Re: Comprensione del mondo e pensieri sparsi

From: Valter Moretti <moretti_at_science.unitn.it>
Date: 2000/09/18

tom wrote:
>
> ..
> > NON LO SO
> >
> Beh, io sono credente e quindi una risposta ce l'ho...
>
> Tuttavia,non � detto che si riesca a trovare Il perch� del mondo.
> Qualcuno,come Barrow (che ho personalmente sentito parlare al "Meeting" di Rimini) sostiene,nel suo "perch� il mondo �
> matematico" che,se l'Universo fosse tanto semplice da poter essere compreso,non ci sarebbe nessuno a poterlo comprendere...
> Questa a prima vista sembra una conseguenza del Principio Antropico.

Ciao, non ho capito molto di quello che hai scritto e, sinceramente, il principio antropico
a me sembra una ingenuita'...e mi sembra anche che non serva assolutamente a niente:
fornisce qualche predizione quantitativa? Non e' solo un ribadire ingenuo che noi umani
contiamo qualcosa nell'universo?

> Io,per�,mi sono fatto un'Idea a proposito: la Scienza,in s�
> stessa,non risponder� al "perch� Ultimo",perch� senn� significa
> che un perch� C'E'.Questo fatto divide e,al contempo,unisce
> piuttosto bene i ruoli di Scienza e Religione.
>
> Vi saluto e spero che questo Thread si sviluppi con molti contributi.

La mia idea e' che i modelli del mondo li costruiamo (o li scegliamo)
in seguito all'osservazione attiva del mondo ed e' molto difficile e in un certo
senso pericoloso mettere le mani avanti dicendo "secondo me il mondo e'assolutamente
cosi' e cosa'" in base ai concetti che abbiamo elaborato fino ad ora..

La meccanica quantistica ha messo a dura prova tutti i nostri modi di immaginare il
mondo precedentemente ad essa (in particolare quelli costruiti dai sistemi filosofici
precedenti, anche se molti di loro hanno dato un contributo per la MQ).
L'avvento della MQ ha provato che la realta' e' qualcosa di piu' sottile di quanto
potessimo pensare ed io accetto cio' come un monito per non fare il passo piu' lungo della
gamba nel dire cosa sia e cosa non sia il mondo. In particolare la compatibitita' tra la
relativita'
e la MQ necessita di tali sottigliezze degne di un Hegel. Di tutto questo riesco a parlare.

Di altre cose, magari molto piu' interessanti e che, non posso negarlo mi colpiscono profondamente,
la natura (metafisica) delle leggi fisiche, il destino dell'Uomo, Dio ecc... faccio un'enorme fatica
a discuterne perche'
non conosco nessun mezzo per distinguere le cose sensate da quelle che non lo sono, noto che tutte
queste parole significano cose anche diversissime in bocca a persone diverse e cio' amplifica i
fraintendimenti... Infine non c'e' molta onesta' nel maneggiare questi concetti, ma spesso le ragioni
politiche la fanno da padrone sui principi ideali, facendo in pratica leva su un principio di autorita'
che e' naturalmente ammesso da tali ambiti ed incontrollabile. Per questo sono "spaventato" dalle
certezze dei religiosi o dei credenti di qualunque area siano.

Io non ho nessuna forma di fede, ma solo il dubbio su quasi tutto, anche se a volte mi pare di
scorgere una unita' ed un significato piu' profondo nelle cose. Ma non c'e' alcuna certezza in cio'
e credo sia giusto procedere con i piedi di piombo, se non lo facessi sarei disonesto con me stesso
e penso che cio'
sarebbe il modo piu' stupido in cui potrei usare la mia vita che e' per altro sicuramente finita
(e non so, *se* ed eventualmente *cosa* ci possa essere dopo). Io non so quasi nulla del mondo
esterno ed interno: ci sono piovuto dentro ad un certo punto senza apparente motivo ed ho fatto e
faccio ancora
una fatica terribile a distinguere tra quello che e' e quello che credo/vorrei che fosse: e' gia'
un difficile esercizio di "filosofia applicata" per me convincermi onestamente o semplicemente
comprendere
davvero cosa intendo quando *mi* dico che e' piu' reale questa parte di mondo rispetto a quella
che mi
appare quando dormo (i sogni)!
Capisco pochissimo di cosa sia la mente e non capisco assolutamente cosa sia la coscienza, perche'
mi sembra
che implichi qualcosa di qualitativo che non sono nemmeno sicuro che l'abbia no le altre persone
fuori di me.
Ma credo che il solipsismo non porti molto avanti per cui evito di pormi il problema, mentre credo
che me lo porrei davanti ad una macchina apparentemente pensante.
 .
Della matematica so che funziona e ho forse l'illusione di "leggerla" fuori dal mondo da un'altra
parte, proprio come nel mondo Iperuraneo di Platone, e' la stessa sensazione di R. Penrose. Ma al
solito non saprei nemmeno come avere una minima certezza di cio'.

D'altra parte il dominio smisurato sulla materia che abbiamo ottenuto tramite la scienza mi convince
che la Scienza ci fornisca un minuscolo scalpello per raschiare qualche piccola verita' in una
montagna di
ignoto e che questa sia la via da percorrere, anche se per ora non ci illumina affatto su cose che vorremmo
sapere, almeno in certi momenti della nostra vita. Ma mi e' anche chiaro che io almeno non posso
farci niente.

Ciao, Valter
Received on Mon Sep 18 2000 - 00:00:00 CEST

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