Re: Le bugie della scienza

From: francesco25 <nonusare_at_tiscalinet.it>
Date: 2000/07/29

Angelo Dinelli <angelodinelli_at_interfree.it> wrote in message
3980295f.0_at_news.dada.it...
>
[...]
> |Einstein risolse il problema affermando che l'etere non esiste e che
> |le onde elettromagntiche possono anche trasmettersi nel vuoto. Il che
> |sembrava un'eresia.
>
> Sembra tuttora un'eresia.
> Tu mi devi spiegare come un'onda si possa propagare nel vuoto.
Non te lo posso spiegare, per� i fatti stanno cos�. In fondo tutte le tue
perplessit� erano anche quelle di tutti i fisici della fine del secolo
scorso.
Comunque questo etere dovrebbe avere qualit� contrastanti. Da una parte
dovrebbe essere molto rarefatto ed impalmabile per spiegare il fatto che non
offre alcun ostacolo al moto dei corpi celesti; dall'altra, molto elastico e
molto rigido per poter giustificare l'elevatisssima velocit� di propagazione
delle onde elettromagnetiche in questo ipotetico etere.
Comunque nessuna esperienza prova la sua esistenza. D'altra parte non puoi
dimostrare alcunch� che non esiste. Semmai, se una cosa esiste, la devi
provare. Altrimenti � fede. O no ?
Che luce come le onde elettromagnetiche hanno caratteristiche ondulatorie �
provato dai fenomi di interferenza e diffrazione, che hanno caratteristche
corpuscolari � provato dall'effetto fotoelettrico e compton. Bada bene
queste due carettristiche, quella ondulatoria e quella corpuscolare si
escludono a vicenda secondo i concetti della meccanica classica.
Soltanto nella MQ si conciliano. Per� il modello � un modello matematico e
si deve rinunciare ai modelli geometrici.
Per� a tal riguardo ho avuto delle precisazioni che rigurdano gli ultimi
sviluppi della fisica. Vedi la risposta di Valter Moretti al mio post su
questo stesso thread.
[...]
> |Il fatto che il tempo rallenti e il regolo si contrae � una conseguenza
> |matematica della teoria della relativit� ristretta (la quale fu costruita
da
> |Einstein partendo dalla costanza della velocit� della luce).
>
> L'esperimento di Michelson voleva appunto provare l'esistenza dell'etere,
> che fino ad allora nessuno si era mai sognato di negare.

L'esperimento di Michelson voleva provare non tanto l'esistenza di questo
etere, ma con quale sistema, questo etere dovesse essere solidale, con la
terra ? con il sole ? con quello delle stelle fisse ? Tutti gli esperimenti
in proposito non risolvevano il problema. Einstein propose semplicemente che
non ci fosse e tutto si riusciva a spiegare. Tutto qui. E non c'entra nulla
con la teoria della RR.

> Se la luce � ondulatoria (Hiygens) bisogna ammettere un mezzo,
> anche se questo non si vede e non fa resistenza ai corpi macroscopici.
> L'altra possibilit� era la teoria corpuscolare della luce, sostenuta
> da Newton, che per� ben presto apparve sconfitta, e che si � di nuovo
> riaffacciata solo dopo l'esperimento del corpo nero.

Ma soprattutto con le esperienze sull'effetto fotoelettrico e Compton.

[...]
> Non c'era dunque bisogno della teoria della relativit�,
> con l'assurda conclusione che la velocit� della luce
> � la stessa rispetto a tutti i sistemi di riferimento,
> qualunque sia il loro stato di moto. Anche perch�
> il sistema di riferimento di Michelson e Morley
> � unico. Non � che si � fatto la prova, che ne so,
> su un altro pianeta, o in un'altra galassia.
> E' chiaro che, una volta postulato c come invariante,

Purtroppo tutte le prove sperimentali confermerebbero questo. Cio� si �
sempre trovato per la luce la stessa velocit� nel vuoto. In particolare
esaminando le velocit� della luce delle stelle doppie (sono due stelle molto
vicine che ruotano una intorna all'altra, una si allontana dalla Terra e
l'altra si avvicina), si � trovato lo stesso valore. Questo dimostra che la
velocit� della luce non si somma alle altre velocit�. Quindi non � ipotesi
inventata.

> bisogna per forza negare la relativit� galileiana (classica)
> e cio� la composizione vettoriale dei movimenti, e
> per far questo OCCORRE PER FORZA agire sul tempo,
> cosa che nessuno si era mai sognato di fare.
> Ed ecco tutti i paradossi conseguenti,
> il pi� famoso del quale � quello dei gemelli.
>
Guarda che il paradosso dei gemelli nasce proprio dal fatto che per la RR il
tempo non pi� un invariante. Il tempo dipende dal sistema di riferimento. E
proprio questo fatto ha sollevato un mare di critiche alla RR e al suo
autore.
>
> |Quindi per
> |capirne il significato occorre studiarsi quelle formule.
>
> Non c'� bisogno di studiare le formule
> per capire cosa vuol dire che gli orologi rallentano.
> Qui si parla di cose che anche un non-laureato in fisica
> pu� capire.
>
 Purtroppo il fatto che il tempo � diverso per i diversi sistemi inerziali
lo dicono le formule che si dedecuno dalla teoria della RR.

> ------
>
> Ciao Francesco, e ovviamente si fa solo per "discutere".
> Delle cose certe si discute raramente.
> E' delle cose problematiche che si discute, in genere.
>
Capisco le tue perplessit� e volentieri lo faccio con te, perch� vedo che
sei molto interessato, aperto e disponibile. Per� non � facile qui, perch� �
un lungo discorso. Se si fosse vicini ci si potrebbe incontrare e a voce,
magari facendo quattro passi, sarebbe molto pi� semplice.
> Angelo Dinelli
e-mail: francesco.cucu_at_tiscalinet.it
Received on Sat Jul 29 2000 - 00:00:00 CEST

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