Caro Elio,
nel ringraziarti per la tua risposta, ti chiedo allora di aggiungere la
seguente piccola precisazione (tanto per mettere le cose ancora piu' in
chiaro):
ammettendo di avere un astronave dotata di fantastici motori (antimateria?
fusione fredda? non ci importa!) che le permettano di andare per sempre allo
stesso regime, mi confermi ancora che gli astronauti non sentirebbero MAI
una diminuzione di accelerazione, a qualsiasi vel relariva con la basa
(terra) da cui sono partiti?
E' pero' vero che l'accelerazione � la derivata della massa per la
velocit�, pi� la der della vel per la massa: � quindi vero che in qualche
modo per gli astronauti la loro massa rimane sempre la stessa? Questo ha a
che fare anche con la dilatazione dei tempi?
Altra piccola cosa: mi da ragione un'altra affermazione, la seguente. Se �
vero che con l'aumentare della velocit� diminuisce l'acc. relativa
all'interno dell'astronave, allora anche la massa dell'astronauta aumenta
insieme alla massa della navicella (dato che l'astronauta fa parte della
navicella stessa), e, dato che la massa muscolare si presume resti costante,
raggiunta una certa velocit� l'astronauta non riuscirebbe piu' a muovere i
propri arti (data l'eccessiva massa raggiunta)!
Giusto?
"Elio Fabri" <fabri_at_df.unipi.it> wrote in message
news:3A45B788.471968C3_at_df.unipi.it...
> Giuseppe Boscarato ha scritto:
> > Quello che 'vedono' gli abitanti dell'astronave non te lo so dire in
quanto
> > il loro modo di vedre il mondo deve essere considerato nell'ambito della
> > relativita' generale.
> No, la RG non c'entra (anche se e' una convinzione diffusa...)
> Vedi http://astr17pi.difi.unipi.it/~elio/divulgazione/relgem/relgem1.htm
>
> > Ti posso dire che sicuramente per velocita' non vicine a quella della
luce,
> > gli abitanti percepiranno una 'gravita' costante finche' i motori sono
> > accesi (e supposto che accelerino costantemente l'astronave).
> Per essere piu' precisi: supponiamo che i motori funzionino a regime
> costante.
> In queste condizioni nell'astronave viene *sempre* percepita una
> gravita' costante, *qualunque sia* la velocita' raggiunta. Qui ha
> perfettamente ragione Andrea:
> > Ma se tutto e' relativo... la vel dell'astronauta relativamente alla
terra
> > ha poco senso, no?
> Voglio dire che proprio il principio di relativita' mi assicura che la
> velocita' dell'astronave rispetto a un certo sistema di riferimento
> (inerziale) non puo' avere importanza in questo problema. Infatti posso
> sempre cambiare riferimento; al limite, prendere quello in cui
> momentaneamente l'astronave ha velocita' nulla.
>
> Aggiungo che il moto che si ottiene tenendo i motori accesi a regime
> costante (e supponendo trascurabile la massa espulsa) si chiama "moto
> iperbolico", perche' il suo grafico s-t, anziche' essere una parabola
> come sarebbe in meccanica newtoniana, e' un'iperbole.
> Quindi, *se visto da un riferimento inerziale fissato*, e' un moto la
> cui accelerazione diminuisce mentre la velocita' tende a c.
> --
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
> Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Wed Dec 27 2000 - 12:14:42 CET