Il 13/07/2010 15:50, Alessandro ha scritto:
CUT
>
>
> L' efficienza energetica e anche l' incentivazione delle fonti rinnovabili,
> e non solo per la produzione di elettricit�, sono sicuramente altre ottime
> strade
> da percorrere, ma sono oggi e per molti anni che verranno solo piccole
> seppur importanti risposte "reali" al problema energetico, a maggior ragione
> visto che l'
> economia italiana � gi� una delle pi� efficienti al mondo, per comparazione
> quasi il doppio di quella americana a parit� di PIL (e cmq molto meglio di
> Francia, GB o Germania)
imho questa cosa implica due aspetti
1) pragmatico : siccome siamo gi� molto efficienti c'� da
attendersi miglioramenti inferiori agli altri
2) imho ovviamente, il confronto potrebbe essere falsato
alla fonte dalla diversa intensit� energetica dei prodotti
che facciamo.
Mi spiego meglio : per fare delle scarpe e dei
microprocessori, a parit� di PIL (variabile senza senso in
questo confronto), ci vuole certamente una diversa quantit�
energetica. Non � un caso che una delle ormai rare
produzioni di commodities "energy-intensive", l'alluminio,
se la passi molto male in italia, cos� efficiente, e ALCOA
da tempo mediti di abbandonare il paese. Certo non tutto �
cos� estremo, ma imho la "parit� del PIL" nel confronto Kwh
spesi per unit� di PIL, non significa praticamente nulla.
Questo secondo non esclude il punto 1) che � conseguenza dei
costi alti del chilovattora in confronto ai competitori, che
ci hanno forzato ad essere virtuosi in qualsiasi campo, sia
energy-intensive sia no.
>
>> Ora, che una tale domanda non la pongano (o non se la pongano) le aziende
>> elettriche mi pare scontato, visto che il loro fatturato lo fanno vendendo
>> energia e tanta pi� se ne spreca, tanto meglio � per loro, ma perch� non
>> la pongono (e non se la pongono) le istituzioni preposte dello stato
>> (Autorithy per l'energia, ministri (in)competenti, etc.?
>>
>> Perch� porre sempre l'accento sull'incremento di nuove capacit�
>> produttive, visto che:
>>
>> 1) le centrali elettriche attualmente attive sul nostro territorio hanno
>> gi� ora potenzialit� produttive superiori al fabbisogno nazionale;
>
>
> Non � precisamente vero, nel senso che � vero che la potenza installata
> sarebbe pi� che sufficiente per i consumi interni, ma purtroppo il parco
> centrali italiano � cos� obsoleto ed inquinanate che in molte ore del giorno
> per ragioni
> economiche ci conviene spegnere molte di esse per importare elettricit�
> dall' estero, tra cui i molti nuclearizzati Svizzera, Francia e Slovenia. L'
> obsolescenza delle centrali riguarda non solo la tecnologia usata per cui il
> rendimento termico � modesto, ma anche i combustibili usati perch� si
> bruciano ancora (unico Paese industrializzato al mondo) nei vecchi impianti
> policombustibili, combinazioni inefficienti di metano e addirttura derivati
> del petrolio, che ovviamente avrebbero migliori usi (a partire dal trasporto
> privato)
>
>> 2) l'economia italiana � sempre pi� quella propria di un paese a terziario
>> avanzato, dove � richiesta generalmente una minore quantit� d'energia per
>> unit� di prodotto;
quoto. Anzi, non avevo colto che in effetti qui c'era in
breve l'aspetto che ho sottolineato prima
CUT
>
> Nel mondo di oggi questo tipo di argomentazioni � irrilevante, per almeno
> due buoni motivi. Primo nel riscaldamento/condizionamento domestico
> efficienti pompe di calore elettriche (per es. integrate al solare termico
> per la produzione di acqua calda), fatto salvo cmq un migliore isolamento
> delle abitazioni, possono da sole ottenere il dimezzamento dell' energia
> primaria consumata, e per lo pi� a spese di elettricit� pulita non di gas
> metano o gasolio (oggi sono gi� commercio pdc con COP nominale> 6), in
> particolare in un Paese relativamente caldo come l' Italia (e cmq per i
> climi pi� freddi c'� sempre la tecnologia delle pdc di tipo geotermico ad
> alta efficienza).
Io per� ancora tremo dall'ultimo preventivo di spesa al
riguardo della sonda geotermica, mortacci loro. Per una casa
sola (un parallelepipedo 10x10x8) m'han stimato sui 60-70
mila euro (tra l'altro senza nessun sopralluogo per valutare
il tipo di suolo/roccia da trivellare ... possibile che se
sto su argilla, arenaria, tufo o granito non influenzi la
spesa del buco di 100 metri ? mah).
> Il
> trasporto collettivo � la cosa pi� facile e ovvia da elettrificare, sia per
> il trasporto di persone che di merci (oggi> 90% delle merci � trasportata
> su strada) con treni, tram, filobus, ecc...cos� come nel trasporto privato
> sono in fase di sviluppo, prezzo della benzina permettendo (pi� alto questo
> sar� in futuro, pi� velocemente ci� accadr�...) i veicoli elettrici ed
> ibridi seriali come la Volt di GM
> http://it.wikipedia.org/wiki/Chevrolet_Volt
> che hanno almeno una autonomia di> 50 km, capace di soddisfare in
> elettricit� buona parte delle necessit� dei consumatori realizzando enormi
> risparmi di energia primaria (e senza la necessit� che questa venga per
> forza da derivati del petrolio).
>
> Per inciso, almeno nel breve periodo, si
> potrebbe cmq usare il metano che � un eccellente combustibile per il
> trasporto privato,
verissimo. Io sono un fautore del metanolo, per ragioni di
praticit�. Non bisognerebbe cambiare nulla nella filiera
distributiva della benzina e nei motori : solo riconvertire
le raffinerie e cambiare i processi alla fonte.
> che in Italia � largamente usato nella produzione di
> elettricit�,> 30 Gmc/anno, tali da alimentare 30 milioni di utilitarie che
> facciano 15 mila km/anno, e senza riccorrere in maniera massiccia ai
> derivati del petrolio (ci� non risolve tutti i problemi di cui sopra, ma
> almeno
> quello della produzione di inquinanti atmosferici e polveri sottili all'
> intero dei centri abitati)
giusto. Eviteremmo di sforare sui PM10 e simili.
Il metano � la seconda fonte pi� pulita a disposizione,
nelle combustioni poco ottimizzabili come nei motori per
autotrazione.
>
> Certamente la sfida di alimentare questi consumi extra di elettricit� da
> fonti pulite � tutt' altro che trascurabile, ma � cmq rilevante il fatto che
> �
> due volte pi� efficiente per es. usare il gas metano bruciato in una
> centrale elettrica per alimentare una efficiente pdc che usarlo direttamente
> in una buona caldaia a condensazione,
cos� tanto !
> cos� come � almeno il doppio pi�
> efficiente muovere un veicolo elettrico (di autonomia ragionevole) bruciando
> gas o petrolio in una centrale elettrica che usando quel gas o petrolio
> direttamente in un veicolo a combustione interna.
di questo s'era gi� parlato in un altro 3D recente se non
sbaglio
> Senza dubbio, l'
> elettrificazione dei nostri consumi energetici, o se vogliamo una
> elettrificazione efficiente insieme all' efficienza energetica, � la strada
> maestra da inseguire in fututo
>
>> Quanto alla riduzione di emissioni di CO2 (lasciando da parte l'annosa
>> questione su quanto effettivamente ci� incida sul riscaldamento del
>> pianeta in atto), essa si riduce innanzitutto, producendo in maniera pi�
>> efficiente dal punto di vista energetico, consumando meno, riciclando di
>> pi�.
>> E anche, sul piano tecnico, contrastando le emissioni antropiche tramite
>> l'applicazione su larga scala delle trappole di CO2
ma esattamente cosa sono ? Si ha idea circa la loro
effettiva efficacia a lungo termine ? A me la storia di
intrappolare un prodotto gassoso, inerte, tal quale, mi
rende inquieto e mi ricorda un episodio di topolino di 30-35
anni fa, dove veniva compressa l'immondizia del mondo in un
cubetto, liofilizzandola, e mandandola altrove, nello
spazio. Il concetto era che, non venendo eliminata, alla
fine questa tornava indietro in qualche modo.
L'unico modo di intrappolare la CO2 che mi renderebbe
sereno, sarebbe sotto forma di carbone (ma costerebbe
praticamente una fetta molto rilevante dell'energia ottenuta
dagli idrocarburi di partenza, per cui non � fattibile).
C'� chi pensa di mandarla sul fondo oceanico, e mi chiedo
che ne pensa il pH dell'acqua. O nei giacimenti esausti di
gas. Si dice che siccome hanno confinato il metano per
decine o centinaia di milioni di anni lo faranno anche con
la CO2, ma per mia ignoranza non ho idea se le mobilit� nel
suolo siano le stesse o confrontabili. In suolo umido la CO2
si pu� idratare, e magari diffondere in fase liquida, boh. O
cmq un giacimento gi� perforato, oggi pi� che mai, mi lascia
perplesso circa l'impossibilit� che si verifichino presto o
tardi deterioramenti del tappo e fughe di CO2. Per� non ne
so molto, magari a tutto questo si � gi� pensato
>> o progettando la
>> riforestazione di vaste aree del pianeta.
>>
>> Saluti,
>> Aleph
>
>
> Sono perfettamente d' accordo all' idea di consumare meno e meglio, di fatto
> lo stiamo gi� facendo essendo uno dei Paesi pi� efficienti al mondo a parit�
> di ricchezza, ma tra tutte le le buone idee per ridurre le emissioni di gas
> serra quella di catturare la CO2 � la meno realizzabile e praticamente
> fattibile,
> ai limiti del ridicolo per gli enormi volumi in gioco (oggi> 25 miliardi di
> tonn/anno per di pi� in
> fase gassosa e cmq milioni di tonn/anno per una sola centrale
> termoelettrica), che non vale nemmeno la pena di spendersi troppo tempo e
> risorse
Anche secondo me, una volta prodotta, ce la teniamo fin
quando le piante non la captano e la stoccano come cellulosa.
ciao
Soviet
Received on Wed Jul 14 2010 - 00:58:07 CEST