Re: Colori fondamentali in natura

From: Mino Saccone <mino.saccone_at_alephinfo.it>
Date: 19 Nov 2001 02:42:24 -0800

"Vale" <medelin_at_lombardiacom.it> wrote in message news:<3bf57041_at_news.cis.it>...
> Ho un dubbio.
> ho sempre dato per scontato che i tre colori fondamentali in natura
> siano:blu rosso verde
> con i quali si possono ottenere tutti gli altri colori.
> Da qualche parte leggo che in realt� � il giallo e non il verde un colore
> fondamentale, ed in effetti le stampanti spesso usano il giallo come
> inchiostro. In altri casi ho visto che si fa distinzione fra tricomia e
> quadricomia in cui si parla tranquillamente ora di tre colori ora di quattro
> colori fondamentali.
> Un volontario che faccia chiarezza sulla questione?
> grazie.

Premesse:

"in natura" i colori sono gli infiniti colori (frequenze lunghezze
d'onda) dello "spettro visibile" (da circa 0,3 (violetto) a circa 0,7
(rosso) micron)

La sensibilita' dell'occhio umano non e' selettiva alla
sovrapposisizione di due o piu' colori come e' invece l'orecchio per i
suoni. Se l'occhio umano vede una luce verde aggiunta a una luce rossa
la sensazione e' un giallo assai prossimo alla sensazione di giallo
che si ha percependo l'opportuna riga dello spettro la cui frequenza
nulla ha da spartire con quelle del rosso e del verde di cui sopra.


Cio' premesso per riprodurre la grande gamma di colori dello spettro
si usa combinare tra loro un numero ridotto di colori base. La
tavolozza dei pittori ne e' un esempio; su di essa si combinano in
tutte le proporzioni i colori fondamentali dei vari tubetti. In questo
caso i colori fondamentali possono essere svariate decine, i tubetti
appunto.

Sarebbe poco pratico, stampando un giornale avere svariate decine di
rulli per imprimere il colore, costruendo un video avere svariate
decine di punti di colore per ogni punto dello schermo svariate decine
di emulsioni su ogni pellicola fotografica e cosi' via.

Si e' visto che il minimo numero di colori base per riprodurre una
scena accettabile dall'occhio umano e' tre e, se la scelta e' oculata,
bastano se non si pretendono le altissime qualita' delle stampe d'arte
che sono fatte in esacromia o forse piu'.

Ora occorre distinguere tra due metodi alternativi di produrre la
sensazione del colore:

Metodo additivo: la luce risultante e' la somma di piu' luci
monocromatiche (p.es. il video a colori ha per ogni punto tre isole di
fosforo che producono la luce monocromatica che appare al nostro
occhio provenire da un unico punto) che la nostra retina "sommera'"

Metodo sottrattivo: la luce risultante e' cio' che resta di una luce
bianca che viene filtrata da assorbenti dei colori base (p.es. la
stampa su carta in cui la luce bianca incidente e riflessa arriva al
nostro occhio filtrata dagli inchiostri).

Nel metodo additivo i colori base piu' convenienti sono il verde il
rosso e il blu (usati nei video) detti anche RGB (dall'inglese Red
Green Blue)

Nel metodo sottrattivo i colori base piu' convenienti sono il giallo
il magenta (una specie di viola) e il cyan (una specie di blu
verdastro chiaro)(usati nella stampa) detti anche CMY (dall'inglese
Cyan Magenta Yellow)

Curiosita' additiva:
G+R = Y
R+B = M
B+G = C

Curiosita' sottrattiva: (detto W il bianco)
W-Y-M = R
W-M-C = B
W-C-Y = G

ovvero i colori base additivi sono grosso modo "complementari" dei
colori base sottrattivi.

Per quanto rigurda la quadricromia in particolare, essa si applica
alla stampa e aggiunge ai tre colori fondamentali (cyan magenta
giallo) il "nero testo" (detto anche key) con sigla dell'insieme CMYK.
Cio' perche' sarebbe poco pratico stampare il testo che si accompagna
a fotografie sulla stessa pagina come sovrapposizione di CMY; si
preferisce di gran lunga aggiungere il rullo del K in rotativa.
Received on Mon Nov 19 2001 - 11:42:24 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:34 CET