Elio Fabri ha scritto:
> Secondo me non sono affatto cosi' grossolane e semplicistiche: l'aspetto
> essenziale e' assolutamente preciso.
Concordo appieno; anche se gli schemi sono sovente semplificati e
forzatamente non in scala, non mi pare che si tratti di un aspetto
essenziale.
Al limite avrei preferito qualche approfondimento ulteriore (magari
nelle note a pie' di pagina), ma, ripeto, non era nello spirito del
libro.
> Se c'e' un difetto in QED, sta nell'aver creduto che un pubblico
> generico potesse seguire ragionamenti del genere, che invece riescono
> ostici anche a molti laureati in fisica, in quanto sono abituati ai
> formalismi e non sanno ritradurre a quel modo cio' che dovrebbero
> sapere.
Difetto secondo me veniale in quanto un pubblico "generico ma di
estrazione scientifica" puo' seguire senza troppi problemi i suoi
ragionamenti (d'altra parte se vado a vedere Feynman qualche
interesse debbo averlo!).
L'unico neo che ho trovato e' l'immagine degli orologi che non
risulta cosi' intuitiva come il resto delle sue spiegazioni, ma
anche qui Feynman ripete piu' volte che non ha mai capito perche' la
natura funzioni cosi' (e come lui nessun altro!).
Condivido inoltre la sua scelta di evitare di parlare di campi o
quant'altro di oscillatorio si possa immaginare per non rischiare
fraintendimenti con l'elettromagnetismo classico (Maxwelliano) per
cui non so come si possano tradurre meglio gli "orologi rotanti"
Ciao,
Daniele.
Received on Wed Apr 25 2001 - 19:08:36 CEST
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