Re: Attrito!

From: Giovanni Rana <no_at_thanks.it>
Date: 2000/10/04

Luca Fini <lfini_at_arcetri.astro.it> wrote in message
8rd3i2$79l$1_at_beatles.cselt.it...
> On Sat, 30 Sep 2000, Leone Bruno wrote:
>
> > Nelle formule dell'attrito non compare da nessuna parte (ditemi se
sbaglio
> > ma me l'hanno sempre propinata cos�) l'area di contatto tra le due
> > superficie ma allora perch� esempio banalissimo per aver pi� aderenza in
un
> > auto si allargano le ruote avendo cos� pi� superficie a contatto?
>
> L'area di contatto non compare nelle formule perche' dato un corpo
> appoggiato su una superficie aumentando l'area di contatto diminuisce
> proporzionalmente la pressione sulla superficie di contatto, mantenendo
> quindi costante l'attrito.
>
> Quando si passa alle gomme delle automobili entrano in gioco altri
> fenomeni. Ad esempio esiste un limite massimo per la pressione applicabile
> alla gomma (e all'asfalto), intervengono fenomeni dinamici e ci sono
> considerazioni strutturali (dovute ad esempio agli sforzi laterali che la
> gomma deve sostenere). Non sono un esperto di progettazione di pneumatici,
> ma ho il sospetto che la larghezza delle gomme posteriori delle auto da
> corsa sia dovuta in parte alla necessita' di sostenere agli sforzi
> laterali in curva ed in parte alla necessita' di matenere basso il
> coefficiente di inerzia (mantenendo piccolo il diametro).

Cos'� il coefficiente d' inerzia? Ti riferivi al momento d' inerzia rispetto
all' asse della ruota ( allora sarebbe "tenere alto", dato che mantenendo
piccolo il diametro stai gi� riducendo il momento d' inerzia polare )?

>
> Tutto cio' non significa che le formule non siano "vere", ma solo che la
> vita e' un po' piu' complicata ;-)
>
> l.f.

Volevo aggiungere qualche fatterello: perch� la forza di attrito per unit�
di superficie risulta sperimentalmente essere in molti casi proporzionale
alla pressione ( e dunque la forza d'attrito totale largamente indipendente
dall' area S di contatto e proporzionale alla reazione normale N, a parit�
di stato delle superfici a contatto ) ? Sappiamo che tutte le superfici,
anche quelle macroscopicamente levigate, presentano invece creste e valli
piccolissime, risultando cio� scabrose su scala microscopica. Quando il
fenomeno di attrito si pu� spiegare con la teoria delle microsaldature
 quindi tra l' altro superfici secche ) il contatto fra le superfici avviene
solo tramite le creste, ergo su di un ' area Sc molto minore di S: per
motivi di minimizzazione dell' energia potenziale le molecole sulla
superficie di un solido hanno una tendenza a fare legami anche deboli ( Van
der Waals ) con altre molecole, e quindi le molecole sulle creste tendono a
fare questi legami, per spezzare i quali ci vuole poi una forza. Nel caso di
area S non troppo piccola il numero medio di creste per unit� di superficie
risulta proporzionale alla pressione, e questo risponde alla domanda
precedente. Quindi, ad esempio, le auto di F1 montano gomme molto larghe
anche su fondo asciutto non per aumentare l' attrito (che non dipende da S),
ma per limitare la pressione di contatto ( si tende ad avere una N molto
grande anche grazie al carico aerodinamico per ovvi motivi di tenuta e
controllabilit� ) e per tutti gli altri motivi gi� presentati da Luca. E'
per� interessante notare che la teoria delle microsaldature non si pu�
applicare sempre al fenomeno di attrito: per esempio, il rotolamento su
superfici incoerenti si inquadra nel fenomeno dell' "ingranamento", ed il
rotolamento fra superfici bagnate � invece un problema di lubrificazione. In
questi casi la forza di attrito non � indipendente da S. Questi argomenti,
ad Ingegneria, vengono approfonditi nei corsi di Meccanica Applicata alle
Macchine e Macchine.

Ciao,
Giovanni Rana













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Nuova moderazione in fase di test - perdonate i disagi
Received on Wed Oct 04 2000 - 00:00:00 CEST

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