Re: sui buchi neri

From: Mauro D'Uffizi <aduffiz_at_tin.it>
Date: 2000/05/01

Valar ha scritto nel messaggio ...
>il problema non si pone, perche' quello che ignora il campo
>gravtiazionale lo ignora anche un qualsiais osservatore, quindi nel fare
>il confronto con i dati sperimentali la coservazione resta, purche' si
>confrontino i dati dei corpi e quelli del campo, non puoi ragionare il
>RG con il concetto di sumultaneita' dato che la simultaneita' non ha
>diritto di abitazione nella RG (e neanche in quella ristretta)


Scusami, ma espressa cos� mi richiede un atto di fede per crederla.
Tu sei in grado di fare questo confronto dei dati dei corpi e quelli del
campo secondo RG?
Inoltre la discussione con la RG c'entra poco, in quanto non sono in gioco
alte velocit� ne masse enormi, nonostante il titolo del tread da cui si �
partiti.

>che vuol dire identica? E' ovvio che non e' identica dato che l'elettone
>e' una particella massiva e carica e il fotone non ha massa a riposo ed
>e' neutra (giusto per citare solo due delle innumerevoli differenze tra
>le due particelle). Poi la radiazione viene emessa qualsiasi sia la
>velocita' dell'elettrone, anche se viaggia come una lumaca. E poi vorrei
>sapere che c'entra questo col discorso che stiamo facendo
.
Devo necessariamente essere prolisso e riassumere un tread di sei mesi dello
scorso anno.

Partiamo con la gravit�.
Prendi un sistema binario, se non ammetti che l'interazione gravitazionale
viaggi a velocit� infinita le equazioni di Newton non valgono pi�.
La congiungente tra un corpo e la posizione in cui l'altro ha emesso la
propria interazione gravitazionale non passa pi� per il baricentro del
sistema, ne risulta una coppia che aumenta il momento angolare in
contraddizione alla conservazione della quantit� di moto.
In pratica questo dimostra che la stella B sente l'attrazione gravitazionale
della stella A precisamente dove essa si trova al momento e non dov'era
quando l'ha emessa.

Come fa a saperlo?
Si ricorre al parallelo con le forze coulombiane e si afferma che una carica
esploratrice avverte la carica che genera il campo come se lo avesse emesso
da una posizione che si trova pi� avanti di dove la carica si trovava al
momento dell'emissione, facendo una specie di previsione del moto di questa
come se continuasse a spostarsi di moto rettilineo uniforme.

Per� le orbite gravitazionali o coulombiane non sono rettilinee, quindi la
previsione si discosterebbe dalla realt� come la tangente si discosta
dall'arco. Rimarrebbe una piccola differenza con la posizione effettiva
della carica generatrice rispetto alla previsione, che genererebbe ancora
una coppia e un aumento del momento angolare.

Si dice allora che la previsione viene fatta dalla carica esploratrice
tenendo conto anche dell'accelerazione centripeta a cui la carica
generatrice era soggetta al momento della partenza dell'interazione.
Ora la differenza diviene realmente minima, ma resta perch� le orbite non
sono circolari ma ellittiche, e quindi la forza centripeta non � la stessa
che vi era alla partenza dell'interazione.

Il prossimo passo dovrebbe essere che la particella prevede anche le
mutazioni nel tempo che la forza centripeta assumer�, e finalmente saremo in
accordo col principio di conservazione dell'energia.

Il fatto di citare il campo al posto della carica esploratrice non sembra
cambiare i termini del problema, in quanto il campo tali informazioni le
deve pur dare alla carica esploratrice, e quello che � in discussione � la
velocit� con cui queste informazioni vengono fornite.

L'esemplificazione del caso pu� essere che la Terra vede l'immagine
gravitazionale della Luna nella posizione in cui essa si trova realmente al
momento,e cio� in avanti di circa un secondo rispetto all'immagine ottica,
in quanto, la Terra stessa, o il campo in sua vece, estrapola la posizione
dalle condizioni della Luna un secondo prima.
Questo significa che se improvvisamente la Luna sparisse, la Terra vedrebbe
la sua immagine gravitazionale procedere per un altro secondo.

Nel caso dell'elettrone che sbatte contro il bersaglio significa che la
carica esploratrice vedrebbe l'elettrone continuare il suo tragitto per un
tempo pari a d/v.
Ad esempio, se l'elettrone viaggia a 100.000 km/s e la particella
esploratrice � posta a 1 metro dietro il bersaglio, la carica esploratrice
vedr� l'elettrone superare di 33 cm il bersaglio.

Lasciami aggiungere due considerazioni.
I passi delle giustificazioni illustrati in precedenza a mio parere rendono
sempre pi� la carica esploratrice, o per essa il campo, simile a Dio in
quanto a onniscienza.

L'altra � che il campo coulombiano � ben diverso dal campo gravitazionale.
A parte la facile considerazione che le forze elettrostatiche sono sia
repulsive che attrattive, si � soliti paragonare le orbite coulombiane con
quelle gravitazionali.
E' anche stato simulato un moto orbitale coulombiano in condizioni di
microgravit�.
Se per� pensi a cosa accadrebbe se tu ti trovassi ad orbitare dentro una
navicella elettricamente carica attratta da un corpo carico, ti accorgeresti
che non ti trovi in caduta libera, bens� vieni schiacciato contro la parete
esterna.
Questo perch� le forze coulombiane agiscono solo sulle cariche e non sulle
masse, e perch� le particelle cariche hanno sempre massa, mentre non � vero
che le particelle aventi massa hanno sempre carica, oltre al fatto che le
forze coulombiane agiscono solo alla superficie dei corpi.

Questo ti pare sufficiente a far sospettare che l'esempio coulombiano possa
non essere calzante?

Ciao, Mauro.
Received on Mon May 01 2000 - 00:00:00 CEST

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