Re: ancora probabilità

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: 2000/07/23

Menegatti Vittore wrote:
>
> >Ma come, proprio adesso che frequentando questo gruppo mi ero convinto
> che tutte le particelle fossero esprimibili come onde stazionarie, che non
> fossero altro che "coauguli" di energia nell'ambito di un'onda, scopro che
> non � vero niente?

Non ho seguito il thread cui fai riferimento. Capisco la tua sensazione
di confusione. D'altra parte un NG e' un forum di discussione aperto e
per vari motivi le posizioni espresse nei posts non dovrebbero mai
essere prese come oro colato (questo post incluso ;-) ). In particolare,
nessuna "spiegazione" divulgativa puo' sostituire un lavoro personale di
verifica e comprensione di quel che si legge. Magari di fronte a
spiegazioni paradossali o in contraddizione con altre, puo' valer la
pena di fare la domanda di base: "come facciamo a sapere che ... ?".

Particelle come onde stazionarie ? non so, dovrei guardare il thread cui
fai riferimento. "Coaguli di energia nell' ambito di un' onda" ? Lo
posso interpretare come un' affermazione del fatto che l' energia della
particella non e' sparpagliata. OK. Pero' l' onda e' un' onda di probabilita'.
"Il fotone non compie alcun percorso " ? Neanche le altre particelle
descritte dalla MQ. Semplicemente una traiettoria in senso classico non
e' osservabile a livello quantistico (e non per nostra imperizia).

Per particelle non relativistiche si puo' misurare la posizione a vari
istanti in modo arbitrariamente preciso. Pero'quello che si ottiene non
e' qualcosa che converge ad una traiettoria regolare. Anzi, maggiore e'
la precisione delle misure di posizione e maggiore e' l' irregolarita'
della successione di punti nello spazio.
Per cui, tra l' altro, diviene impossibile ottenere una velocita' da
questa sequenza di misure di posizione.

Per particelle relativistiche, e quindi per i fotoni, il discorso
diviene piu' complicato. Come ho gia' detto, non mi considero abbastanza
ferrato su questo aspetto. Pero' trovo plausibile da un punto di vista
fisico (ma non e' sicuramente un discorso rigoroso! e rileggendolo mi
sono venuti ulteriori dubbi ) l' argomento portato da Landau e Lifshitz
nel primo capitolo del volume sulla MQ relativistica.
In sintesi, il discorso, ripreso da un lavoro di Landau e Peierls del
1930, e' che le relazioni di indeterminazioni usuali devono essere
modificate per tener conto degli effetti di finitezza della velocita'
della luce. Il risultato e' che questo pone un limite alla precisione
con cui si puo' misurare una posizione che e'
Delta q ~ hc/ (2*pi*E) per una particella di energia E mentre per una
particella ultrarelativistica di momento p (inclusi i fotoni), in qui
E~cp, questo diviene
Delta q ~ h/ (2*pi*p)
Quest' ultima formula coincide con la lunghezza d'onda di De Broglie.
Per cui non ha senso parlare di ( = non e' possibile una misura di )
"posizione del fotone" su distanze minori della lunghezza d'onda della luce.


Questo significa che il fotone *e'* un' onda ? Magari! ma se fosse un'
onda nel senso classico l' effetto fotoelettrico non agirebbe come gli
esperimenti ci mostrano.

Non ho dubbi che la cosa sia dura da digerire. Io a distanza di anni
continuo a non sentirmi a mio agio e conosco molti fisici che
condividono questo disagio. Pero', a dispetto delle difficolta' di
tradurre in termini comprensibili al nostro livello di percezione della
realta' quello che avviene su scala sub microscopica, questa mi sembra
la migliore interpretazione del formalismo compatibile con i dati sperimentali.

Ciao

Giorgio
Received on Sun Jul 23 2000 - 00:00:00 CEST

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