Re: paradosso Achille e tartaruga

From: ernesto <ernesto.alto_at_iol.it>
Date: 2000/10/20

Valter Moretti <moretti_at_science.unitn.it> wrote:

> La teoria delle superstringhe non viene fuori da quello che dici tu,
> ma da specifici problemi di rinormalizzazione....

Leggendo Greene, a me non pare cos�. I problemi di rinormalizzazione
(totalmente fuori dalle mie capacit� tecniche!) nascono, spiega lui,
dal considerare la particelle puntiformi e interagenti in un punto
preciso dello spaziotempo, uguale per tutti gli osservatori, cosa
falsa secondo la teoria delle stringhe che espandono il luogo
dell'interazione, questo fa s� che le forze coinvolte si espandano in
una regione spaziale e nel caso della gravit� una tale "diluizione" -
dice Greene - porta a cambiamenti significativi nelle propriet�
ultramicroscopiche dell'evento, tanto che i calcoli si comportano bene
e danno risultati finiti laddove nel caso puntiforme erano infiniti.
Ecco fatta la rinormalizzazione, vero?

Quindi il fatto che le equazioni dessero infiniti in quantit� era un
segno che qualcosa non andava. La teoria delle stringhe avrebbe
scoperto che, sotto la distanza di Planck non ha pi� senso parlare di
distanza, in quanto per le stringe un universo di raggio R o uno di
raggio 1/R si equivale. Se ho capito bene la teoria di Brandemberg e
Vafa a seconda che si prenda come misura della distanza una stringa
arrotolata o meno si hanno misure che sono una l'inverso dell'altra.

A me pare che in pratica dire che non esiste distanza al di sotto di
quella di Planck, sia dire che lo spaziotempo non � continuo ma, a
quei livelli ultramicroscopici, discreto.
Sbaglio?

La cosa che pi� mi pare interessante nella teoria � l'unione della
Relativit� generale con la Meccanica Quantistica: sembra l'unico modo,
oggi, di cancellare la schizofrenia della Fisica.

Ciao.
Ernesto
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Received on Fri Oct 20 2000 - 00:00:00 CEST

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