M. Brighi il 25/9/00 ha scritto:
>
> Mi permetto di dissentire da quanto affermi perche':
> Quello che si verifica sperimentalmente e che risulta
> costante uguale a c, e' soltanto la
> velocita' della luce su percorsi di andata e ritorno che
> puo' essere effettuata con un unico orologio mentre
> qualunque misura della velocita' della luce cosidetta one-way
> richiede due orologi distanti sincronizzati, ma purtroppo la loro
> sincronizzazione presuppone proprio che la velocita' della
> luce one-way sia costante.
>..............................
> cioe' quello della velocita' della luce costante, e' puramente convenzionale
> ed � probabilmente un' ottima scelta per semplificare i calcoli.
Quello che ho detto nel post e' che misurando la velocita'
dei fotoni prodotti nel decadimento di particelle a diverse
energie, e quindi a parita' di massa e' come avere sorgenti
a diversa velocita', si ottiene sempre lo stesso valore;
quindi, anche concedendoti che ci sono problemi di sincronizzazione,
per cui il valore che misuro non e'quello corretto, resta il fatto
che quello che misuro e' indipendente dal moto della sorgente;
Ovvero il valore di c e' indipendente dal sistema di riferimento,
o, se vuoi c e' costante ( e se non vuoi, vedi dopo ).
Tornando ai problemi di sincronizzazione, e' facile vedere che
non c'e' ne sono, o perlomeno, se ci fossero stati c'e' ne saremmo
accorti. Sto in A con un orologio che segna t0, mando un segnale
per sincronizzare un orologio in B ,e per far cio' assumo un certo
valore per la velocita' del segnale. Ora e' vero che
se uso il valore da loro segnato per misurare la velocita' del
segnale usato per la sincronizzazione per andare da A a B riottengo
il valore assunto in partenza; ma se con gli orologi cosi'
sincronizzati misuro la velocita' per andare da B ad A,
se il valore assunto per effettuare la sincronizzazione non e'
quello corretto, otterro un valore diverso!.
Per riassumere, una volta sincronizzati gli orologi, le misure
della velocita' del segnale per andare da A a B, e da B ad A
saranno uguali solo se il valore assunto per la sua propagazione
e' uguale a quello reale; se ne assumi uno, come dici tu,
"puramente convenzionale", la cosa non e' piu' vera ,
e siccome , fino ad ora, nessuno a mai sostenuto di aver ottenuto
dei valori di c di versi, a seconda della direzione del moto,
direi che le tue preoccupazioni sono infondate.
( Naturalmente puo' essere "convenzionale" il valore assunto
a seconda della scelta delle unita' di misura, ma questo
non c'entra niente con il discorso che si fa' qui ).
> Purtroppo ha delle conseguenze poco piacevoli quando entrano
> in gioco sistemi accelerati come nell'effetto gemelli
> (non chiamamolo paradosso per favore) o nell'effetto Sagnac.
Mi associo a Moretti, che vor di' ? leggero la tua risposta
a Lui.
> E poi i filosofi brontolano perche' si accorgono, magari intuitivamente,
> che c'e' qualcosa di poco chiaro (e secondo me hanno ragione).
>
Prima di brontolare dovrebbero essere sicuri di aver capito
bene !!
> Il fatto che la velocita' one-way possa dipendere dalla direzione di
> propagazione permette l'esistenza di teorie alternative alla TRR,
> che sono equivalenti (almeno cosi' sembra) dal punto di vista
> sperimentale alla TRR.
Perche martellarsi i maroni con teorie che fanno assunzioni
bizzarre, e che sono equivalenti ( ma non e' certo, "sembra" )
dal punto di vista sperimentale, quando c'e' ne una, la TRR
che parte da assunzioni molto semplici?
> Una in particolare assegna alla simultaneita' tra eventi il valore
> assoluto che aveva nella fisica Galileana e ha anche una capacita'
> esplicativa sicuramente superiore alla TRR anche in sistemi accelerati.
Teoria di qualche socio del club di cui parlavo nel mio
precedente post ? ;-)
Ciao.
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