In article <3A6BEB93.BA987FD5_at_df.unipi.it>,
Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it> wrote:
> Evidentemente hai letto "La fisica di Star Trek"...
Si l'ho letto tempo fa.
> Comunque, credo che il punto sia la solita confusione su che cosa si
> propaga e che cosa s'intende per velocita'.
> Sotto sotto, credo che tutto dipenda dal fatto che chi non e' addentro
a
> questa materia, per quanto senta parlare di curvatura dello
> spazio-tempo, modelli di universo di vario tipo, ecc. ecc., nn riesce
a
> staccarsi dalla visione newtoniana, che costituisce il nostro "senso
> comune".
> Per il quale le cose si muovono nello spazio, ma questo e' li', sempre
> uguale a se stesso, come un reticolato invisibile, pieno di segni di
> riferimento rispetto al quale le cose si muovono piu' o meno veloci. E
> il tempo ... e' un'altra cosa, sta per conto suo ... scorre
indipendente
> da tutto, ecc. ecc.
Si � vero, posso comprendere i ragionamenti alla base della relativit�,
nel senso che seguendo i passi logici dico: si � giusto.
Per� a livello "viscerale" ed "intuitivo" non riesco ad assimiliarla.
Questo non solo per la relativita Einsteniana ma anche per quella
Gallileana.
Mi accorgo che � profondamente radicata in me l'idea che lo spazio �
"fermo" e gli oggetti si muovono in esso, ovvero che esiste un sistema
di riferimento assoluto, anche se a livello di ragionamento capisco che
tale sistema non esiste.
> Comunque, ecco un abbozzo di risposta.
> Le "piegature" dello spazio-tempo (concetto che andrebbe un po'
> discusso, ma ora lascio correre) non sono obbligate a propagarsi a
> velocita' infraluminali.
> Direi che non ha neppure un senso preciso dire che "si propagano".
Vabbe le piegature non si propagheranno, per� la cosidetta "bolla" di
spazio-tempo che contiene l'astronave o almeno l'astronave stessa si
"propaga" nel senso che prima era ad esempio sulla Terra e dopo su Alpha
Centauri.
E fra questo prima e dopo � trascorso un tempo che a quanto pare �
minore del tempo che ci impiega un fotone per andare dalla Terra ad
Alpha Centauri.
Ma tempo di chi? Forse il problema sta qui. Il tempo sar� il tempo
proprio dell'astronave, quindi non ha senso parlare di velocit�
dell'astronave facendo il rapporto fra la distanza fra i corpi celesti
in un sistema di riferimento che ipotizzo solidale con entrambi i corpi
e l'intervallo di tempo misurato nel sis di rif solidale con
l'astronave.
Per� rimane il fatto che se nel sistema di riferimento solidale con i
due corpi celesti partono nello stesso istante dalla Terra un fotone e
l'astronave, la seconda arriva prima su Alpha Centauri sempre nello
stesso sis. di rif. O no?
> Se le legge un fisico, dira' "vedo: sta alludendo a questo, sta
> accennando a quest'altro...". Ma se lo legge un'altra persona, che
cosa
> ne ricava?
Da quanto scrivi sembra che la matematica non sia pi� un ausilio alla
fisica ma che ormai sia impossibile fare fisica senza usare la
matematica.
Pensando al discorso delle interazione fondamentali che si pensa che ad
elevate energie si pensa che si fondino in una interazione sola mi �
venuta in mente un'idea divertente.
Forse la matematica (e la geometria) � distinta dalla fisica solo per un
grado basso di "conoscenza". Mentre ad alti livelli, come quelli che sta
ragiungendo la scienza, esse si fondono in un'unica cosa.
Saluti.
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Received on Tue Jan 23 2001 - 14:03:40 CET