marcofuics ha scritto:
> Non credo che questo evidenzi in maniera chiara o meno difficoltosa la
> presenza di una curvatura nello spazio.
Puoi avere l'opinione che vuoi sul "chiara" o "difficoltosa", ma
questo e' un modo giusto.
Quelli che proponi tu prima di essere errati sono incomprensibili.
> Non pensi che poi ti risulterebbe ancora piu' difficile entrare nel
> merito per chiarire la deviazione delle geodetiche (la classica
> equazione di Fermi) quando queste appartengono ad uno spazio curvo?
Non ho mai sentito nominare un'eq. di Fermi su questo argomento. Ma
non importa.
Non vedo nessunissima difficolta'.
Prendo un punto A; mi sposto da A in un qualche direzione di un tratto
x, e arrivo a un punto B.
A partire da A e da B traccio due geodetiche, che partano
perpendicolari ad AB e parallele tra loro.
Su ciascuna delle due geodetiche percorro un tratto s, arrivando adue
punti A' e B'.
Misuro la distanza x' tra A' e B'.
Studio x' come funzione di s: la derivata seconda mi definisce la
curvatura.
> Secondo me quello che dicevo io era piu' immediato...
Tanto poco immediato che io non sono assolutamente riuscito a capire
che cosa hai in mente.
> Stabilito il cammino minore per raggiungere 2 punti implica non averne
> piu' a disposizione ... ho esaurito i percorsi possibili <<del mio
> spazio>>. Se noto che qualcuno arriva "prima" di me, cosa mi deve far
> pensare?
Ma che stai dicendo?
Questo qualcuno si muoverebbe in un altro spazio?
Non hai capito che tutte queste nozioni (metrica, geodetica, curvatura)
sono *intrinseche*, ossia non richiedono di pensare il tuo spazio
immerso in qualcos'altro?
Te l'ha gia' detto Valter.
--
Elio Fabri
Received on Tue Sep 28 2010 - 21:31:52 CEST