On 10 Set, 10:25, John Travolta Sardus <pired..._at_hotmail.com> wrote:
> On 10.09.10 04:15, Franco wrote:
>
> > On 9/9/2010 0:22, MIRKO-85 wrote:
> Dico dovrebbe perche' sebbene conosca alcuni lavori in cui si vede che
> le discontinuita' si propagano sempre a velocita' minori di c anche in
> sistemi in cui la velocita' di gruppo e' superluminale, mi sono
> dimenticato quale e' il comportamento dell'impulso al ricevitore quindi
> non ricordo se si continua a vedere l'arrivo di un impulso superluminale
> "ingannatore": ma se cosi' non fosse sarei piuttosto sorpreso!
So che gli esperimenti di Chao sono, insieme a qualcosa fatta da
Mendel fra i pochi che, andando a guardare all'aspetto genuinamente
quantistico della questione, evidenziano, in modo abbastanza diretto,
che se conduci l'esperimento come dici tu a volte il comportamento
imprevedibile "arriva" prima, a volte "arriva" dopo il tempo teorico
della propagazione della luce, in accordo con le adeguate, quanto
controverse, relazioni di indeterminazione fase/numero della
elettrodinamica quantistica e le conseute difficolt� di definire un
osservabile da associare alle misure di tempo, su questo filone si
possono trovare una quantit� di lavori sperimentali che considerano e
controllano anche altri ingredienti, inestricabilmente legati ad EPR,
di ogni sistema emettitore-misuratore.
Ad ogni modo quando si fanno le medie su grandi numeri le cose
tornano, in accordo con il principio di corrispondenza, ad essere
spiegate dalle equazioni di Maxwell ed in quel caso puoi costruire una
quantit� di accrocchi i cui esiti pi� o meno tutti si spiegano con
piccole varianti del tuo discorso. Non fanno eccezione gli esperimenti
di Nimtz Stalhofen che � anche un onesto prestigiatore, nel senso che
si � divertito a scivere una vulgata di due pagine delle sue
pubblicazioni in cui il trucco, pur se non spiegato, diventa davvero
spettacolare (ma il gioco non sconfina mai nella truffa perch� non ti
si contrabbanda la cosa come violazione della relativit�, pur se
citata un pochino ad effetto o ad uso di chi conosce bene la
questione, come fanno i buoni prestigiatori rivolgendosi con garbo
agli scettici).
http://arxiv.org/abs/0708.0681
La soluzione sperimentale � posta nella giusta luce ed � di meritevole
eleganza e semplicit� di illustrazione. Le chiacchiere intorno sono
pi� o meno vere ma esilmente collegabili con la sostanza della
questione. E' risaputo che l'equazione di Schroedinger non � causale e
non � relativistica, per quanto le onde evanescenti compaiano a buon
diritto anche nelle formulazioni relativistiche delle teoria
ondulatorie e nella Q.E.D., e la loro presenza nella teoria non
relativistica possa essere ricollegata effettivamente agli impulsi di
particelle virtuali della teoria relativistica, di cui l'equazione di
Schroedinger pu� essere pensata come un'approssimazione, ma tutto
questo, insieme ad essere concretamente utile, per le dette ragioni, a
fare i conti nella progettazione e poi nella predizione dell'esito
dell'esperimento fa un poco il gioco del prestigiatore che invita a
guardare il taschino mentre la carta sta uscendo dalla manica. Va
detto che quando si parla di fisica sperimentale le sensazioni vengono
prima dei discorsi e quindi pu� essere benissimo che il vero
prestigiatore sia in questo caso la natura, di cui lo sperimentatore �
rimasto soggiogato.
Di fatto la Q.E.D. ed i fotoni virtuali sono spesso citati un pochino
a sproposito per questi argomenti ed in questo nemmeno Nimtz Stalhofen
riescono ad esimersi, dato che l'esperimento di cui stanno parlando �
fatto tutto con l'uso di campi generati macroscopicamente (microonde)
il nesso con l'equazione di Schroedinger (eventualmente ricollegabile
con l'equazione del campo di fotodetezione negli esperimenti
quantistici sulla luce) �, se non del tutto fuori luogo piuttosto
periferico e risulta sortire un poco ad effetto. Mi sembra di
ricordare di Ranfagni e Mugnai, che anche loro fanno esperimenti con
le microonde, che non scomodano mai, negli articoli scientifici, il
bench� minimo costrutto che abbia solo il sapore di qualcosa di non
classico, per quanto anche loro sembrassero soggiogati da un certo
fascino della sensazione suscitato da un esperimento ben costruito e
si prodigassero a razionalizzarlo a suon di equazioni.
> In rete si puo' cercare "slow and fast light". Un articolo leggibile a
> proposito e' poi
>
> www.phy.duke.edu/research/photon/qelectron/pubs/PhotonicsSpectraFastL...
Received on Thu Sep 16 2010 - 02:09:19 CEST