Re: RICHIESTA DI INTERPRETAZIONE

From: Mino Saccone <mino.saccone_at_alephinfo.it>
Date: 2000/04/05

> EWA wrote:
>
> > Chi sa darmi una spegazione ad un tale risultato: dato un cicuito si
chiede
> > come problema la ricerca delle condizioni iniziali.
> > La soluzione dell' equazione differenziale, d� valore nel campo
complesso.
> > Se tale condizione iniziale � una tensione su una capacit� o una
corrente in
> > un iduttore come � da interpretarsi fisicamentetali tali valori ?
> >
> > Thank
>
> Scusa ma non ho capito quasi niente!
> Comunque, per quello che ho capito mi pare che stai chiedendo
> come si deve interpretare in elettrotecnica, con tensioni e correnti
> alternate, la presenza di tensioni complesse.
> La risposta e' semplice, la parte fisica di quelle grandezze e' quella
reale.
> Quindi devi estrarre la parte reale della tensione complessa:
> quella e' il valore fisico dellat ensione.

Vediamo se riesco a aggiungere qualcosa.

Parleremo di circuiti a frequenza fissa. In essi tutte le sorgenti di
tensione e/o corrente hanno la stessa frequenza anche se la fase puo'
differire da una all'altra.

Per questo tipo di circuiti, la trattazione per variabili complesse
sostituisce in toto la risoluzione di un sistema differenziale con la
risoluzione di un sistema algebrico in campo complesso. Sono altresi'
applicabili nella stragrande maggioranza dei casi e con notevole
semplificazione del tutto (non occorre neppure impostare il sistema di
equazioni) le regole di serie/parallelo, trasformazioni stella/triangolo
etc..

I dipoli elettrici passivi sono rappresentati dalle loro reattanze
(complesse) o, in alternativa, conduttanze (sempre complesse). In questo
caso i moduli rappresentano il rapporto tra i moduli di tensione e corrente
del dipolo (o viceversa se conduttanze), gli angoli (delle reattanze)
rappresentano gli sfasamenti tra corrente e tensione e sono quindi grandezze
reali e perfettamente misurabili.

I dipoli attivi (generatori di tensione o di corrente) sono rapprentabili
con un vettore complesso il cui modulo rappresenta la grandezza (massima o
efficace a scelta purche' si effettui la stessa scelta per tutte le
grandezze) e il cui angolo rappresenta la fase rispetto a una fase di
riferimento arbitraria che deve valere immutata per tutto il circuito.
Normalmente, per i circuiti piu' comuni che sono alimentati da una sola
sorgente di tensione, si sceglie la fase della tensione di alimentazione.
Essa e' quindi rapresentata da un reale puro, mentre tutte le altre
(tensioni e correnti) vengono calcolate in modulo assoluto e fase rispetto
alla tensione di alimentazione. Ovviamente se le alimentazioni sono piu' di
una e non in fase tra loro, si potra' sceglierne una come riferimento o
anche nessuna (tutti i generatori avranno fase non nulla).

Tutto questo discorso per dire che, mentre i valori assoluti di tensioni e
correnti sono reali e perfettamente misurabili, le fasi, anch'esse
misurabili, sono definite a meno di una costante additiva arbitraria. In
altre parole hanno significato fisico solo le differenze di fase
(sfasamenti).

Mi par di capire che la domanda ipotizzi una soluzione "a ritroso" (si
chiede p.es. con quale tensione si deve alimentare un dato circuito
affinche' in un certo suo ramo corra una corrente data),

Se questo questo e' vero, si puo' affibbiare fase 0 (di riferimento) alla
corrente data. Il modulo della tensione di alimentazione calcolata
rappresentera' il suo valore. La fase (sempre calcolata) rappresentera' lo
sfasamento tra la tensione di alimentazione e la corrente data (attenzione
ai segni).

Saluti

Mino Saccone
Received on Wed Apr 05 2000 - 00:00:00 CEST

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