Angelo Basile ha scritto:
> La teoria di Newton e' falsificabile (!) quando si considerano velocita'
> prossime a quelle della luce. Mentre quella di Einstein e' valida anche li'.
> Quest'ultima e' falsificabile in presenza di campi gravitazionali molto
> intensi (dove, mi pare, non valga piu' la costanza della velocita' della
> luce). Ma qualche altra teoria (Teoria del Tutto?) e' valida anche da
> quelle "parti".
>
> In definitiva, quello che contestavo era che non si puo' dire che la
> meccanica classica (ossia quella Newtoniana) e' "falsa", come invece
> sosteneva quello studente. E' soltanto NON applicabile dove e'
> falsificabile.
Valter Moretti ha scritto:
> Secondo me falsificabile significa una cosa un po' diversa,
> sempre che io abbia capito bene quello che hai detto...
Angelo Basile:
> no questa volta ho detto bene ed hai capito anche bene. Secondo me e'
> soltanto non corretto quello che affermi sulla falsificabilita'.
Se posso intervenire, concordo con Valter.
La teoria di Newton e' falsificabile in quanto fa previsioni che possono
o no trovare conferma nell'esperienza.
Se l'esperienza da' un risultato in disaccordo con la teoria, si
dovrebbe dire che la teoria e' "falsificata". Ma ha perfettamente
ragione Valter a osservare che il discorso reale e' ben piu' complicato.
Percio' nel senso (alquanto rozzo) del termine "falso" la teoria di
Newton *e'* falsa, in quanto abbiamo numerosi fatti che la
contraddicono. Questo non vuol dire che sia inutile, anzi.
Un aspetto andrebbe sottolineato: che anche il povero Popper, come
tanti, viene spesso frainteso. Esistono due aspetti della questione.
1) La falsificabilita' come "criterio di demarcazione" per dare status
scientifico a una teoria. In questo senso la teoria di Newton e'
scientifica, in quanto falsificabile, e indip. dal fatto che sia stata o
no falsificata.
2) La falsificazione come solo esito possibile del confronto
teoria-esperienza.
(Non e' possibile "verificare" una teoria, in quanto un numero finito di
prove favorevoli non e' mai sufficiente. Invece basterebbe una sola
prova contraria per una falsificazione.)
Questo secondo punto non corrisponde alla pratica scientifica. Gli
esempi sono innumerevoli, e gia' la toeria di Newton ne offre un
campionario.
a) Gia' ai tempi di Newton, sembrava che la teoria fosse falsificata da
certi aspetti del moto della Luna. Il problema rimase aperto fino a
meta' '800, quando fu dimostrato che in realta' c'erano certe
approssimazioni insufficienti nei calcoli. Una volta eliminate le
appross. il problema della Luna scomparve.
b) Agli inizi dell'800 si delineo' un'altra possibile falsificazione: il
moto di Urano (scoperto nel 1781) non si conformava alla teoria. Alcuni
pensavano che si dovesse modificare la legge di gravitazione; altri che
invece ci fosse un pianeta sconosciuto che perturbava Urano. Il 25
settembre 1846 Galle scriveva da Berlino a LeVerrier a Parigi: "il
pianeta di cui ci avete indicato la posizione esiste realmente".
Cosi' una possibile falsificazione si tramutava in un trionfo per la
teoria: non solo era confermata, ma si dimostrava capace di predire un
fatto sconosciuto, come l'esistenza di un nuovo pianeta!
c) Circa negli stessi tempi, si scopriva l'anomalia del moto di Mercurio
(la famosa precessione del perielio). Questa rimase nota e inspiegata
per circa 70 anni, ma non fu considerata sufficiente a buttare a mare la
teoria. Einstein ne diede la spiegazione senza aspettarselo: la rel.
gen. prevedeva appunto la precessione, nella misura osservata.
d) C'era pero' un'altra spiegazione possibile: o un pianeta interno
(Vulcano) oppure una non-sfericita' del Sole. In particolare Dicke, che
non credeva alla rel. gen., si dedico' a cercare prove di questa
non-sfericita'. Intorno agli anni '60, mi pare, pensava di averla
trovata. Pero' non sono mai arrivate conferme; inoltre si era ormai
vista una precessione anche per Venere e Terra, molto piu' piccola che
per Mercurio. Il punto e' che l'entita' di questa precessione era in
accordo con la rel. gen., mentre non lo era con l'ipotesi di Dicke.
Valter:
> Un'immagine meno ingenua e probabilmente piu' debole, ma
> certamente molto piu' fedele a quello che accade *veramente*
> nelle comunita' scientifiche, e' stata data da Kuhn (spero si scriva
> cosi') nel suo celebre saggio "La struttura delle rivoluzioni scientifiche".
Angelo:
> senza offesa, ma questo e' molto semplicemente falso. :-))
>
> Non a caso il concetto di paradigma e' stato riconosciuto come poco
> chiaro perfino dallo stesso Kuhn.
>
> Quindi, mentre Popper ha ragione in un certo senso "a meta'" , Kuhn e'
> totalmente in errore. Abbracciare la posizione kuhniana porta
> inequivocabilmente al relativismo e a segui lui scegliere una teoria
> scientifica al posti di un altra e' come scegliersi unba cravatta: una
> questione di gusti !
Credo anch'io, come Valter, che se vogliamo capire i meccanismi che
portano allo sviluppo e al tramonto delle teorie scientifiche abbia da
insegnarci piu' Kuhn che non Popper.
Che il concetto di paradigma potesse essere non chiaro (anche se a me e'
sempre sembrato sufficientemente chiaro) non significa che sia falso.
L'accusa di relativismo verso Kuhn e' ricorrente, ma secondo me del
tutto errata. Se puo' valre la mia testimonianza soggettiva, potrei
definirmi un kuhniano, ma niente affatto relativista (e poi non porto
cravatta :-)) ).
Lo stesso Kuhn non e' affatto relativista, secondo me. Si limita a
rilevare che il tramonto di una teoria scientifica e il successo di
un'altra non sono cosi' semplicisticamente legati a pure questioni di
"falsificazione".
Un ottimo esempio di che cosa significa paradigma si puo' avere dalla
discussione che in questi giorni si legge sia in questo NG sia in
it.scienza a proposito di forza centripeta e centrifuga. Alcuni dei
partecipanti mostrano di non vedere che fra la fisica newtoniana e la
rel. generale cambia proprio il paradigma con cui si descrivono e
s'interpretano gli stessi fatti. Per cui e' insensato mescolare in un
unico ragionamento i due diversi paradigmi.
Non c'e' dubbio, come ho scritto sopra, che oggi la teoria newtoniana
sia falsificata e che andrebbe rimpiazzata dalla RG. Questo non si fa,
per molte ragioni; ma una non trascurabile e' che una grossa fetta di
coloro che sono stati educati con la meccanica newtoniana non sanno
uscire da quel paradigma.
D'altra parte non ci sono motivi impellenti per abbandonare del tutto la
m.n., visto che in moltissimi casi funziona piu' che bene; siamo quindi
in una situazione che anni fa chiamai di "coesistenza dei paradigmi" (la
stessa cosa succede ovviamente con la m.q.).
C'e' poi un problema aperto, secondo me molto serio: il paradigma della
RG e' autosufficiente? A parte la convenienza pratica e le eventuali
complicazioni, si potrebbe davvero fare a meno della m.n.?
Noto di passaggio che lo stesso preciso problema c'e' anche per la
m.q...
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Tue May 02 2000 - 00:00:00 CEST