Re: Non credo ne' al big bang ne' ai buchi neri

From: Enrico SMARGIASSI <smartassi_at_trieste.infn.it>
Date: Thu, 21 Dec 2000 00:32:19 +0100

Dreamer wrote:

> Poi mi e' capitato di leggere il libro di W. Cassani "Albert aveva ragione,
> Dio non gioca a dadi" [...] Tramite la teoria esposta nel
> libro [...]

Vedi, il problema e' proprio questo: che il libro non espone una
teoria fisica, ma solo parole.

In cosa dovrebbe consistere una teoria? Come dice l'etimologia
del nome, deve consistere in una sequenza di passi logici il piu'
possibile rigorosi (e non mi riferisco necessariamente al rigore
matematico), in modo da fornire una previsione di eventi e fatti
sperimentali con un margine minimo di ambiguita'. Se e'
necessario introdurre ipotesi addizionali, queste vanno
esplicitate e per quanto possibile giustificate. Ed i risultati
devono essere quantitativi (come spiego piu' sotto), posti in
contatto *sistematico* con l'esperienza e va mostrato come siano
compatibili, ed in che regime, coi risultati di altre teorie ben
corroborate.

Siccome la fisica e' una scienza quantitativa, "spiegare i
fenomeni" significa, in ultima analisi, "dare previsioni
quantitative in accordo con i risultati degli esperimenti"; e per
dare previsioni quantitative - numeri, insomma - non vedo altro
modo sensato che usare la matematica. Percio' una teoria fisica
necessita di una struttura matematico-deduttiva precisa (e questo
non significa fare "assurde congetture matematiche"), di
trattamenti e predizioni *quantitative* ecc..

Questa insistenza sulla quantificazione non e' un puntiglio.
Secondo Popper - autore che Cassani ama citare senza
evidentemente averlo capito - la caratteristica della scienza e'
che le previsioni devono poter essere messe in potenziale
conflitto con l'esperienza tramite esperimenti: se il risultato
della teoria non e' in disaccordo con quello dell'esperimento ha
passato la prova e la nostra fiducia in essa cresce. Ora, in
fisica una previsione non quantitativa, salvo casi rari, non e'
falsificabile: quale esperimento puo' fornire un numero in
disaccordo con un altro numero *ignoto*? (Si veda anche il par.
37 della "Logica della Scoperta Scientifica", edito in Italia da
Einaudi.)

Infine la teoria deve essere pubblicata con il dettaglio
necessario su riviste specializzate, in modo da poter essere
conosciuta dagli altri specialisti ed esserne soggetta all'esame
critico. L'autopubblicazione non ne e' un sostituto.

Di tutte le caratteristiche esposte sopra ho potuto constatare
l'assenza (se non nella forma piu' rudimentale) nella supposta
teoria cui ti riferisci, avendo letto il libro, visitato il sito,
e seguito e partecipato a discussioni con l'autore. Si',
compaiono alcune formule, ma se si va a vedere come sono state
ottenute si rizzano i capelli in testa (sto pensando per esempio
alla presunta deduzione del valore della costante di struttura
fine, che e' una vera sagra di errori di ogni tipo). E le
predizioni quantitative di risultati di esperimenti si contano
comodamente sui pollici: per esempio, dove mai viene data una
formula, anche approssimata, per la frequenza di fusione del
Deuterio nel Palladio? (senza contare che il suo discorso su
questo problema non sta in piedi nemmeno qualitativamente.) Se si
vuole spiegare la fusione fredda, questo e' un passaggio
obbligato, ma ahime' non si trova scritto nulla.

Il fatto e' che Cassani, come puo' vedere chiunque abbia letto un
po' delle cose che ha scritto, considera "spiegato" un fenomeno
semplicemente se puo' accennare - verbalmente - ad un modo in cui
pensa che il risultato si potrebbe ottenere. E questo tipo di
ragionamento nel migliore dei casi e' cattiva metafisica, non
fisica. Tralascio poi di menzionare gli strafalcioni vari
disseminati qua e la'... In poche parole, e' impossibile prendere
la supposta teoria seriamente, una volta che si guarda al di la'
della facciata "scientifica" che cerca di darsi, e che puo'
ingannare di primo acchito.

Mettere in fila un po' di idee, e collegarle insieme verbalmente
in modo che suonino superficialmente come un discorso
scientifico, in effetti non e' difficile. Di questo uno si rende
conto facilmente navigando un po' in rete in alcuni delle
centinaia di siti di "scienza alternativa", di cui puoi trovare
una lista molto parziale al sito

http://www.crank.net/physics.html

Una discussione generale su come *non* si fa fisica teorica la
trovi al sito

http://www.cyberpass.net/~ilja/science/crank.html

A parte il fatto che l'autore usa come esempio uno che nega la
Relativita' Ristretta (Ken Seto) e non la MQ, sembra quasi
scritto apposta per Cassani.

Il punto finale, e fondamentale, e' che le idee, da sole, non
bastano; bisogna dimostrare che funzionano. E questa seconda cosa
e' molto piu' difficile, ahime', della prima. Temo che il modo in
cui si insegna e si divulga la fisica ingeneri involontariamente
dei forti pregiudizi: ci vengono presentate quasi solo le teorie
e le idee che hanno avuto successo, e le altre sono trattate di
sfuggita (a volte come assurde) o ignorate. Il risultato e' di
dare l'impressione che tutte le "belle idee" siano state coronate
da successo, trascurando tutte quelle, e sono tante, che
giacciono nella fossa comune delle teorie morte.

> introducendo una
> quinta forza di carattere repulsivo ed agente su grandi masse a grandi
> distanze.

Attenzione, la discussione di Cassani degli esperimenti sulla
quinta forza e' di una faziosita' e/o ignoranza tremenda. Vengono
citati (acriticamente) gli esperimenti di Thieberger e di
Boynton, ed il lavoro di Feshbach, ma non si dice, per esempio,
che:

- quando Boynton rese piu' accurato il suo esperimento il
risultato fu *negativo*

- che nell'immediato seguito vennero eseguiti almeno una dozzina
di altri esperimenti, praticamente tutti con risultato negativo

- che lo stesso Feshbach, iniziatore della vicenda, ammise in
seguito (1992) su Nature che non c'era evidenza sufficiente per
la quinta forza.

Non si dice nemmeno che questi lavori, ed alcuni lavori teorici
che tentavano di fornire possibili spiegazioni o modelli,
comparvero tutti su prestigiose riviste scientifiche
"ufficiali", e che sull'argomento vennero organizzati diversi
convegni internazionali. Altro che "sperare nell'oblio" come
cerca di gabellare il Nostro!

Tra l'altro non si capisce nemmeno bene perche' i fisici
cercherebbero di sopprimere una scoperta del genere (vedi anche
piu' sotto), visto che la quinta forza aprirebbe un nuovo e
promettente filone di ricerca, ed a priori non sarebbe piu'
difficile da incorporare nella fisica esistente di quanto non lo
sia stata, per esempio, la forza debole.

Intendiamoci, e' possibile che la quinta forza esista;
semplicemente constato che per quanto ne so (non sono un esperto
di interazioni fondamentali) l'evidenza in favore ancora non c'e`
e che la trattazione dell'argomento sul libro "Einstein ecc." e'
inaccettabilmente ignorante e faziosa. Per una trattazione
concisa ma infinitamente migliore della vicenda, vedi
http://setis.library.usyd.edu.au/stanford/entries/physics-experiment/app4.html
; per una estesa, il libro "The Rise and Fall of the Fifth Force"
di Alan Franklin.

> Ricordate, spesso i ricercatori che hanno i finanziamenti piu' massicci e
> che comunque sono ascoltati come profeti sono coloro che hanno ragione solo
> perche' cio' che dicono e' sicuramente vero, gli altri sono solo buffoni. E'
> sempre stato cosi' (ricordate Galileo, chi aveva ragione, lui il
> rivoluzionario o gli altri ?).

Se presa sul serio, questa e' una fallacia logica elementare:

- Galileo venne ostacolato dalle autorita' intellettuali [in
realta' non e' vero: erano solo alcune]

- Galileo aveva ragione

- ergo chi viene ostacolato dalle autorita' intellettuali ha
ragione.

Suppongo percio' che tu l'abbia scritta solo a fini retorici (non
e' un insulto, la retorica e' una disciplina seria e utile).

> Mi rendo conto che non e' facile sradicare le
> credenze e le teorie attuali perche' troppi nomi di famosi scienziati da
> Hawking in poi verrebbero messi in ridicolo e che chi ne ha sostenuto le
> spese per le ricerche e creduto in loro certo non sarebbe felice. Si',
> parliamo di molti miliardi perche' i teleescopi e strutture simili costano.

Potresti citarmi quali scienziati che abbiano lavorato seriamente
su teorie poi rivelatesi errate sono stati messi in ridicolo (se
non, forse, in qualche libro di pessima divulgazione)? A fare
ricerca ci si puo' sbagliare facilmente, e chi finanzia se ne
rende conto, o almeno dovrebbe... E se risultasse che Cassani ha
ragione, telescopi e strutture simili diventerebbero
improvvisamente inutili?

Ti invito a riflettere su di una cosa: quanti fisici "classici",
per esempio, hanno perso lavoro o finanziamenti nel momento in
cui la relativita' o la MQ sono state riconosciute valide? Io
credo nessuno, anzi si e' assistito ad una esplosione della
fisica in tutte le salse.

Nella mia vita professionale, per esempio, non cambierebbe una
virgola nel caso assai inverosimile in cui la pseudoteoria di
Cassani (o simili pseudoteorie di altri) fosse improvvisamente
riconosciuta come vera, visto che mi occupo di stati condensati
dove la Relativita' e' quasi assente e la Meccanica Quantistica
funziona benissimo. Gli unici a rimetterci sarebbero, forse,
certi personaggi di punta della fisica attuale che dovrebbero
rinunciare a parte del loro lavoro e rischierebbero di vedersi
soffiare il premio Nobel - che hanno scarse probabilita' di
ottenere comunque: di Nobel teorici in fisica delle particelle e
in campi similari ce ne sono stati un paio in una ventina d'anni.
Ma si tratta di poche persone, e comunque ce ne sono altre che
non vedrebbero l'ora di saltare per primi sul carro di una teoria
nuova e potente per rendersi famosi. Perche' non lo fanno? La
domanda e' retorica.

Spunto finale di riflessione: Einstein - che si rivolgeva agli
specialisti, sconvolgendo invece con le sue idee la gente comune
- pubblico' i suoi articoli rivoluzionari nel 1905, quando era
quasi del tutto sconosciuto. Otto anni dopo, nel 1913, aveva
ricevuto un dottorato, gli erano state offerte cattedre a Praga,
Vienna, Zurigo, Utrecht ed altrove, Lorentz lo aveva indicato
come suo successore, era stato ammesso all'esclusiva Accademia
Prussiana delle Scienze, invitato alle conferenze Solvay, ed un
celebre fisico (Von Laue) aveva scritto un libro sulle sue
teorie. E' un caso che dopo 16 anni Cassani non abbia avuto alcun
tipo di riconoscimento? O vogliamo credere che l'ingessato e
gerarchico mondo accademico di lingua tedesca di cento anni fa
fosse piu' aperto del mondo accademico di oggi?

** Nota tecnica: nel periodo di fine anno non frequentero' i
newsgroups. Non ci si aspetti dunque miei messaggi prima di
gennaio. **

-- 
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Enrico Smargiassi
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Received on Thu Dec 21 2000 - 00:32:19 CET

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