Re: Due domande di elettrotecnica

From: maestrale1971 <maestrale1971_at_gmail.com>
Date: Sun, 5 Sep 2010 10:45:00 -0700 (PDT)

On 3 Set, 15:07, eryer <idkfaidkfaid..._at_gmail.com> wrote:

[...]

> >L'autoinduttanza consiste (detta in maniera grezza)
> >in una corrente che si genera [...]

L'autoinduttanza (o semplicemente induttanza) e' il rapporto tra il
flusso concatenato con l'induttore e la corrente che lo genera, ed e'
una costante sempre positiva.
Questo flusso, essendo generato dalla stessa corrente circolante
nell'induttore e non da una sorgente esterna, viene chiamato
*autoflusso*.
L'autoinduzione e' il fenomeno secondo cui una variazione
dell'autoflusso produce una tensione ai capi dell'induttore.

In formule si ha per definizione di induttanza L := phi(t)/i(t)

e poiche' deve valere la legge generale dell'induzione V = -dphi(t)/
dt, si ha appunto che V = - L di/dt.

Il segno negativo e' al solito convenzionale: si sarebbe potuto
scrivere V = dphi(t)/dt, semplicemente invertendo il riferimento con
cui viene assunta la tensione.

> Considero un induttore attraversato da una corrente costante: questo
> generer� �un campo magnetico variabile o costante?

phi(t) = L*i(t)

se i e' costante, il flusso (e quindi il campo magnetico) e'
ovviamente costante.

Se anziche' mantenere costante la corrente mantieni costante la
*tensione* (collegando un generatore di tensione), ottieni una
corrente, e quindi flusso, a rampa: i(t) = V*t/L.

Attenzione che stiamo considerando un induttore *magneticamente
isolato* da altri induttori; altrimenti occorre introdurre altri due
concetti: il mutuo flusso e la mutua induttanza.

--
M.
Received on Sun Sep 05 2010 - 19:45:00 CEST

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