A proposito dell'effetto relativistico della dilatazione temporale (meglio
noto come paradosso dei gemelli) volevo fare alcune considerazioni.
Un osservatore O' che si muove di moto rettilineo uniforme rispetto ad un
altro osservatore O fermo, emette due lampi di luce. Inizialmente i due
osservatori si trovano nello stesso punto.
Indicando con:
dt' = intervallo di tempo fra i due lampi valutato dall'osservatore O'.
dt = intervallo di tempo fra i due lampi valutato dall'osservatore O.
E' chiaro che i due tempi saranno diversi poich� il secondo lampo impiegher�
un certo tempo prima che venga osservato da O.
formula relativistica della RR prevede:
dt = dt'/ radicequadratadi(1 - (v/c)^2), dove:
v = velocit� di O' rispetto ad O.
c = velocit� della luce nel vuoto.
Mentre quella della relativit� galileiana prevede:
dt = dt'/(1-v/c)
Io qui non voglio mettere in discussione la validit� della formula. Voglio
per� discutere sul significato che ad essa � stata attribuita.
Einstein e suoi seguaci hanno sempre sostenuto che le durate differenti
valutate dai due osservatori O e O' tra gli eventi in questione sono reali e
non apparenti, cio� che il ritmo di un orologio cambia quando � in moto e
quindi la famosa storia dei due gemelli. Questa affermazione ha scatenato
una serie di polemiche che non si placano nemmeno dopo tanti anni e tanti
verifiche. Perch� ?
Le osservazioni che si fanno al riguardo sono due.
1) Un orologio ha un ritmo differente per un osservatore che viene guardato
da un altro in moto rispetto al primo, quasich� il ritmo � diverso se lo
guarda l'osservatore O invcece di O'. E questo fatto apparare una
contraddizione.
2) Per relativit� del moto se O valuta una durata minore fra i due eventi
rispetto a quella che valuta O', anche O' valuter� una durata minore
rispetto a quella che valuter� O. Anche questo fatto appare una
contraddizione.
A mio avviso tutto l'equivoco � nato dal fatto che Einstein e i suoi seguaci
hanno giocato sul significato delle parole reale e apparente.
Infatti io starei alla formula citata prima. E che cosa ci dice ? Ci dice
che la durata dt fra i due lampi � valutata dall'osservatore O sul suo
orologio, e dt' � quella fra gli stessi due lampi valutata da O' sul suo
orologio. E si tratta di valutazioni reali, ma anche apparenti: reali perch�
� quello che gli osservatori leggono sul loro orologio, apparente perch� gli
osservatori leggono ci� che a loro appare da punti di osservazioni diverse.
In pratica se si decide che l'osservatore O', mentre si allontana da O,
emetta un lampo ogni 10 secondi, l'osservatore O vedr� questi lampi in
intervalli
di tempo sempre maggiori di 10 secondi in crescendo, dal momento che O' si
allontana sempre di pi� da O (e quindi il lampo impiegher� sempre maggiore
tempo prima che arrivi in O). Quindi � ovvio che i ritmi dei lampi saranno
sempre valutati pi� dilatati dall'osservatore O.
Se veramente le cose stanno come sostiene Einstein, cio� che durante il moto
l'orologio cambia ritmo, l'unico esperimento che lo potrebbe convalidare
sarebbe quello di inviare un orologio ad alta velocit� e quando ritorna a
Terra si troverebbe che � rimasto indietro, come appunto il paradosso dei
gemelli. Altrimenti bisogna dare l'interpretazione che ho dato io.
Comunque fenomeni di questo tipo in fisica ce ne sono parecchi.
Anche la luce a secondo come osservata, mostra ora l'aspetto ondulatorio ora
quello corpuscolare. Questi due aspetti secondo i canoni della meccanica
classica si escludono a vicenda ed appaiono incomprensibili.
E' come dire che, se io e Mario siamo della stessa altezza, ad 1 Km di
distanza io vedo Mario pi� piccolo, ma anche Mario vede me pi� piccolo.
Quello che noi vediamo � reale, ma anche apparente, poich� valutiamo da come
le altezze ci appaiono.
Quello che voglio qui ribadire � che noi della realt� abbiamo una conoscenza
di come essa ci appare e non come essa realmente �.
Francesco
e-mail: francesco.cucu_at_tiscalinet.it
Received on Wed Aug 02 2000 - 00:00:00 CEST
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