amsel ha scritto:
> Leggo: "Man mano che la pressione diminuiva, il peso dell'aria, non
> pi� controbilanciato, comprimeva i due emisferi uno contro l'altro."
>
> � corretto? � l'esterno ad esercitare una pressione sugli emisferi
> tenendolo premuti uno contro l'altro?
E' certamente la pressione atmosferica.
Ma io non parlerei di "peso dell'aria".
Immagina di ripetere l'esperimento in una camera stagna, dove puoi
cambiare la pressione dell'aria a tuo piacimento.
E' chiaro che questa pressione non ha niente a che fare con nessun
"peso", come non e' certo un peso la pressione dentro una bombola di
aria compressa.
Che non sia corretto parlare di "peso" lo si capisce anche dal fatto
che la pressione agisce in tutte le direzioni: anche di sotto in su,
come dimostra il famoso esperimento col bicchiere pieno d'acqua,
coperto da un foglio di carta e capovolto.
> - quindi noi non percepiamo su di noi "il peso dell'aria" perch� � ben
> distribuita su tutto il nostro corpo, giusto?
Non direi.
Non percepiamo la pressione atmosferica semplicemente perche' ci siamo
abituati, il nostro corpo e' costruito in modo da poter resistere alla
pressione.
E in realta' anche a pressioni molto maggiori: pensa a un sub che
scenda a 100 metri. Li' la pressione e' 11 volte maggiore.
Soviet_Mario ha scritto:
> uhm, ho un inconsueto attacco di pinoleria (pignoleria), o in effetti
> � lo sviluppo della superficie normale (la proiezione) alla direzione
> della circonferenza da chiudere, o qualsiasi profilo sia ?
A Pisa si dice "pinoli". A Roma "pignoli".
Io sono nato a Roma, e anche se vivo a Pisa da oltre 2/3 della mia
vita, non ho imparato a dire "pinoli".
Giorgio Pastore ha scritto:
> E' vero che al forza dovuta alla pressione su una superficie e' la
> somma vettoriale di tutti i contributi su ciascun elementino di
> superficie e ogni contributo ha intensita' p dS e direzione normale
> all' elemento di superficie. Per cui, quando sommi tutti i contributi
> di una semisuperficie quello che conta � la risultante.
Dipende da quello che vuoi fare.
In certi casi serve la risultante, in altri no.
Se per es. vuoi calcolare lo spessore del materiale perche regga la
pressione, la risultante non serve a niente.
Resta il fatto che la risultante delle forze di pressione (in ambiente
a pressione uniforme) su una superficie chiusa e' nulla.
Pero' per l'esperimento di Magdeburgo quella che serve e' la forza
occorrente per separare i due emisteri, e a questo scopo serve la
risultante delle forze di pressione *su una semisfera*.
Ci si puo' arrivare senza calcoli con un esperimento ideale.
Immaginiamo una semisfera, ossia un oggetto la cui superficie e'
formata da un cerchio piano (equatoriale) e da una calotta
semisferica.
La risultante delle forze e' nulla, altrimenti si metterebbe in moto
da solo :)
Ma questa e' la somma di due forze:
1) la risultante delle forze sulla parte piana, che vale pi*R^2*p.
2) la risultante delle forze sulla calotta, che deve quindi essere
opposta alla precedente e uguale in modulo.
--
Elio Fabri
Received on Sat Aug 07 2010 - 21:09:11 CEST