Vittorio Barone Adesi ha scritto:
> ...
> Penso che se non risponderai a queste domande non potranno che esserci
> fraintendimenti e non otterrai risposte che possano esserti utili.
Sostanzialmente concordo, tanto che stavo per rispondere: "dal punto di
vista fisico non posso dirti altro che questo: e' cosi' che vanno le
cose"...
Ma forse noi "che ne sappiamo di piu'" siamo in obbligo di spiegare
(anche se fare domande puo' essere un ottimo metodo, come ci ha
insegnato Socrate ;-) )
Suppongo che Marco sia sconcertato dal fatto che dall'urto di due
particelle leggere (elettrone e positrone) ne possano emergere altre
piu' peanti, come i pioni. E anche dal fatto che nella sua idea
intuitiva da un urto puo' venir fuori solo quello che "gia' c'e'"; le
cose si possono soltanto "rompere in pezzi".
Bene: questo e' cio' che accade nel nostro mondo macroscopico, sul quale
si forma la nostra intuizione. Nel mondo microscopico delle particelle
le cose vanno diversamente.
Prima di fare qualsiasi teoria, bisogna prendere atto dei fatti come
sono, e imparare a ragionarci sopra, per quanto antiintuitivo cio' possa
essere.
E' per questo che spesso mi scaglio contro la cosiddetta "divulgazione":
perche' pretende di evitare ai lettori la fatica di questo passo, e
cosi' non puo' che trarli in inganno pesantemente.
Del resto, queste cose sono gia' successe: come si puo' accettare che
esista un palla sospesa nel vuoto, che cose e persone stiano attaccate
alla superficie di questa palla, anche a testa in giu'?
Che cos'e' la misteriosa forza che fa girare l'ago di una bussola posto
vicino a un filo, quando nel filo passa corrente? Perche' gira a destra
piuttosto che a sinistra?
Con un po' di pazienza potrei trovare altri esempi, e forse a Marco
farebbe molto bene cercarli da solo, perche' sicuramente ne ha
incontrati...
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "Enrico Fermi" - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
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Received on Mon Sep 24 2001 - 10:14:26 CEST