Re: NG di fisica NON moderato

From: the Volk <marchi_at_cibs15.sns.it>
Date: Sat, 27 Jan 2001 19:06:38 +0100

The Volk

On Fri, 26 Jan 2001, Elio Fabri wrote:

> Io ritengo che al tempo presente sia (purtroppo, se vuoi) molto alta. Ma
> ho anche sottolineato che lo e' sempre stata: Galileo conosceva
> perfettamente Aristotele, Tolomeo, Copernico. Einstein conosceva a
> menadito la fisica del suo tempo: non era quel dilettante che a molti
> farebbe piacere credere (cosi' salvano la speranza di poter essere dei
> secondi Einstein...).
> Heisenberg, Pauli, Dirac, non erano da meno.

Perfettamente daccordo sulle conoscenze di Einstein, ma non scordiamoci
che non e` mai stato una stella del politecnico di Zurigo... ovvero la
morale e` bisogna sapere bene la fisica per far bene la fisica ma non
essere dei geni appena nati, ne` tutti 30 all`universita`. ;-)

 
> Superstringhe: e' tutto da dimostrare
> a) che la si possa davvero chiamare teoria (dovremmo approfondire un po'
> i requisiti epistemologici per l'uso di tale termine)

Per favore vorrei spiegazioni al proposito. Senza dubbio l`epistemologia
prende una parte importante e sottovalutata in quella dottrina che e` la
scienza e non puo` far che bene una sana discussione in proposito.

> b) ammesso di chiamarla teoria, non mi pare che ne siano venute
> spiegazioni e verifiche chiare e indiscutibili di tutti i fatti noti, e
> in piu' di fatti che non si sa spiegare altrimenti.
> Ne siamo ben lontani ... chi vivra' vedra'.
> Quanto a sistemi complessi e caos deterministico, che sono cose ben
> diverse tra loro, sono ancor meno "teorie". Francamente, non so neppure
> cosa siano, quando ci si solleva dal livello divulgativo.
> Per la prima, non vedo molto di piu' che intuizioni e proposte circa
> nuovi approcci; ma risultati?
> Per la seconda, e' piu' che altro la riscoperta che molte eq. differ.
> (ma anche molte iterazioni discrete) hanno comportamenti assai piu'
> complicati di quanto ci si illudeva di credere in precedenza. Cio' ha
> portato senza dubbio a molte applicazioni utili, ma non ci vedo una
> "teoria" che rivoluzioni in qualche modo la fisica.
> Ma forse e' un mio difetto di conoscenza; se qualcuno mi smentisce...

Non posso ne` confermare ne` smentire caro Elio poiche` io difetto in
questi campi. Comunque, come darti torto?
Non sappiamo ancora come si fa una misura in meccanica quantistica, ovvero
come si passa da stati puri a miscele statistiche ed eccoci gia`
proiettati a manipolare concetti ultramatematici per tentare di salvarci
da quelle divergenze che ci rovinano la teoria del tutto. Risultati
interessanti ne sono usciti fuori, ma quanta poca fisica. Se vogliamo la
teoria e` una bellissima teoria matematica. Ma senza esperimenti....(vd
Popper)

> Invece temo che proprio questa accelerazione sia un fattore ritardante,
> per le ben note ragioni: concorrenza, "publish or perish", ricerca di
> finanziamenti, necessita' di risultati veloci, ecc.

Questo punto della tua mail a me sembra piu` che altro fondamentale.
Ho una filosofia personale: si fa fisica quando ci si diverte.
Quando Einstein nel famoso ufficio scriveva le sue equazioni non aveva
la fretta di pubblicare perche` dopo altrimenti non avrebbe potuto portare
nulla alla prossima conferenza.
Non doveva ripiegare su risultati a breve termine perche` se no non aveva
abbastanza articoli per il prossimo concorso. Egli ,credo fermamente che
si
divertisse nei suoi conti, anche se non ho mai letto affermazioni del
genere. Anzi una volta in una sua lettera ho visto un parere contrario:"
al politecnico mi avevano talmente riempito le giornate di problemi, che
per un anno non volli piu` sentir parlare di fisica." Per fortuna poi
cambio` parere. Ma tornando all`argomento, oggi la fisica e` diventata un
lavoro, con i ritmi ed i tempi che un lavoro richiede. MA una innovazione
non e` una cosa che si riesce a produrre come una macchinetta in un un tot
di tempo. Solo chi riesce ad avere molto tempo libero, molta passione, e
nessuna fretta puo` produrre qualcosa di simile a quello che fu prodotto
in quegli anni.
Ecco secondo me cosa manca. La consapevolezza che la ricerca e` UN
PATRIMONIO DELL`UMANITA`. Non e` un lavoro, non e` una risorsa da
sfruttare, non e` una cosa che serve a far soldi o altro o perlomeno come
tale non dev`essere pensata. Era perfettamente attendibile che con
l`aumento del benessere e quindi delle possibilita` di studio vi fossero
piu` progressi nella comprensione dei fenomeni fisici ovvero
nell`avanzamento verso l`unita` della visione del mondo (perche` questo
e` la fisica). Sembra che pero` ci siamo fermati oppure siamo rimasti
sommersi da valanghe di articoli in cui ognuno vuol dire la sua , per
quanto poco possa importare, lasciando nascosti magari sconosciuti
articoli dove si e` tentato di dare un impulso innovativo. Ma
in fondo piu` pubblichi e piu` sei importante, piu` le tue idee sono
importanti e piu` puoi mettere da parte chi ti contraddice o chi consideri
poco importante.
Conosco fisici dalle idee molto innovative in molti campi (non
necessariamente giuste ma da prendere in considerazione) ma messi nel
ridicolo solo perche` dicono cose che al baronato non stanno molto bene.
Se dunque facciamo un paragone con gli anni delle rivoluzioni scientifiche
ci rendiamo conto che le idee erano forse migliori poiche` i pochi che vi
si dedicavano erano liberi nella loro ricerca che assumevano come un
gioco nella loro vita.

> E nel modo d'insegnare? Pensi che questo stia andando nel verso giusto
> per favorire le scoperte?

Opinione personale le cose sembrano peggiorare forse. L`universita` e`
vista come il luogo di formazione del lavoro specializzato e allora addio
concetto di patrimonio dell`umanita` di cui parlavo.

Volevo con questa mail esprimere alcune opinioni in appoggio alla mail di
Elio e rinforzarle (se ci sono riuscito).
A voi le repliche.

the Volk
Received on Sat Jan 27 2001 - 19:06:38 CET

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