Re: La TOC spiega l'apparente enigma di velocità 300 volte c.

From: Enrico Smargiassi <esmargia_at_ts.infn.it>
Date: 2000/06/18

Walter E.R. Cassani (WERC) wrote:

> La spiegazione della natura ondulatoria della Costante di
> Struttura Fine viene derivata nella TOC dal comportamento
> dell'elettrone sulla prima orbita di risonanza nell'atomo
> di Idrogeno.
>
> Nel modello ondulatorio dell'atomo si va a calcolare la
> velocita' "v" dell'elettrone, quale sorgente d'onde che
> costituiscono tutti i suoi campi, in modo relativistico
> secondo il modello ondulatorio dell'elettrone della TOC.

A dire il vero, no. Tutto quello che WERC fa e' di trovare che *se* vale
il suo modello ondulatorio (che non intendo discutere ora) *allora* il
reciproco della costante di struttura fine e' un numero intero, il
numero di fronti d'onda sull'orbita. E qual e' questo numero intero? In
una teoria degna di questo nome o si dice che puo' essere qualunque -
nella Meccanica Quantistica un procedimento analogo conduce per esempio
allo spettro dell'atomo di idrogeno, in ottimo accordo con l'esperimento
- o si argomenta da principi primi quale debba essere. In questo modo, e
solo in questo, si puo' dire di averne spiegato il significato in
funzione di tali principi. Invece che fa WERC? Dice che 137 e' il numero
di fronti d'onda sull'orbita, senza ulteriore argomentazione. Ovviamente
questo lascia tutto nell' oscurita' iniziale: perche' 137 e non 1? o 2?
o 42? o 18769? In altre parole, perche' l'elettrone si sistema proprio
in un' orbita dove ci stanno 137 sue lunghezze d'onda, non di piu' ne'
di meno?

> (In seguito si giustifica la ragione per cui la costante
> di struttura fine non è esattamente 137).

La supposta giustificazione si basa sull'osservazione che le orbite
elettroniche non sarebbero circolari ma ellittiche, ed invocando la
precessione relativistica del perielio. Lasciamo da parte il fatto che
WERC, come spesso fa, non fornisce ne' il procedimento ne' il risultato
numerico. Il problema e' che il calcolo e' fatto sull' orbita
corrispondente allo stato fondamentale dell'atomo di idrogeno, che nel
modello di Bohr-Sommerfeld che WERC sta cercando di riprodurre e'
esattamente circolare, sia nel caso classico che in quello relativistico
(ci sono forti ragioni sperimentali a questo proposito: un secolo di
spettroscopia atomica. Cfr. Herzberg, Atomic Spectra and Atomic
Structure). Quindi non e` data alcuna vera giustificazione al fatto che
1/cost.str.fine =|= numero intero.

> Così come possiamo pensare ad un "battimento" che si muove
> con una velocità di 137 volte minore alla velocità della
> luce c, ugualmente possiamo pensare ad un altro "battimento"
> che si muove a velocità 300 volte maggiore di c.

E questa sarebbe una spiegazione? Per essere tale dovrebbe fornire una
previsione quantitativa, frasi come "possiamo pensare che" non ne sono
un sostituto. Se per esempio il calcolo fornisse un valore di 42 c o di
100000 c la previsione sarebbe sbagliata, e la spiegazione
inconsistente: e' solo facendo il calcolo che si sa se la spiegazione
funziona o meno. A voler essere molto generosi, qui siamo al massimo
allo stadio di 'possibile idea', ma come ogni fisico sa tra una
possibile idea e qualcosa di definitivo passano oceani, nei quali la
grande maggioranza delle idee, ahinoi, naufragano. WERC e' beatamente
ignaro di tutto questo. Per esempio sostiene che la forza nucleare e'
meno forte di quanto si pensa, ma non dice di quanto; di conseguenza non
dice quale sia la variazione nella barriera energetica per la fusione di
due nuclei leggeri, ne' pertanto quale sia la frequenza di fusione
secondo la sua "teoria"; eppure dice di aver spiegato la fusione fredda.
Ma di teorie che "spiegano" la fusione fredda in questo modo ce ne sono
un sacco e una sporta, basta fare un giro su sci.physics.fusion per
rendersene conto.

L'insistenza sulla quantificazione non e' un puntiglio. Secondo Popper -
autore che WERC ama citare senza evidentemente averlo capito - la
caratteristica della scienza e' che le previsioni devono poter essere
messe in potenziale conflitto con l'esperienza tramite esperimenti: se
il risultato della teoria non e' in disaccordo con quello
dell'esperimento ha passato la prova e la nostra fiducia in essa cresce.
Ora, in fisica una previsione non quantitativa, salvo casi rari, non e'
falsificabile: quale esperimento puo' fornire un numero in disaccordo
con un altro numero *ignoto*? (Si veda anche il par. 37 della Logica
della Scoperta Scientifica.)

Il problema di fondo e' che WERC, come tanti altri che scrivono su
Usenet o sul Web o che pubblicano libri, non si rende conto di cosa sia
veramente una teoria fisica. Come dice l'etimologia del nome, una teoria
dovrebbe consistere in una sequenza di passi logici il piu' possibile
rigorosi (e non mi riferisco necessariamente al rigore matematico), in
modo da fornire una previsione di eventi e fatti sperimentali con un
margine minimo di ambiguita'. Se e' necessario introdurre ipotesi
addizionali, queste vanno esplicitate e per quanto possibile
giustificate. Ed i risultati devono essere quantitativi, posti in
contatto *sistematico* con l'esperienza e va mostrato come siano
compatibili, ed in che regime, coi risultati di altre teorie ben
corroborate. Gia' dalla brevissima analisi che ho svolto sopra - e avrei
potuto fare altre osservazioni - si vede che WERC e' lontanissimo da
questi standard e, quel che e' peggio, non se ne rende nemmeno conto.

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