Re: Due domande di elettrotecnica

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Tue, 07 Sep 2010 21:25:46 +0200

maestrale1971 ha scritto:
> L'autoinduttanza (o semplicemente induttanza) e' il rapporto tra il
> flusso concatenato con l'induttore e la corrente che lo genera, ed e'
> una costante sempre positiva.
> Questo flusso, essendo generato dalla stessa corrente circolante
> nell'induttore e non da una sorgente esterna, viene chiamato
> *autoflusso*.
> L'autoinduzione e' il fenomeno secondo cui una variazione
> dell'autoflusso produce una tensione ai capi dell'induttore.
E' curioso come non solo tu, ma in una larga pratica didattica, non
venga sottolineato che per poter parlare di flusso si deve avere una
superficie di cui il circuito e' il *contorno*.
Quindi il circuito *deve essere chiuso* e non puo' avere "capi".

(Mi ricordo di aver inguaiato alcune volte degli studenti, dopo averli
portati a riconoscere questo fatto, chiedendo: "Allora come e'
possibile che uno possa andare a comprare un'induttanza di tanti henry?
Quello che compra e' un componente con due terminali!")

Il fatto che il ciruito sia chiuso ha una conseguenza importante: non
si deve dire "produce una tensione ai capi dell'induttore" ma invece
"produce una forza elettromotrice" nel ciruito induttore.

> Il segno negativo e' al solito convenzionale: si sarebbe potuto
> scrivere V = dphi(t)/dt, semplicemente invertendo il riferimento con
> cui viene assunta la tensione.
Non e' affatto convenzionale: essendo una f.e.m., cioe' un integrale
di linea, deve essere fissato un verso, e questo *deve* coincidere col
verso positivo della corrente.

Se si tiene presente questo, il "mistero" dei segni sparisce.
Non ho ora tempo per dettagliare oltre.
         

-- 
Elio Fabri
Received on Tue Sep 07 2010 - 21:25:46 CEST

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