(unknown charset) Re: NG di fisica NON moderato

From: (unknown charset) Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it>
Date: Thu, 18 Jan 2001 11:28:49 +0100

Arnaldo ha scritto:
> Sicuramente � improbabile^3 che un gruppo di futuri Nobel scrivano
> contemporaneamente su un NG, ma che fra le mille ipotesi "esotiche" vi sia
> un' idea innovativa e interessante, non lo scarterei a priori. A volte le
> buone idee vengono a persone che non hanno i mezzi tecnici per esplicitarle
> formalmente; Einstein stesso ha avuto bisogno di aiuto per formulare la RG
> (la sua prima pubblicazione in merito aveva due firme), la matematica da lui
> usata in precedenza non andava al di la di quella che si studia in un liceo.

Sempre modesti questi ragazzi: mai che si paragonassero a qualcosa di
meno di Einstein :-)
Poi il paragone che proponi e' del tutto falso storicamente. Si vede che
la storia della RG la conosci poco...
In primo luogo, non e' affatto vero che le conoscenze matematiche di E.
fosero quelle di un liceo. Stiamo parlando di un liceo di oltre un
secolo fa! Gia' oggi e' grasso che cola se uno studente di liceo sa fare
una derivata; figuriamoci alla fine dell'800.
Inoltre E. aveva gia' pubblicato lavori tutt'altro che banali anche dal
punto di vista matematico (per es. quello sul moto browniano). Direi che
sapeva di matematica quanta ne sapeva un buon fisico teorico del tempo.
Il "calcolo differenziale assoluto" di Ricci e Levi-Civita era allora la
frontiera della ricerca matematica, ed era ignorato dalla totalita' dei
fisici, non dal solo Einstein!

Secondo: prima del lavoro con Grossman, E. aveva gia' scritto molto
sulla RG: aveva ad es. capito il redshift gravitazionale e la
deflessione della luce (anche se non la sapeva calcolare esattamente).
Aveva capito che la gravita' doveva avere a che fare con la geometria
dello spazio-tempo.
Fu a quel punto che si accorse di non sapere la matematica necessaria
per trattare il problema; ma le idee fisiche erano gia' ben formate...

> Se si fosse trovato oggi a parlare della sua idea "RG", con i mezzi
> matematici che aveva allora e senza aver pubblicato niente in precedenza,
> probabilmente sarebbe stato considerato meno di zero.
Magnifico "condizionale controfattuale" come dicono i logici di scuola
anglosassone; da noi, con reminiscenze latinistiche, diremmo "periodo
ipotetico del terzo tipo" :-))
Come ho gia' detto, non e' vero che non avesse pubblicato niente in
precedenza.
Il problema non erano i mezzi matematici, che (come ho gia' detto) non
erano inferiori a quelli di qualsiasi fisico teorico del tempo.
Quello che tutti quelli come te non si vogliono mettere in testa, e' che
Einstein (tanto per fare il solito, stucchevole esempio) la fisica del
suo tempo la conosceva piu' che bene, ed era in grado di tener testa a
qualsiasi possibile avversario. Parlava il linguaggio di tutti i fisici;
leggeva e capiva quello che si pubblicava; aveva conoscenze sugli
esperimenti... Insomma, era un fisico di solida cultura.
Se non fosse stato cosi', stai tranquillo che non avrebbe creato ne' la
RR, ne' la RG, ne' avrebbe capito i fotoni, ecc. ecc.

Come ha scritto Enrico Smargiassi,
> ... e' molto difficile che le idee geniali
> vengano a chi non ha una conoscenza adeguata della materia.
Io sarei piu' radicale: lo ritengo impossibile.
Non ci sono "idee geniali" partorite nel vuoto: le idee geniali sono
sempre modi nuovi, originali, di reinterpretare cio' che molti altri
sapevano.
Ma bisogna prima di tutto "sapere" quello che e' lo stato presente della
conoscenza. Altrimenti si fanno solo fantasticherie senza senso.
Purtoppo esiste oggi l'altra faccia della medaglia: per mettersi in
condizioni di "sapere" come sopra, occorre un lungo apprendistato, che
rischia di condizionare talmente che non e' piu' capaci d'inventare, di
uscire dagli schemi costituiti.
Questo credo che lo sappiamo tutti (io almeno, ne sono cosciente da
quando ho la laurea). Ma qual e' la soluzione?

Dato che sono nel discorso, scrivo una cosa un po' eretica, ma tanto non
mi costa niente. Se guardate la lista dei Nobel per la fisica teorica,
credo che non ci siano state persone capaci di costruire qualcosa di
veramente nuovo dopo Heisenberg, Schroedinger, Dirac, ecc.
Il resto sono stati sviluppi, anche geniali, ma sempre nella stessa
direzione. Ho la netta sensazione che la fisica teorica si stia
annodando su se stessa. Ma ripeto: qual e' la soluzione? Certamente non
quella delle parole in liberta' che piacciono tanto ad alcuni :(
-- 
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Thu Jan 18 2001 - 11:28:49 CET

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