dumbo wrote:
> Il punto chiave � che le trasformazioni di Lorentz possono
> essere derivate da considerazioni puramente cinematiche
> senza scomodare la velocit� della luce (che se
> ha avuto un ruolo nella scoperta della relativit� � stato
> solo per un accidente storico). Basta fare alcune
> ragionevolissime ipotesi, e cio� che le trasformazioni
> formino un gruppo, che siano lineari, e che i due sistemi
> inerziali K e K ' siano simmetrici sul piano cinematico
> (questa simmetria � una conseguenza del principio di
> relativit�).
> Con queste sole ipotesi (si dovrebbe aggiungere
> anche quella della euclideit� dello spazio) si ottengono
> le trasformazioni di Lorentz, con il solito fattore gamma
>
> gamma = 1 / [ 1 -- ( v / c ) ^ 2 ] ^ (1 / 2) ( 1 )
>
> (dove v � la velocit� relativa dei due sistemi)
> ma con una importante differenza:
> c _ non _ � necessariamente la velocit�
> della luce, � semplicemente un parametro
> gruppale sul quale la teoria non ha nulla da
> dire. Potrebbe addirittura essere un numero
> immaginario (nel qual caso avremmo
> dilatazione delle lunghezze col moto,
> invece che contrazione) oppure essere infinito
> (nel qual caso otterremmo la cinematica di Galileo-
> Newton) e finalmente (terza e ultima possibilit�)
> pu� essere un numero reale; in questo caso si vede
> subito che ha il significato fisico di una velocit�
> assoluta (cio� uguale per tutti gli osservatori).
> della quale per� ignoriamo completamente il
> valore numerico. Questo pu� essere stabilito solo
> dagli esperimenti. Il fatto che gli esperimenti indichino
> c ~ 300 mila Km / s invita a pensare che c sia la velocit�
> della luce nel vuoto, ma non � detto che sia davvero
> cos�: si tratta solo di una congettura, fino a oggi mai
> smentita, � vero, ma che potrebbe esserlo domani.
>
> E' strano che su questo aspetto fondamentale
> della relativit� si insista cos� poco.
> Gli scopritori furono Franck e Rothe (1909).
> Io l'ho trovato in W. Pauli: Teoria della Relativit�
> (Boringhieri 1970) e pi� estesemente in
> W. Rindler: Essential Relativity, (Springer-Verlag
> New York 1986) Cap. 2 , par 17, p. 51, dove l'argomento
> � sviscerato con l'aiuto di un'algebra molto semplice.
> Se ne parla a fondo e con semplicit� anche in un
> articolo di Kalotas (credo con un coautore) sull'
> American Journal of Physics, 1975 o gi� di l�
> (non ricordo bene) e anche su un vecchio numero
> del Giornale di Fisica (anni settanta).
>
> Quest'aspetto della relativit� � tutt'altro che banale e
> meriterebbe di essere conosciuto di pi�, non credi?
>
> Cordialmente,
>
> Corrado
>
>
>
>
>
Interessante, pero' dalla fisica che conosciamo al momento,
senz'altro i casi di c = oo e c immaginario li dobbiamo escludere.
Se dobbiamo scegliere uno dei tre casi con i dati a disposizione
bisogna scegliere c reale positivo "vicino" alla velocita' della luce
e coincidente con essa se i fotoni non hanno massa.
Per cui, in tale ambito superare c e' impossibile.
Ciao, Valter
Received on Wed Aug 02 2000 - 00:00:00 CEST
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