Re: Interpretazione Principio Antropico

From: Vend <vend82_at_virgilio.it>
Date: Tue, 31 Aug 2010 15:52:35 -0700 (PDT)

On 26 Ago, 11:13, watanabe <noem..._at_noemail.no> wrote:
> salve,
> nei libri divulgativi su tematiche scientifiche, si incorre spesso nel
> "principio antropico", vorrei sapere, secondo l'opinione di qualcuno
> "del mestiere" qual e' l'interpretazione-formulazione corretta:
>
> 1) Le costanti della fisica, hanno esattamente i valori necessari perch�
> la vita, sia possibile. Quindi lo scopo dell'Universo � la vita.
> Quindi non sono state -scelte- a caso.
>
> 2) Le costanti della fisica, hanno questi valori indipendentemente dalla
> presenza della vita, la presenza della vita � - una loro conseguenza -
> marginale, �a noi sembrano - eccezionali - solo perch� consideriamo la
> vita eccezionale.

Non sono del mestiere ma provo a dire la mia:
Non esiste una formulazione univoca del principio antropico: entrambe
le posizioni citate da te sono state sostenute da diverse persone,
oltre ad altre posizioni.

L'unico punto su cui sembra esserci accordo � l'osservazione che se le
costanti fisiche avessero valori leggermente diversi la vita *per come
la conosciamo* sarebbe impossibile. A questo fatto sono state date
diverse interpretazioni:

L'interpretazione 1) �, appunto, creazionista. Si basa su l'assunzione
implicita che le costanti avrebbero potuto essere scelte
arbitrariamente da un insieme molto grande (magari infinito) di
valori, e la deduzione che il fatto che abbiano proprio i valori
necessari alla nostra presenza implichi che siano state scelte
intenzionalmente da un creatore intelligente che intendeva creare gli
esseri umani.

Sia l'assunzione implicita che la deduzione sono errate:
- Prima di tutto, come � gi� stato fatto notare da Fabri, non � detto
che sia lecito assumere che le costanti avrebbero potuto essere scelte
da un insieme grande. Infatti, potrebbe anche essere che non sia
possibile alcun altro valore, a meno di non modificare radicalmente le
leggi fisiche.
- Secondo, la vita, intesa genericamente come un fenomeno di
autoreplicazione della configurazione di particolari sistemi fisici,
potrebbe essere una propriet� emergente di un gran numero di sistemi
dotati di una dinamica sufficientemente complessa. Anche se la vita
*per come la conosciamo* richiede particolari valori delle costanti
fisiche, universi con costanti diverse, anche se privi di pianeti,
stelle, o persino di atomi, potrebbero ospitare forme di vita
completamente differenti dalla vita che conosciamo.
- Terzo, anche se la vita *per come la conosciamo* fosse l'unica forma
di vita possibile, e le costanti fisiche fossero effettivamente state
scelte da un insieme enorme, non saremmo comunque autorizzati a
dedurre che ci sia niente di speciale nella scelta: anche vincere alla
lotteria � molto improbabile, eppure se vinciamo alla lotteria non
siamo autorizzati a dedurre che essa fosse truccata in nostro favore.

L'interpretazione 2) � opposta, e dice sostanzialmente che non c'�
niente di interessante nel principio antropico. Esso �, al pi�, una
vuota tautologia: tutte le leggi fisiche che scopriamo devono essere
compatibili con le osservazioni sperimentali. L'esistenza della vita
*per come la conosciamo* � un'osservazione sperimentale, dunque le
leggi della fisica, con le loro costanti, devono essere compatibili
con la vita.

Un'altra interpretazione, in voga tra i moderni "stringhisti", � che
esista un multiverso contente un gran numero (forse infinito) di
universi, ciascuno con una combinazione di valori delle costanti
fisiche diversa. Questa interpretazione serve a scusare il fatto che
in 40 anni la teoria delle stringhe non sia riuscita a calcolare il
valore di alcuna costante fisica, e anzi pare che rimanga
matematicamente consistente con valori scelti da un insieme enorme
(qualcosa come 10^500 possibili combinazioni di valori).
A mio avviso si tratta di una variante dell'ipotesi religiosa 1). Al
creatore intelligente � stato sostituito il multiverso delle infinite
possibilit�, ma si tratta ugualmente di un'entit� metafisica
inosservabile che non pu� avere alcun posto in una teoria scientifica.
Received on Wed Sep 01 2010 - 00:52:35 CEST

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