Re: Il futuro del nucleare, non solo in Italia

From: Alessandro <miaposta_33_at_virgilio.it>
Date: Tue, 13 Jul 2010 15:50:56 +0200

"Aleph" <no_spam_at_no_spam.com> ha scritto nel messaggio
news:i1f6u4$5fm$1_at_news.newsland.it...
> Per prima cosa perch� la domanda fondamentale da porsi, quella
> propedeutica all'analisi di tutte le opzioni in campo, non la sento mai
> porre da nessuno, ovvero (limitiamoci a considerare l'Italia): "E'
> realmente necessario incrementare la produzione elettrica, implementando
> un piano energetico nazionale lungo e costoso o forse non sarebbe il caso
> d'investire tempo e denaro per ridurre in quantit� apprezzabile i consumi
> di energia elettrica", riducendo gli sprechi e ottimizzando le produzioni
> industriali?


L' efficienza energetica e anche l' incentivazione delle fonti rinnovabili,
e non solo per la produzione di elettricit�, sono sicuramente altre ottime
strade
da percorrere, ma sono oggi e per molti anni che verranno solo piccole
seppur importanti risposte "reali" al problema energetico, a maggior ragione
visto che l'
economia italiana � gi� una delle pi� efficienti al mondo, per comparazione
quasi il doppio di quella americana a parit� di PIL (e cmq molto meglio di
Francia, GB o Germania)

> Ora, che una tale domanda non la pongano (o non se la pongano) le aziende
> elettriche mi pare scontato, visto che il loro fatturato lo fanno vendendo
> energia e tanta pi� se ne spreca, tanto meglio � per loro, ma perch� non
> la pongono (e non se la pongono) le istituzioni preposte dello stato
> (Autorithy per l'energia, ministri (in)competenti, etc.?
>
> Perch� porre sempre l'accento sull'incremento di nuove capacit�
> produttive, visto che:
>
> 1) le centrali elettriche attualmente attive sul nostro territorio hanno
> gi� ora potenzialit� produttive superiori al fabbisogno nazionale;


Non � precisamente vero, nel senso che � vero che la potenza installata
sarebbe pi� che sufficiente per i consumi interni, ma purtroppo il parco
centrali italiano � cos� obsoleto ed inquinanate che in molte ore del giorno
per ragioni
economiche ci conviene spegnere molte di esse per importare elettricit�
dall' estero, tra cui i molti nuclearizzati Svizzera, Francia e Slovenia. L'
obsolescenza delle centrali riguarda non solo la tecnologia usata per cui il
rendimento termico � modesto, ma anche i combustibili usati perch� si
bruciano ancora (unico Paese industrializzato al mondo) nei vecchi impianti
policombustibili, combinazioni inefficienti di metano e addirttura derivati
del petrolio, che ovviamente avrebbero migliori usi (a partire dal trasporto
privato)

> 2) l'economia italiana � sempre pi� quella propria di un paese a terziario
> avanzato, dove � richiesta generalmente una minore quantit� d'energia per
> unit� di prodotto;
>
> 3) complice anche la crisi economica, che ormai � endemica per i Paesi pi�
> induistrializzati, non sono previsti, anche a medio termine, aumenti
> significativi del PIL nazioanale?


Sono d' accordo sui entrambi i punti, macome dicevo la questione non � certo
creare pi�
potenza installata di quello che gi� c'� che concordo che � gi� ottimale, ma
sostituire tutta o buona parte di quella potenza vecchia, inquinante ed
inefficiente con una generazione che sia: la pi� pulita possibile e a costi
ragionevoli; continua e affidabile,
indipendente da forniture estere ed in particolare dai capricci dei despoti
mediorientali e russi; a zero emissioni "nette" (come specificato
precedentemente) di gas serra. In tutta evidenza, oggi la produzione di
elettricit� italiana non garantisce questi risultati

> La risposta pi� semplice, e a mio parere pi� vera, a queste domande � la
> seguente: "Perch� cos� conviene all'industria lobbystica e oligopolistica
> del settore".
>
> Oltretutto si fa intendere solitamente che il nucleare possa risolvere
> chiss� quali problemi (in realt� ne crea di aggiuntivi), quando
> attualmente tale modalit� produttiva rende conto a livello globale di
> circa il 5% dei consumi totali di energia e del 16% di quelli elettrici.
> In pratica oggi, e nel futuro prossimo, il 95% dell'energia che consumiamo
> globalmente ha altra origine.


Nel mondo di oggi questo tipo di argomentazioni � irrilevante, per almeno
due buoni motivi. Primo nel riscaldamento/condizionamento domestico
efficienti pompe di calore elettriche (per es. integrate al solare termico
per la produzione di acqua calda), fatto salvo cmq un migliore isolamento
delle abitazioni, possono da sole ottenere il dimezzamento dell' energia
primaria consumata, e per lo pi� a spese di elettricit� pulita non di gas
metano o gasolio (oggi sono gi� commercio pdc con COP nominale > 6), in
particolare in un Paese relativamente caldo come l' Italia (e cmq per i
climi pi� freddi c'� sempre la tecnologia delle pdc di tipo geotermico ad
alta efficienza). Il
trasporto collettivo � la cosa pi� facile e ovvia da elettrificare, sia per
il trasporto di persone che di merci (oggi > 90% delle merci � trasportata
su strada) con treni, tram, filobus, ecc...cos� come nel trasporto privato
sono in fase di sviluppo, prezzo della benzina permettendo (pi� alto questo
sar� in futuro, pi� velocemente ci� accadr�...) i veicoli elettrici ed
ibridi seriali come la Volt di GM
http://it.wikipedia.org/wiki/Chevrolet_Volt
che hanno almeno una autonomia di > 50 km, capace di soddisfare in
elettricit� buona parte delle necessit� dei consumatori realizzando enormi
risparmi di energia primaria (e senza la necessit� che questa venga per
forza da derivati del petrolio).

Per inciso, almeno nel breve periodo, si
potrebbe cmq usare il metano che � un eccellente combustibile per il
trasporto privato, che in Italia � largamente usato nella produzione di
elettricit�, > 30 Gmc/anno, tali da alimentare 30 milioni di utilitarie che
facciano 15 mila km/anno, e senza riccorrere in maniera massiccia ai
derivati del petrolio (ci� non risolve tutti i problemi di cui sopra, ma
almeno
quello della produzione di inquinanti atmosferici e polveri sottili all'
intero dei centri abitati)

Certamente la sfida di alimentare questi consumi extra di elettricit� da
fonti pulite � tutt' altro che trascurabile, ma � cmq rilevante il fatto che

due volte pi� efficiente per es. usare il gas metano bruciato in una
centrale elettrica per alimentare una efficiente pdc che usarlo direttamente
in una buona caldaia a conensazione, cos� come � almeno il doppio pi�
efficiente muovere un veicolo elettrico (di autonomia ragionevole) bruciando
gas o petrolio in una centrale elettrica che usando quel gas o petrolio
direttamente in un veicolo a combustione interna. Senza dubbio, l'
elettrificazione dei nostri consumi energetici, o se vogliamo una
elettrificazione efficiente insieme all' efficienza energetica, � la strada
maestra da inseguire in fututo

> Quanto alla riduzione di emissioni di CO2 (lasciando da parte l'annosa
> questione su quanto effettivamente ci� incida sul riscaldamento del
> pianeta in atto), essa si riduce innanzitutto, producendo in maniera pi�
> efficiente dal punto di vista energetico, consumando meno, riciclando di
> pi�.
> E anche, sul piano tecnico, contrastando le emissioni antropiche tramite
> l'applicazione su larga scala delle trappole di CO2 o progettando la
> riforestazione di vaste aree del pianeta.
>
> Saluti,
> Aleph


Sono perfettamente d' accordo all' idea di consumare meno e meglio, di fatto
lo stiamo gi� facendo essendo uno dei Paesi pi� efficienti al mondo a parit�
di ricchezza, ma tra tutte le le buone idee per ridurre le emissioni di gas
serra quella di catturare la CO2 � la meno realizzabile e praticamente
fattibile,
ai limiti del ridicolo per gli enormi volumi in gioco (oggi > 25 miliardi di
tonn/anno per di pi� in
fase gassosa e cmq milioni di tonn/anno per una sola centrale
termoelettrica), che non vale nemmeno la pena di spendersi troppo tempo e
risorse
Received on Tue Jul 13 2010 - 15:50:56 CEST

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