Re: Il futuro del nucleare, non solo in Italia

From: John Travolta Sardus <pireddag_at_hotmail.com>
Date: Thu, 08 Jul 2010 00:32:41 +0200

Giulio Severini wrote:
> Ho letto su it.scienza un thread interessante sul futuro del nucleare
> in Italia. Non essendo quel ng moderato, quindi potenzialmente pieno
> di troll chiedo qui, a voi, cosa ne pensate in merito.
> Gradirei, se possibile, link a documenti che possano fornire numeri e
> chiarire le idee a riguardo.
> Grazie,
>
> Giulio.


Io posso aggiungere qualche domanda mia. Una cosa che vorrei capire piu'
a fondo e' la questione delle stime della quantita' di Uranio
disponibile nella crosta terrestre.

Vado a memoria perche' ho poca voglia di cercare di nuovo tutte le mie
fonti, comunque credo di ricordare sufficientemente bene. Le stime
attuali sono che c'e' Uranio estraibile economicamente per circa 40 anni
ai consumi attuali. I consumi attuali coprono circa il 6% del fabbisogno
energetico mondiale; quindi le riserve di Uranio conosciute sono
sufficienti per coprire solo circa un paio d'anni del fabbisogno
energetico mondiale totale. La stima fatta cosi' sembra disastrosa.

A questa considerazione ne ho sentito opporre due:

la prima - le riserve conosciute di U sono quelle che sono perche' non
si e' investito ancora molto nella sua ricerca. Si investirebbe di piu'
se si sapesse che serve piu' uranio - se i consumi crescessero; e se ne
troverebbe di piu'. Parrebbe che poi le "leggi dell'economia" facciano
si' che diventi poco conveniente fare ricerche di un materiale quando se
ne conoscono gia' giacimenti che bastano per quarant'anni ai consumi
attuali - guardacaso la cosa coincide proprio con le riserve note di
uranio e quindi e avvalorerebbe la teoria che diche che uranio ce n'e'
di piu' ma non e' ancora stato trovato.

la seconda - ci sono altri modi di estrarre uranio che non sono stati
ancora sviluppati fino a farli diventare economicamente convenienti
perche' non c'e' ancora la richiesta del mercato; uno particolarmente
clamoroso per esempio sarebbe trovare il modo di filtrare l'uranio
direttamente dall'acqua del mare ...

Ora mi sembra che in queste considerazioni sia presente anche un certo
gioco polemico in cui ci si sforza di trovare le ragioni per cui le
considerazioni fatte dalla parte opposta non sono poi cosi' serie come
sembrava ... una specie di perdita di tempo insomma se le argomentazioni
non sono supportare da numeri ... ma c'e' una cosa che mi incuriosisce
molto.

I metodi per stimare la quantita' di uranio si basano su stime
geologiche del tipo: in questo tipo di crosta terrestre (caratterizzato
p. es. da predominanza di certe roccie, o dall'essersi formato in certi
modi durante la storia geologica della Terra) si sono trovati finora
giacimenti che hanno prodotto tot kg di uranio per km^2 ... ci sono in
tutta la Terra tanti km^2 di questo tipo di crosta, una moltiplicazione,
una somma su tutti i tipi di crosta e voila' ????

Oppure ci sono anche stime "geofisiche" che hanno validita'
quantitativa? Tipo, la Terra si e' formata da una materia stellare a un
certo stadio di evoluzione stellare, quindi nella Terra deve esserci
circa un tot di uranio ... poi si fanno i conti con l'idrostatica per
vedere come si puo' essere distribuito nell'interno della Terra????

Qualcuno sa rispondere?

Domanda di riserva. Pare che ci siano in vista (non so quanto nel
futuro) reazioni basate sul Torio che darebbero delle scorie con vita
media molto piu' breve che le scorie dell'uranio (decine di anni contro
un paio di migliaia). Si tratta di fantascienza oppure nel giro diciamo
di una ventina d'anni potrebbe essere una tecnologia accessibile?
Received on Thu Jul 08 2010 - 00:32:41 CEST

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