Ciao Vittorio,
> Ciao Antonello,
> grazie per la risposta,
prego, figurati.
> chiarisco anche io un paio di punti: quella che io definisco lagrangiana
> effettiva L, e' formalmente data dalla seguente espressione:
> lim_t\to\infty <i(0)|i(T)>=e^{i\intL}.(scusa il cattivo Latex,
> ma lo uso da poco)
> Dunque intendevamo la stessa cosa. I calcoli pero' non li ho mai fatti
> come
> li hai fatti tu, ma utilizzando un particolare metodo funzionale.
Quale metodo? Potresti illustrarlo in breve?
> Domanda: il salto sulla seconda superficie lo si fa per motivi "fisici",
> cioe' perche' si vuole che lo stato possa decadere, o c'e' qualche
> motivazione
> matematica a priori che mi sfugge per la quale bisogna farlo.
Mi sono spiegato male. Tu devi semplicemente calcolare un'integrale, no? Ora
puoi calcolarlo come vuoi, rimanendo sul primo foglio, andando anche sul
secondo o sul terzo (se c'�). Il fatto � che sul primo foglio, siccome
l'hamiltoniano � hermitiano, se ci sono poli isolati sono sull'asse reale e
non riesci ad estrarre il contributo esponenziale (che comunque c'�
nell'integrale in qualunque modo lo calcoli!) e per estrarlo in maniera
esplicita devi andare sul secondo foglio. Ovviamente ti vengono fuori altri
contributi dovuti al taglio che correggono l'esponenziale per tempi brevi
(tempo di Zeno) e tempi lunghi (decadimento di potenza).
> Lo chiedo perche' nella parte del messaggio che ho tagliato hai scritto
> "puoi andare" e non "devi andare".
Infatti, come ti ho detto, se sei molto bravo ti risolvi il tuo
bell'integrale sulla retta o nel primo foglio di Riemann, se lo sei un po'
di meno devi ricorrere ai trucchetti tipo andare sul secondo foglio a
cercare il polo (detta approssimazione di Weisskopf-Wigner) e le correzioni
del taglio. Ovviamente in qualunque modo tu risolvi l'integrale il risultato
� sempre lo stesso. Il sistema decade anche se non vai sul secondo foglio
per fare l'integrale.
> ...
> beh, qui per capirlo benino dovrei fare un po' di conti e non ho tempo,
> grazie
> comunque di avermi suggerito la strada.
> Curiosita': con quali modelli di interazione hai lavorato?
In questo campo ho lavorato su atomi a due e tre livelli interagenti col
campo e.m., sul modello di Lee e poi sull'interazione tra elettrone e fonone
nei cristalli.
Se vuoi delle referenze vai sul libro di Facchi e Pascazio (che ha citato
Marco Frasca poco fa) "La regola d'oro di Fermi" (Bibliopolis), ne � pieno.
> rileggendo lo scorso messaggio che ho scritto ho avuto l'impressione di
> sembrare un po' agressivo. Non era sicuramente mia intenzione.
> Purtroppo, a volte, sono un po' brusco e dovrei rileggere quello che
> scrivo 10 volte prima di mandarlo.
A me non � sembrato.
Ciao e a presto,
Antonello.
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Received on Wed Oct 03 2001 - 15:26:26 CEST