(wrong string) � cosmica?
Qualcuno puo' chiarirmi qualche atroce dubbio ..cosmico?
Ho letto che, nel febbraio 1998, gli astrofisici hanno misurato
un tasso di espansione dell'universo che, rispetto al precedente
concetto intuitivo (che fa pensare alle galassie che, sia pure in
allontanamento reciproco, tendano a ricollassare per gravita'),
dimostra invece che le galassie non rallentino il loro
allontanamento, invece lo accelerino col tempo!
Pertanto, e' stata ipotizzata una 'misteriosa' forza cosmica
di ANTIGRAVITA'... In pratica, si e' ripresa una vecchia idea
di Einstein (poi, che io sappia, rinnegata dallo stesso) di
una possibile "costante cosmologica" che, qualora positiva,
provocherebbe un'accelerazione dell'espansione cosmica
(al contrario se fosse negativa, costante infine se fosse nulla).
Inutile dire che si tratta, ora come allora, di una semplice
'ipotesi ad hoc' che ...non spiega un bel nulla!
Ho letto pure di ipotesi alternative, come di cariche residue
dello stesso segno fra galassie lontane, il che potrebbe
spiegare la repulsione con l'elettrostatica, ma cio' cozzerebbe,
a mio parere, col principio della conservazione della carica:
anche se ci fossero spiegazioni fisiche locali, su larga
scala la carica totale dovrebbe rimanere neutra.. o sbaglio?
Oppure ci potrebbero essere gruppi lontani di galassie di
materia e di antimateria (nella pura ipotesi che queste si
respingano invece di attrarsi...) ma qualcuno sa come sia
possibile riconoscere se sono fatte di antimateria?
Insomma, a parte le tante possibili (ma forse una piu' stravagante
dell'altra) 'spiegazioni' dell'antigravita' cosmica, quello
che non mi convince soprattutto e' quanto segue:
A) se e' vera la legge di Hubble v = H d (la velocita' reciproca
di allontanamento e' proporzionale alla distanza), allora
H=c/R* cioe' la velocita' della luce divisa per il raggio dello
universo (R* si intende 'relativo', come misurato ora e qui da
noi osservatori terrestri).
Infatti, al limite in cui d=R* allora verrebbe v=c (all'epoca
del big-bang). Da cio' deduco che, nel primo istante della
vita cosmica, la materia-energia 'esplodeva' alla velocita' c
della luce o comunque molto prossima a c. Poi avrebbe rallentato
per attrazione gravitazionale...
B) quanto piu' noi osserviamo lontano nello spazio, dato che
i segnali ci arrivano a velocita' c della luce, tanto piu'
stiamo osservando indietro nel tempo: pertanto, le galassie
piu' lontane sono anche le piu' vecchie quindi avevano velocita'
tendenti a quelle della luce, come detto al punto A). In realta'
quanto piu' guardiamo alla 'periferia' dell'universo osservabile
tanto piu', paradossalmente quasi, stiamo scrutando verso il
'centro', verso il 'punto del big-bang iniziale'. Se li' la
velocita' tende al limite a c, allora deduco che ai confini
dell'universo lontano vedremo galassie che sfuggono via a
velocita' sempre piu' elevate, finche', raggiungendosi c,
non sara' piu' possibile guardare piu' lontano (nello spazio
e nel tempo) proprio perche' si allontanano da noi alla
velocita' stessa della luce, quindi la loro luce non ci
potra' mai arrivare. Praticamente, ai 'confini' dell'osservabile
avremo strani oggetti che 'ci scapperanno' per sempre dal
raggio visivo...
Correggetemi per favore se sbaglio!
Qualcuno e' in grado di spiegare allora cos'e' questa bella
scoperta dell'accelerazione cosmica alle piu' grandi distanze?
Non sara', al contrario, un'accelerazione guardando indietro
nel tempo, dunque una decelerazione dal big-bang a oggi?
Era proprio necessaria l'ipotesi dell'antigravita' cosmica?
Cordiali saluti,
Attilio
Received on Fri Mar 16 2001 - 14:08:40 CET
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