Re: Forza elettrica e magnetica

From: Adriano Amaricci <amaricci_at_tiscalinet.it>
Date: 2000/09/18

Giulio ha scritto nel messaggio ...
>
>Ciao, vorrei alcuni semplici chiarimenti:
>1. di cosa sono fatte - fisicamente - le linee di forza dei campi
>ellettromagnetici? Io *presumo* che siano fatte di *qualcosa....

ciao, non sono "fatte" di niente. Le linee di forza sono una semplice
schematizzazione di come sia dislocato il campo nello spazio(-tempo), puoi
visualizzarle con della limatura di ferro nel caso del campo magnetico, ma
questo non vuol dire che sia un qualcosa che c'� ma non lo vedi. I campi son
cosi detti in abbreviazione di campo vettoriale, questo oggetto matematico
associa ad ogni punto dello spazio considerato un vettore, e le linee di
forza sono costruite in maniera tale da risultare punto per punto tangenti a
tali vettori che costituiscono il campo.


>2.Come spiegate voi fisici *l'azione a distanza*? Cio�: una volta chiesi al
>mio prof di liceo come facevano due calamite ad attrarsi, *cosa* le
>*spingesse* l'una verso l'altra...ma non seppe darmi una risposta tranne
>dirmi che certamente non c'erano *delle manine* che le prendevano e le
>avvicinavano.

Ehm, simpatico, ma sopratutto preparato:((. L'azione a distanza non � certo
un concetto facile da spiegare cos� a parole, senza una vera e propria base
matematica, ma in soldoni l'azione distanza (in versione classica,
ovviamente) � l'effetto della sovrapposizione di un determinato campo alla
situazione antecedente all'esercitarsi del campo stesso. Immagina un grosso
tavolo in uno spazio libero da cariche localizzate, supponiamo che il tavolo
sia macroscopicamente neutro (e, vabb� esageriamo tanto non ce lo proibisce
nessuno, supponiamo pure che siano nulli tutti i termini dello sviluppo in
multipoli, cosicch� non ci sia nemmeno campo di dipolo quadripolo ecc..),
ora quello che osservi � che la superficie del tavolo non � sede di nessun
campo se metti una carica (infinitesima) di prova non rilevi nessun campo
elettrico, se la metti in moto non rilevi nessun campo magnetico, dirai che
in quello spazio non ci sono campi di forze (trascuriamo il campo grav.), se
localizzi una carica elettrica puntiforme di carica Q in un punto del tavolo
e aspetti un tempo t (piccolissimo date le dimensioni del tavolo) osservi
con la tua carichetta di prova un bel campo centrale con origine nella
carica Q, llora dici che nella zona di spazio di prima si venuto a creare un
campo elettrostatico, cio� si � sovrapposta una situazione diversa da quella
che c'era precedentemente, il termine sovrapposta non � proprio adatto in
certi casi (non tutti i campi godono del principio di sovrapposizione) ma
forse rende bene l'idea. Il procedimento generale si applica poi a
qualsivoglia campo con le opportune sorgenti. L'azione del campo � quella di
alterare le propriet� dello spazio, rispetto a come era prima, in questo
modo ogni elemento che pu� in linea di principio risentire degli effetti del
campo sente una forza non nulla agire su di esso, per il solo fatto di
essere nella zona in cui la sorgente ha dislocato il suo campo: questa �
(pressappoco) l'azione a distanza. Tieni presente che per la costanza della
velocit� della luce la propagazione del campo, cio� il tempo che il campo ci
mette a far sentire la sua presenza a zone via via pi� lontane � sempre
diverso da zero, non c'� propagazione istantanea dei campi e dei loro
segnali.




>Spero di essermi spiegato bene.
Pure io :))


saluti Adriano Amaricci
Received on Mon Sep 18 2000 - 00:00:00 CEST

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