Re: Elettronica e MQ

From: Enrico Smargiassi <esmargia_at_ts.infn.it>
Date: Tue, 15 May 2001 12:01:37 +0000 (UTC)

Un anonimo studente, tramite Mauro d'Uffizi, wrote:

> Mi risulta che il funzionamento di tale giunzione [p-n]
> sia spiegato mediante due correnti:
[...]
> Non vedo cosa possa entrarci con tutto cio' la MQ, a
> meno che non si riferisca alla teoria delle
> bande di conduzione.

Mica solo a quella. C'e' anche la distribuzione di Fermi-Dirac,
la connessione tra impurezze e droganti, ecc.. Tutte cose che
non si riescono a capire, anzi nemmeno ad immaginare, senza la MQ.

Il concetto stesso di "buca" (in elettronica questo termine indica
 un livello energetico vuoto che si comporta come una carica
positiva) e' incomprensibile in meccanica classica, e senza di esso
l transistor probabilmente non ci saremmo mai arrivati. Infatti il
gruppo della Bell arrivo' ad inventare il transistor a contatti
proprio perche' aveva capito il ruolo delle buche nella conduzione,
mentre i concorrenti brancolavano nel buio. Il transistor tripolare,
quello tradizionale, venne esplicitamente progettato da Shockley
pensando alla dinamica delle buche.

Quindi la connessione e' stretta: niente MQ -> niente concetto di
buca (e di tante altre cose) -> niente elettronica a stato solido
-> niente computer. Non e' un caso se il summenzionato gruppo della
Bell era costituito da fisici con un solido background in MQ. Uno di
essi, Bardeen, anni dopo vinse un secondo Nobel (l'unica persona a
vincerne due in fisica) per la teoria della superconduttivita'.

D'altronde basta pensare che raddrizzatori a cristallo erano noti fin
dalla fine dell' '800: per esempio la galena delle radio omonime. Ma
siccome non si capiva il loro meccanismo di funzionamento non ebbero
praticamente alcuna evoluzione e rimasero inaffidabili ed
irriproducibili come quando erano stati scoperti. Tanto che furono
rimpiazzati dai tubi a vuoto, nonostante questi ultimi fosero piu'
pesanti, ingombranti e costosi. Negli anni '30, dopo che la MQ comincio'
ad essere applicata allo stato solido, questi dispositivi vennero
letteralmente rispolverati dagli scaffali e la loro evoluzione in pochi
anni condusse prima ai raddrizzatori per radar (si era in tempo di
guerra) e poi al transistor.

Gianni Comoretto> uno puo' cavarsela con una teoria semplificata,
Gianni Comoretto> in cui la MQ e' "incapsulata" in una teoria di
Gianni Comoretto> alto livello

> ....certo certo, come no...

Gianni ha, naturalmente, del tutto ragione: la teoria delle bande
e' un esempio eloquente. Il commento qui sopra indica come molti studenti
imparino le cose senza rendersi conto di cosa ci sta sotto. Di per se'
non e' necessariamente un male - non c'e' bisogno di saper tutto - ma
bisognerebbe rendersi conto che sotto *c'e' qualcosa*, prima di tagliare
giudizi.

> anche nei transistor a MOS, non mi risulta che abbia dovuto sapere
> qualcosa di MQ per comprenderli, studiarli, usarli.

Certo che se i transistor ci fossero piovuti dal cielo con tanto di
libretto d'istruzioni allora, forse, non avremmo avuto bisogno della MQ.
Ma abbiamo dovuto inventarli.

> Se poi su vuole discutere peregrinamente di come tutto cio' c'entri
> con una teoria che peraltro reputo molto azzardata [...]

Indubbiamente discutere di MQ sulla base delle conoscenze di qualche
esame di ingegneria e' piuttosto peregrino. Spero che Mr. Unknown Student
abbia delle basi piu' solide di queste per consioderare azzardata una
teoria di enorme successo. Sara' mica una vittima di Cassani?

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Enrico Smargiassi
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Received on Tue May 15 2001 - 14:01:37 CEST

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