
conservazione, e di "inventare" un "anello mancante". Visto che nel
decadimento beta non torna lo spin, che lo spettro di energia degli
elettroni e' continuo (cosa incompatibile con un decadimento a due
corpi) per salvare le leggi di conservazione bisogna immaginare che ci
sia qualcosa d'altro, di mai visto e difficilmente visibile: il neutrino
appunto.
A pensarci bene, il caso del neutrino somiglia a quello di Nettuno, se
al posto della gravitazione ci metti i principi di conservazione, che
pero' non chiamerei una "teoria". E non puoi dire che ci sia stata una
*previsione* di una teoria; al contrario, e' stato un fatto osservato
che ha costretto a ipotizzare una nuova particella.
Tu mi potrai obiettare che anche nel caso di Nettuno c'e' un analogo
"fatto osservato": la perturbazione inspiegata di Urano... Si' il
parallelo regge abbastanza, ma continua a mancarmi "la teoria".
Comunque il vantaggio didattico di Nettuno e' che si ragiona su cose
classiche, macroscopiche, dove non si sovrappongono all'evento di cui si
vuole parlare le difficolta' interpretative tipiche della fisica del
'900.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Fri Mar 15 2002 - 20:48:02 CET
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