(unknown charset) Re: ... accelerazione nei viaggi spaziali.

From: (unknown charset) Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it>
Date: Sun, 24 Dec 2000 09:44:56 +0100

Giuseppe Boscarato ha scritto:
> Quello che 'vedono' gli abitanti dell'astronave non te lo so dire in quanto
> il loro modo di vedre il mondo deve essere considerato nell'ambito della
> relativita' generale.
No, la RG non c'entra (anche se e' una convinzione diffusa...)
Vedi http://astr17pi.difi.unipi.it/~elio/divulgazione/relgem/relgem1.htm

> Ti posso dire che sicuramente per velocita' non vicine a quella della luce,
> gli abitanti percepiranno una 'gravita' costante finche' i motori sono
> accesi (e supposto che accelerino costantemente l'astronave).
Per essere piu' precisi: supponiamo che i motori funzionino a regime
costante.
In queste condizioni nell'astronave viene *sempre* percepita una
gravita' costante, *qualunque sia* la velocita' raggiunta. Qui ha
perfettamente ragione Andrea:
> Ma se tutto e' relativo... la vel dell'astronauta relativamente alla terra
> ha poco senso, no?
Voglio dire che proprio il principio di relativita' mi assicura che la
velocita' dell'astronave rispetto a un certo sistema di riferimento
(inerziale) non puo' avere importanza in questo problema. Infatti posso
sempre cambiare riferimento; al limite, prendere quello in cui
momentaneamente l'astronave ha velocita' nulla.

Aggiungo che il moto che si ottiene tenendo i motori accesi a regime
costante (e supponendo trascurabile la massa espulsa) si chiama "moto
iperbolico", perche' il suo grafico s-t, anziche' essere una parabola
come sarebbe in meccanica newtoniana, e' un'iperbole.
Quindi, *se visto da un riferimento inerziale fissato*, e' un moto la
cui accelerazione diminuisce mentre la velocita' tende a c.
-- 
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Sun Dec 24 2000 - 09:44:56 CET

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