Re: Scienza e Filosofia

From: Aanselm <aanselmb_at_gmail.com>
Date: Mon, 6 Sep 2010 11:12:13 +0000 (UTC)

dumbo:

> interessante? boh, a me sembra un articolo terribilmente
> confuso. L' autore non ha capito la conservazione dell'energia,
> confonde il fatto (dimostrato) dell'evoluzione con la teoria
> dell' evoluzione, perfettibile come qualunque teoria;
[...]

A parte la difficolta' di ragionare sulle citazioni del pensiero altrui,
a me pare, leggendo l'articolo, che Severino intenda criticare proprio il
"dimostrato" oltre che la perfettibilita' di una teoria. Infatti mette
in evidenza la contraddizione di Dawkins che vuole fornire prove
incontrovertibili e si riferisce anche alla dimostrabilita' matematica
che pero' non e', come e' noto, una conoscenza incontrovertibile
ma ipotetica.
La critica severiniana si rivolge contro l'ipoteticita' di principio
delle teorie che hanno abbandonato, a suo dire,
il vero terreno dell'incontrovertibilita'.
E si riferisce alla nota proprieta' che hanno i fatti sperimentali
nel non poter essere incontrovertibili,
l'esempio di Russell, battuta di spirito o meno che sia,
e' proprio un cenno di tale critica.
Secondo Severino, il pensiero occidentale,
compresa la tecnica e la scienza sperimentale,
continua a pensare che l'essere si annienti,
ad esempio,
nell'annichilazione tra elettrone e positrone si ha un fotone
ma le particelle iniziali sono annullate
e trasformate in qualcosa di diverso.
Un pezzo di carta che brucia, in quanto pezzo di carta, si annienta
e si trasforma in cenere e prodotti di combustione. L'essere
foglio-di-carta e' diventato cenere. Questo modo di interpretare i fenomeni
e' criticato da Severino perche', a suo dire, viola il principio di non
contraddizione che incontrovertibilmente stabilisce
che un essere in quanto e' non puo' mai diventare nulla e trasformarsi
in altro. Come lui interpreti il cambiamento che effettivamente si osserva
e' abbastanza complesso perche' propone una nuova struttura originaria
categoriale in base alla quale ogni essere, pur essendo eterno, entra ed esce
dal cerchio dell'apparire. Detto in modo semplice ma impreciso, la
realta' che osserviamo e' come se fosse la proiezione di una pellicola
in cui tutti gli esseri in essa rappresentati
sono congelati per l'eternita' e noi vediamo solo
l'apparire e lo scomparire dell'eternita'.
Con questa interpretazione noi attestiamo, tramite l'esperienza,
che l'elettrone e il positrone si *sottraggono* alla vista
e al loro posto subentra un fotone.
Noi vediamo che il foglio-di-carta, mano mano che brucia,
scompare e lascia il posto alla cenere. Proprio come se,
in ogni istante, ci fosse un fotogramma che rappresenti questi enti eterni
(la metafora e' dello stesso Severino, anche se probabilmente non l'ho
decritta per bene, ma in rete si trovano descrizioni piu' soddisfacenti).
Quanto sia consistente una tale argomentazione e' ancora materia di studio.

Ciao.

-- 
A
Received on Mon Sep 06 2010 - 13:12:13 CEST

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