enzo <v.barcellona_at_libbero.it> wrote in message
K5PY6.8258$8R5.182239_at_news.infostrada.it...
> Salve, mi chiamo Vincenzo.
> E' da quando ho finito di studiare che volevo fare questa domanda ad
un
> Fisico (l'ho provata a fare al mio insegnante di Fisica 2 e nel corso
della
> discussione mi ha specificato che il Big-Bang non era un
esplosione -caspita
> non sono cosi' ignorante, spero- ma che era un espansione... vabe', vengo
al
> dunque). La mia domanda � questa:
> in uno spazio monodimensionale aperto(confrontabile ad una linea), ma
anche
> chiuso (un cerchio) che relazione ci sarebbe tra lo Spazio e il Tempo?
> ma sopratutto, in uno spazio puntiforme (e' un concetto giusto? ha senso
> parlare di un'Universo puntiforme?) che senso avrebbe parlare di tempo (�
> palese che parlare di spazio non avrebbe senso, ma il tempo?)?
>
> Per dirla tutta (sicuramente avrete gia' parlato di questo argomento, ma
> sono nuovo...): nel nostro universo il tempo scorre perch� esiste lo
spazio
> o esiste lo spazio perche' c'e' il tempo? (non ve dubbio che se non
> esistesse il tempo lo spazio si ridurrebbe a molte singolarita' (non mi
> ricordo dove mi pare in geometria 1, si e' parlato di una spazio che
copriva
> una certa area diversa da vero, ma il cui integrale era nullo perch�
> composta da un numero infinito di singolarita'), -sto divagando, spero
> comunque che mi abbiate capito ;-)
>
> Spero che la mia domanda non risulti troppo astrusa, e che mi sia spiegato
> bene, e che qualcuno ci si dedichi un po'.
>
> Grazie
Ciao, Vincenzo. Ho deciso di dedicarti un po' di tempo.
Le tue domande mi stuzzicano "l'appetito", e ti rispondo con piacere.
Cercher�, se mi consenti, di mettere un po' d'ordine nelle tue
domande, a modo mio e tramite le risposte che chiedi.
Iniziamo a raffigurarci nella mente un oggetto puntiforme,
cio� a dire a zero dimensioni.
Adesso immaginiamo che quest'oggetto sia il risultato
di un altro oggetto che aveva una o pi� dimensioni
e che sviluppava Forza Gravitazionale.
Quest'ultimo si � collassato verso il proprio centro,
ed � diventato una Forza IperGravitazionale a intensit� infinita
(diversa dalla Forza Gravitazionale) e a diametro zero
che non possiamo non chiamare una "Singolarit�".
Tale Singolarit� deve NECESSARIAMENTE essere
immersa in un "qualcosa" che ne permetta un movimento
di espansione e di contrazione.
E questo "qualcosa" deve essere infinito.
Esso non � uno Spazio come noi lo intendiamo
(impregnato cio� da particelle, campi elettrici,
forza gravitazionale e tempo),
ma qualcosa di simile. Il suo nome di battesimo � "NULLA".
Una Singolarit� tipo percepisce solo s� stessa
(la sua medesima Forza Ipergravitazionale, cio�)
e il Nulla infinito ove � immersa.
Non potr� mai percepire n� il Tempo (pi� o meno lento),
n� lo Spazio brulicante di materia e forze varie. Anche se
tali cose costituiscono in verit� il suo "sviluppo":
l'espansione, cio�, "l'altra faccia della medaglia" di s� medesima.
Andiamo avanti, partendo dalle cose con meno elementi.
Supponiamo che una Singolarit� sia immersa
in un Nulla a zero dimensioni.
Ci� vuol dire che tale Singolarit� non potr� avere
possibilit� di espandersi; quindi esiste lei e solo lei.
Supponiamo ora una Singolarit� immersa
in un Nulla a una dimensione (es. la Larghezza).
Questa Singolarit� percepisce s� stessa e la dimensione larghezza.
Tale dimensione � per sua natura infinita.
Espandendosi former� un Universo a una dimensione
e a forma di linea (quando lunga non ha ora importanza),
nel quale Universo-linea il Tempo batter� i suoi rintocchi.
In tale Universo possono esistere solamente i "punti":
oggetti a zero dimensioni.
Questi possono "scorrere dentro" la linea,
avanti e indietro, ma non possono scavalcarsi.
Un Universo simile (oltre ad essere frutto della nostra fantasia)
sarebbe anche instabile: "evaporerebbe" col passare del tempo.
Poich� ha uno spazio aperto: l'energia delle "stelle puntiformi"
si disperderebbe dalle due estremit� di tale Universo-linea
(unica apertura possibile) in direzione del Nulla infinito.
La Natura allora escogita l'unico sistema possibile per sigillare
le due estremit� e chiudere lo Spazio:
inventa per necessit� un'altra dimensione successiva alla prima
e perpendicolare a questa: la Lunghezza.
Con questa prerogativa riesce ad avere un movimento in pi�,
e curva la linea fino a farla diventare un cerchio.
Adesso l'energia delle stelle puntiformi pu� circumnavigare
quando vuole tale Universo, ma non potr� mai sfuggire.
Immaginiamo adesso una Singolarit� immersa in un Nulla
a due dimensioni (larghezza e lunghezza).
Al solito tali dimensioni sono necessariamente infinite.
Espandendosi, tale Singolarit�, former� oltre al Tempo
un Universo piatto (quando grande non ha importanza),
come un foglio di quaderno, per� senza spessore,
diciamo quindi simile a un'ombra.
In questo tipo di Universo piatto e senza spessore
possono esistere solamente "esseri" bidimensionali,
come cerchietti, triangolini, quadratini e similari.
Ma anche tale Universo non � destinato a durare a lungo:
l'energia piatta delle stelle altrettanto piatte si disperder�
attraverso l'uscita del perimetro (unica scappatoia possibile)
in direzione del Nulla infinito. Anche in questo caso la Natura
sa quel che deve fare: inventa, sempre per necessit�, la
dimensione successiva e perpendicolare alle altre due: l'Altezza.
Ora la Natura ha la possibilit� di curvare il piano
e farlo diventare una sfera perfettamente chiusa e sigillata.
La superfice piatta di tale sfera (senza spessore tridimensionale)
costituisce lo spazio reale di tale Universo piatto.
L'energia delle stelle piatte pu� adesso circumnavigare
quanto vuole tale Universo-sfera senza mai poter sfuggire.
E' chiaro, caro Vincenzo, che le stelle piatte non percepiscono
per nulla la terza Dimensione, che � l'altezza, e che
costituisce sia l'interno che l'esterno della sfera-Universo ipotizzata,
e che fa parte di quel Nulla sconfinato.
Veniamo ora al caso reale che ci riguarda direttamente
(sono convinto che non ci sarebbe nemmeno bisogno di
raccontarlo, tanto mi pare ovvio e scontato).
La Singolarit� � immersa in un Nulla a tre dimensioni
(al solito tali dimensioni - larghezza, lunghezza e altezza
non hanno confini, sono cio� infinite).
L'espansione di questa Singolarit� former� un Universo
con la forma geometrica di una sfera piena di materia,
nella quale stelle e pianeti altrettanto sferici,
con esseri viventi e tridimensionali come noi percepiranno,
tra le altre cose, anche il Tempo.
Ma pure questo tipo di Universo non potrebbe sussistere
a lungo: l'energia delle stelle (elettroni, fotoni, neutrini
e particelle varie) uscirebbe dai confini della
sfera-Universo, disperdendosi nel Nulla infinito.
Ma la Natura che ha anche il sacro compito di consevare l'energia:
inventa cos�, sempre per necessit�, la dimensione successiva e
perpendicolare alle altre tre: la ??? (non ha ancora un nome).
Ora la Natura ha la possibilit� di "curvare" la sfera
e farla diventare un'Ipersfera (accontentiamoci di questo nome)
con una forma geometrica quadridimensionale (la nostra
mente tridimensionale non � in grado di visualizzarla).
La superfice tridimensionale di tale Ipersfera � costituita
dal nostro Spazio tridimensionale che chiamiamo Universo.
Prendiamo un'astronave e andiamo sempre in linea retta.
Dopo aver percorso diversi miliardi di anni luce di strada
ci ritroveremo allo stesso punto, o gi� di l�.
L'energia delle nostre stelle uscir� da queste alla velocit� della Luce ma
rimarr� come intrappolata nel loro e nostro Universo perfettamente
sigillato.
La Materia "volgare" (e quindi anche noi) fatta in tre dimensioni
non pu� percepire l'interno e l'esterno dell'Ipersfera
che costituisce la direzione della Quarta Dimensione dello Spazio,
e che � parte costituente del "Nulla".
Caro Vincenzo, per il momento accontentati di quanto sopra.
Se esagero in lunghezza il sig. Moderatore mi bolla il post.
Spero di aver seminato qualcosa e bene.
Ti saluto cordialmente.
Francesco Alf�
Stazione Astronomica di Vittoria-sud
contrada Cappellaris
Received on Wed Jun 27 2001 - 22:00:13 CEST
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