Re: Parlare (comunque) in italiano

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Fri, 29 Oct 2010 21:30:39 +0200

Tommaso Russo ha scritto:
> Ascoltavo proprio oggi una trasmissione alla radio (Radio3,
> ovviamente) in cui si faceva notare che l'italiano, con l'indiano (di
> Nuova Delhi), e' la lingua che ha subito meno variazioni negli ultimi
> 8 secoli, per cui noi riusciamo a leggere e *godere* (senza sforzi di
> traduzione) testi di Dante, Petrarca e Boccaccio sentendoli quasi
> nostri contemporanei:
'Nzomma... Non sono tanto convinto.
Non credo di aver mai letto prose di Dante o Petrarca, ma Boccaccio
anche nel "Decamerone" usa una costruzione della frase molto
latineggiante, che oggi e' piuttosto faticoso seguire.

Lo stesso Galileo, pur essendo di tre secoli posteriore, non e' cosi
facile da leggere.
Primo, per il lessico, che contiene diverse parole oggi scomparse.
(Per es. che cos'e' un "bolzone"?)
Secondo, perche' la sintassi della frase e' piuttosto "barocca", e
quindi a volte difficile da districare.
Ti faccio un esempio che ho usato piu' volte, perche mi piace molto
(il concetto che esprime):

"Confessando ingenuamente la mia incapacita', dico che non intendo di
questo vostro discorso altro che di quella piastra dorata; e se voi mi
concedete il parlar liberamente, ho grande opinione che voi ancora non
l'intendiate, ma abbiate imparate a mente quelle parole scritte da
qualcuno per desiderio di contraddire e mostrarsi piu' intelligente
dell'avversario, mostrarsi, pero', a quelli che, per apparir eglino
ancora intelligenti, applaudono a quello che e' non intendono, e
maggior concetto si formano delle persone secondo che da loro son
manco intese; e pur che lo scrittore stesso non sia (come molti ce ne
sono) di quelli che scrivono quel che non intendono, e che pero' non
s'intende quel che essi scrivono."

Quanti dei nostri studenti riuscirebbero a capire questo periodo a una
prima lettura? Eppure le parole sono tutte familiari, tolte "eglino".
"manco", "e'"; e se vogliamo il "pero'" col senso di "percio'".
    

-- 
Elio Fabri
Perche' tu devi pur sapere, aggiunse, mio ottimo Critone, che parlare
scorrettamente non solo e' cosa brutta per se medesima, ma anche fa
male all'anima.
Received on Fri Oct 29 2010 - 21:30:39 CEST

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