Re: 3+2 anche in fisica? Ma con che qualita'??

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Mon, 18 Dec 2000 23:06:14 +0000

Ri-posto questo messaggio che deve essere andato perso da qualche parte
nei meandri della Rete.

CodeNinja wrote:

> Dal prossimo anno accademico (2001/2002) il 3+2 diventa obbligatorio anche
> per fisica, vero?

Vero. Tutti gli atenei dovrebbero approvare i loro regolamenti
didattici, dopo di che partiranno col 3+2. E questo varra' per tutti e
per tutti i corsi di laurea.

> Ma non capisco come sara' articolata l'offerta didattica...nel senso che, mi
> risulta, attualmente gli anni richiesti per laurearsi in fisica sono 4
> (anche se poi la media mi pare sia superiore...vero?).

La media e' arrivata attorno ai 7.5 anni !
L' offerta didattica avra' dei vincoli uniformi per tutti. Pero' all'
interno di questi c'e' spazio per variare le composizioni delle offerte
curricolari. P. es. puo' variare il mix tra fisica classica e moderna,
quanta matematica...
Di fatto, da quello che vedo in giro, non ci dovrebbero essere
fluttuazioni enormi. Comunque quasi dappertutto dovrebbero esserci gia'
dei regolamenti didattici in stato avanzato di definizione.
Volendo puoi cercare in rete o chiedere ai presidenti dei vari corsi di
studio per avere dettagli specifici su sedi particolari.

> Ma con questo 3 + 2...come si fa ad avere una laurea in fisica in *soli* 3
> anni? Come sara' modificata la didattica del corso di laure in fisica?
> Che qualita' avra' la didattica con tale riforma?

Queste sono le domande piu' importanti e a cui e' piu' difficile dare
una risposta chiara ed univoca. Di sicuro, l' operazione del 3+2 per
fisica significa pensare ad una professionalita' "di base" (i 3 anni
della laurea, attenzione, come denominazione NON e' un diploma)
sufficiente a soddisfare le richieste non specializzate del mondo del
lavoro (che esistono) e per preparare persone che vogliano innestare su
questa base specializzazioni specifiche di fisica (i vari "+2") o anche
in settori contigui (ingegneria, matematica,...).
Di sicuro a questa operazione di segmentazione si aggiunge una
definizione stretta
del carico di lavoro di studio complessivo.
Quest' ultimo aspetto ha lo scopo di impedire lo slittamento progressivo
dal 3+2 al ... 5+3. Va pero' detto che, rispetto alla prassi del
vecchio sistema ( corsi non limitati superiormente come contenuti e
tempo di tesi in media di non meno di un anno) il 3+2 difficilmente
potrebbe corrispondere all' attuale 4+N :-) almeno dal punto di vista
dell' esposizione a contenuti e di digestione dell' argomento di tesi.

Aggiungerei pero' alcuni commenti piu' strettamente personali.

1) una formazione diversa non significa una formazione peggiore. Il
grado di specializzazione di certe tesi e', secondo me, eccessivo. Non a
caso il laureato in fisica quadratico medio fa un lavoro che in molti
altri paesi e' parte del programma di PhD. E non mi e' chiara la
necessita' di questa iperspecializzazione precoce che viene pagata da
molti con la fuoriuscita precoce dal corso di studi.
In piu', iperspecializzazione a volte si coniuga con ignoranza. Mi e'
capitato di assistere sedute di laurea in cui il laureando dimostra
estrema competenza su raffinate tecniche sperimentali o su
complicatissimi strumenti teorici e poi dimostra un' ignoranza
sconcertante sui principi della dinamica o su questioni di meccanica
quantistica elementare.

2) Come sara' modificata la didattica col 3+2 ? Mi piacerebbe molto
saperlo. Purtroppo la didattica universitaria ed in particolare quella
per la Fisica, a Fisica sono delle illustri sconosciute. Forse, sulla
scia del terremoto indotto dalla riforma, si cominciera' ad affrontare
anche questo problema. Io pero' non vedo grandi segnali in questa
direzione (casi individuali a parte).

3) Io sono completamente convinto che, al di la' della numerologia, il
successo o il fallimento del 3+2 dipendera' dalla capacita' di ripensare
la didattica e di rendere organici all' insegnamento tutta una serie di
strumenti (dalle dimostrazioni in aula all' uso del computer, da un vero
tutorato ad un sistema funzionante di valutazione "in-itinere", dalla
valutazione interna ed esterna della qualita' didattica dei singoli
corsi all' aggiornamento e ripensamento dei contenuti dei corsi di
base). Spero che la maggioranza dei corsi di laurea in fisica italiani
riesca a rispondere positivamente a questa sfida.
Ma aggiungo che spero per puro ottimismo. Per ora non saprei fornire
fatti a sostegno :-(

4) ultima considerazione di tipo piu' generale. E' importante che da
parte degli studenti non si resti a guardare il 3+2 come qualcosa di
completamente pre-confezionato. Non e' cosi'. Lo spazio per far presente
le proprie esigenze c'e'. E anche la possibilita' di sostenere un ruolo
di pungolo proprio sull' aspetto didattica/ qualita' della stessa.


Giorgio
Received on Tue Dec 19 2000 - 00:06:14 CET

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