Re: Come lo tradurreste?

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 1 Sep 2010 00:09:21 +0200

"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:8e543dFfgU5_at_mid.individual.net...

> Il fatto e' che a me, prima di pensare alla traduzione, crea un certo
> disturbo la frase italiana.
> Non mi e' chiaro che cosa hai in mente quando parli di "riferimento
> investito da un campo elettrico".

Dunque ... puo' darsi che "investito" non sia il verbo migliore in italiano.
Facciamo cosi', descrivo brevemente la situazione che porta alla frase
incriminata, cosi' eventualmente mi dai un parere anche sul verbo in
italiano.

La situazione e' questa:
si esegue lo stesso esperimento in due riferimenti diversi ottenendo lo
stesso risultato in entrambi.
L'esperimento coinvolge fra l'altro una pallina.
All'interno dei due riferimenti (inerziali) sono state eseguite esattamente
le stesse operazioni quindi non ci si stupisce del fatto che si ottengano
gli stessi risultati.

Ora si ripete un nuovo esperimento (e si ripete anche questo in entrambi i
riferimenti) che coincide con il precedente a parte per il fatto che
all'inizio si strofina la pallina (affinche' si carichi elettricamente).

Stavolta si ottengono risultati diversi nei due riferimenti.

Poiche' le operazioni eseguite nei due riferimenti sono assolutamente
identiche, e tutto cio' che e' presente nei due riferimenti e' identico
(tale identita' sussiste almeno fino a quando inizia l'esperimento), il
principio di relativita' prevede che si vada "la' fuori" a cercare le cause
della differenza fra gli esiti nei due riferimenti. Almeno lo prevede il PR
per come l'ho capito io, cioe' per come ritengo di averlo capito a seguito
dei tuoi insegnamenti.
In sostanza, il PR dice che si ottiene lo stesso esito se si esegue lo
stesso esperimento in due diversi riferimenti che siano sotto coperta. Se lo
stesso esperimento da' esiti diversi significa che almeno uno dei due
riferimenti non e' sotto coperta.

Nel nostro esempio c'e' evidentemente un campo elettrico esterno (generato
da cariche esterne, o, in generale, da fonti esterne ai riferimenti) che da'
effetti diversi nei due riferimenti.

Uso questo esempio per contestare la validita' del principio di relativita'
espresso nella forma usata da Einstein nel 1921 in "Il significato della
relativita'" (forma che comunque viene usata da tantissimi altri autori):

se K � un sistema inerziale, allora ogni altro sistema K' che, senza
ruotare, sia in moto uniforme rispetto a K, � anch'esso un sistema
inerziale; le leggi naturali hanno la stessa forma in tutti i sistemi
inerziali. Definiremo queste affermazioni "principio di relativit�
speciale".

La contestazione si fonda sul fatto che l'enunciato appena ricordato non
sottolinea la necessita' che K e K' siano sotto coperta.
A supporto della contestazione porto l'esempio ricordato sopra. Faccio
presente che sappiamo come si fa a mettere un riferimento "sotto coperta"
per il caso in esame, cioe' sappiamo come schermare un riferimento dai campi
elettrici esterni, ma se anche non lo sapessimo questo non costituirebbe
alcun problema per il PR (quello secondo me giusto, cioe' quello con il
"sotto coperta") il quale continuera' a dirci che i fenomeni che si svolgono
sotto coperta avranno sempre la stessa descrizione in tutti i riferimenti. E
qui arriva finalmente la frase incriminata:

Se anche non sapessimo come si fa per schermare un riferimento dai campi
elettrici esterni, e fossimo quindi costretti a descrivere i fenomeni
elettrici in maniera diversa in ogni riferimento (perch� diversi riferimenti
sono investiti da campi elettrici esterni in via di principio diversi l'uno
dall'altro), permarrebbe comunque il fatto che le leggi fisiche dei corpi
elettricamente scarichi sarebbero le stesse in ogni riferimento.

> Sospetto che qui si nasconda l'idea del rif. come "laboratorio". Se e'
> cosi' ti consiglierei una certa cautela, anche se sono responsabile di
> quell'idea.

eh si', e' proprio cosi'. E grazie per il consiglio di cautela. Me l'ero
posto il problema (dietro osservazione di Faetti) e avevo assunto che ci
fosse consenso unanime nella accezione che dai tu alla parola riferimento.
Visto che mi dici che tale consenso non e' unanime vorra' dire che dovro'
sottolinearlo un po' meglio il significato che do alla parola riferimento.

> Infatti:
> a) Per gran parte dei fisici l'identificazione
> "riferimento=laboratorio" non e' affatto ovvia o cosciente. Moltissimi
> invece intendono "rif." come sinonimo di terna cartesiana".
> b) In ogni caso un rif. anche nel "mio" significato spesso deve essere
> astrattamente esteso, magari fino a riempire l'intero spazio. Quindi
> come fa a essere "investito"?

Ahhh caspita !!! Ma nel tuo significato, come fa un riferimento a riempire
tutto lo spazio? Se R riempie tutto lo spazio diventa un riferimento inutile
in quanto non puo' esistere alcun R' dove ripetere gli esperimenti eseguiti
in R per vedere se si ottengono gli stessi risultati.
E comunque, si potra' anche astrattamente estendere un riferimento fino a
riempire tutto lo spazio, ma i riferimenti di cui parla il PR mi pare che
necessariamente non si possano intersecare (almeno non durante l'intervallo
di tempo in cui si eseguono gli esperimenti di cui parla il PR).
Preparare un certo esperimento in R significa eseguire delle operazioni in R
a seguito delle quali si mettera' qualcosa in un ben preciso stato. In via
di principio il "qualcosa" da preparare potrebbe estendersi anche a tutti i
punti di R.
Nel preparare lo stesso esperimento in R' non posso modificare alcunche' in
R (altrimenti non starei eseguendo lo stesso esperimento nei due
riferimenti), ma se R e R' si intersecano allora la preparazione
dell'esperimento in R' incasinera' la preparazione precedentemente avvenuta
in R.

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire) 
Received on Wed Sep 01 2010 - 00:09:21 CEST

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