Re: Dipendenza dei cronometri dal campo gravitazionale.

From: M B <meb2043_at_iperbole.bologna.it>
Date: Sat, 20 Oct 2001 23:43:45 +0200

Scusatemi se mi intrometto e mi permetto di dissentire:

Elio Fabri wrote:

> Vaira ha scritto:
> > In capitoli successivi ho appreso che dove il potenziale gravitazionale �
> > maggiore gli orologi vanno pi� lenti, e che anche la stessa velocit� della
> > luce non � pi� una costante assoluta quando entra in gioco la curvatura
> > dello spaziotempo.
> Ecco fatto :)
> Ti avevo avvisato...
> Affermazioni come quelle che hai fatto le troverai in diversi libri, ma
> mi permetto di asserire che sono sbagliate.
> Volendo, con un po', di fatica, si puo' trovare un modo di rivalutarle,
> ma io resto del fermo parere che siano modi di presentare le cose fatti
> apposta per mettere fuori strada.
>
> a) Non c'e' nessun misterioso effetto della gravita' sugli orologi. E'
> solo il confronto a distanza fra orologi, che produce effetti "strani" a
> causa della curvatura.
> b) Come sopra: la vel. della luce e' sempre la stessa dovunque. Nessun
> laboratorio, in nessun punto del'universo, che misurasse la vel. della
> luce *coi suoi propri strumenti*, troverebbe altro che c.

Il tanto mitizzato dogma della costanza della velocit� della luce andrebbe
alquanto
ridimensionato in quanto banale conseguenza della convenzione sulla
sincronizzazione
di orologi distanti (effettuata appunto utilizzando segnali luminosi di cui
si presuppone la velocit� costante).
Per quanto riguarda i campi gravitazionali risulta sperimentalmente evidente
che la velocit� della luce deve rallentare dove il potenziale gravitazionale
� minore ( si consideri ad esempio l'effetto Shapiro che si manifesta nel
ritardo
dell' eco radar riflesso da Venere o Mercurio quando si trovano in congiunzione
superiore col Sole).
Nei campi gravitazionali rallentamento degli orologi e rallentamento della
velocit� della luce sono lo stesso fenomeno: per convincersi di questo
basta utilizzare ad un orologio costituito da due specchi paralleli a distanza
fissa con un raggio di luce che rimbalza avanti e indietro producendo un "tic"
ad ogni riflessione.

Il fatto di poter in ogni caso considerare un sistema di riferimento localmente
inerziale e in esso (previa una opportuna sincronizzazione degli orologi)
misurare sempre il valore c non consente nessuna deduzione sull' effettivo
valore della velocit� della luce.

Potendo regolare gli orologi potrei anche dimostrare di fare 100 metri
in 5 secondi netti!

Ciao,
            Massimo
Received on Sat Oct 20 2001 - 23:43:45 CEST

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