Re: Parlare di Fisica in italiano (era Re: Orbita circolare nello spazio 3D)
On 10/28/10 12:52 AM, MarRraS wrote:
> Ti faccio un esempio pratico, sotto.
>
...
...
> Io uso "modellare" (anzi di solito "modellizzare") riferendomi alla
> concezione teorica e costruzione pratica del modello, in maniera
> generale (cio� in riferimento ai presupposti fisici prima ancora che
> ai dati).
Modellizzare non � previsto sulla mia edizione del Devoto-Oli. Forse ci
sar� in una successiva.
A "orecchio" per� la variante modellizzare mi suona solo, come scrivi
tu, "far modelli". Invece modellare ha un significato diretto legato
all' adattare ad una forma, il che calza benissimo con gran parte del
significato di "to fit" (e anche il verbo "calza" non l' ho scelto a
caso ;-) )
>
> Il fit � poi la procedura tecnica che entra in gioco per *adattare*
> (appunto) quantitativamente il modello alle osservazioni. Ma non in
> senso generico: se dico "fit" mi riferisco a una serie di possibili
> tecniche (maximum likelihood, minimi quadrati, gradient search, grid
> scan) spesso legate ad un processo di ottimizzazione.
Tutte cose che, nel *mio* bagaglio semantico possono anche finire
sottoil cappello di "tecniche per interpolazione generalizzata".
> Ti faccio un esempio.
> Problema: voglio misurare l'energia di un protone che incide una
> targhetta.
Interessante: sempre il mio Devoto-Oli riporta incidere transitivo nel
senso di intagliare. Evidentemente questo spiega la "targhetta": il
protone ci scrive sopra :-)
Nel senso di "caderci sopra" si usa in forma intransitiva (incidere su).
> So che le particelle cariche perdono energia per ionizzazione, e so
> che posso misurare questa perdita.
...
> Attraverso un *fit* sui dati, stimo l'energia iniziale delle
> particella.
> Se, viceversa, l'energia iniziale fosse nota ma non la carica, allora
> potrei eseguire un *fit* sui dati per stimare la carica.
> Se invece, sia energia che carica sono note (cio� conosco tutti i dati
> del problema), posso comunque usare le misure per calibrare la
> risposta del mio strumento di misura, dal momento che nel mio modello
> entrano in gioco varie *approssimazioni* (che so, la mia descrizione
> della targhetta). In questo caso parlerei di *tuning* (sintonizzazione
> di parametri non del tutto ignoti).
>
> In questo esempio, tradurresti "fit" con interpolazione? O con
> approssimazione? O con "modellazione"?
Ti passo i mio miglior sforzo nel tempo limite di 5 minuti (ma per una
vera traduzione ci spenderei qualche ora).
Descrivendo [o anche modellando] i dati mediante la formula XY, stimo...
Se, viceversa, l'energia iniziale fosse nota ma non la carica, allora
potrei approssimare i dati mediante la formula XY per stimare la carica.
Se invece, sia energia che carica sono note (cio� conosco tutti i dati
del problema), posso comunque usare le misure per calibrare la
risposta del mio strumento di misura, dal momento che nel mio modello
entrano in gioco varie *approssimazioni* (che so, la mia descrizione
del *campione*). In questo caso parlerei di raffinamento (dei valori di
parametri non del tutto ignoti).
Vedi uno stralgimento del senso dell periodo originale ? Ce lo vede
qualcun altro ?
Vorrei finire con due osservazioni:
1. tutto questo non penso che possa modificare il gergo di una comunit�
tecnica. E quindi continuer� tranquillamente a sobbalzare a seminari
in cui si nominano targhette, continuando a comprendere di cosa si sta
parlando. Per� troverei oltremodo triste che al di fuori della stretta
cerchia degli addetti ai lavori non ci fosse modo di "parlare italiano".
Naturalmente con tutte le eccezioni ragionevoli (cui avevo accennato nel
mio primo intervento in questa discussione). E questo lo vedo
particolarmente importante nella scuola.
Se un giovane si laurea in fisica convinto che non esistono traduzioni
per scattering, fit, flip, tilt, target cosa potr� mai insegnare se
neanche sospetta che ci sia un' alternativa ? E allora non ci sar�
nessuno scampo alle "mission", ai "competitors"," business plan",
"customer satisfaction" etc. etc.
2. Discussioni di questo probabilmente dimostrano come ci possono essere
divergenze culturali nell' ambito di una disciplina. Penso che gran
parte della differenza di opinioni tra di noi sia dovuta alle diverse
esperienze linguistiche *e tecniche* a cui siamo stati esposti.
Mi ricorda un' osservazione che lessi in un trattato di Andr� Martinet,
"Elementi di linguistica generale" , in cui l' autore, nato in Francia
nel 1908, osservava che la maggior parte dei parigini nati prima del
1920 avevano de diverse vocali per due quasi omofoni (patte e p�te),
mentre la maggior parte di quelli nati dopo il 1940 avevano un' unico
suono vocalico.
L' analogia che vedo � che probabilmente la mia storia di esperienze
tecniche e linguistiche, mi ha dato un bagaglio semantico, connesso
p.es. al termine interpolazione, che mi permette di considerarlo una
possibile traduzione di "fit". Probabilmente il tuo bagaglio ha
comportato una maggior circoscrizione del bacino semantico del termine e
quindi vedi inaccettbile la mia soluzione.
Su questo non ho nulla da aggiungere rispetto ale citazione che ti avevo
segnalato, che almeno dimostra che il mio punto di vista potr� forse
essere un po' datato (come per i francesi nati prima del 1920) ma non
isolato.
Giorgio
P.S. Io non sono nato prima del '20 ! :-)
Received on Thu Oct 28 2010 - 21:09:05 CEST
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