Re: Interpretazione Principio Antropico

From: Giacomo \ <gwilbor_at_email.it>
Date: Mon, 6 Sep 2010 10:35:10 +0200

In data Thu, 26 Aug 2010 11:13:27 +0200, watanabe ha scritto:

> A me le due le due interpretazioni sembrano opposte e incociliabili, la
> prima spalanca la strada a interpretaioni creazionistiche o sbaglio? mi
> aiutate a capire?

Forse dico una cappellata, ma a me sembra che entrambe le spiegazioni
che hai riportato non abbiano molto a che fare col principio antropico.
Anzi, pi� le leggo e pi� mi sembra che si tratti delle due ipotesi
possibili nel caso *non* si voglia applicare il principio antropico
all'intero universo.

L'enunciato del principio antropico infatti dovrebbe essere: "Ci� che
sperimentiamo non � un campione casuale di tutto ci� che esiste, ma � un
sottoinsieme fortemente selezionato dal fatto che � compatibile con la
nostra esistenza".

Nel caso delle costanti fisiche, che si presuppongono universali, ed i
cui valori attuali sembrano essenziali per l'esistenza della vita,
L'applicazione del principio antropico non � pacifica, perch� ci induce
a pensare che esista dell'altro oltre all'universo, ovvero che esistano
tanti universi, ognuno con costanti fisiche diverse. Ma � lecita tale
ipotesi? Un fisico rigoroso si sente a disagio con questa spiegazione,
perch� alla fine dei conti � un'ipotesi ad hoc, introdotta solo per far
tornare le cose.

Il problema � che se non si accetta questa spiegazione, bisogna fare i
conti con le alternative, che sono appunto quelle che hai detto tu, e
che provo a riassumere cos�:

1) Le costanti universali non sono state frutto del caso, sono state
scelte apposta per farci esistere da un intelligenza creatrice.

2) Le costanti universali sono s� frutto del caso, ma abbiamo avuto un
culo (perdonate il francesismo) sfacciato ad esistere.

-- 
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.wordpress.com/
Received on Mon Sep 06 2010 - 10:35:10 CEST

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