Il 11/07/2010 11:37, Alessandro ha scritto:
> "Soviet_Mario"<Soviet.Mario_at_CCCP.MIR> ha scritto nel messaggio
> news:4c379953$0$31380$4fafbaef_at_reader1.news.tin.it...
>> Il 08/07/2010 18:57, Alessandro ha scritto:
CUT
(grazie delle ulteriori integrazioni)
>
>
>> Mi spiace per� una cosa : spesso si parla del nucleare come fonte a zero
>> emissioni, cos� come pure delle colture energetiche come a emissione zero
>> e cos� via.
>
> B�, le colture energetiche ed il nucleare sono due fonti energetiche dalla
> compattezza totalmente diversa, non le metterei sullo stesso piano.
attenzione per� che io non parlavo della compattezza del
sito di PRODUZIONE energetica, ma dei siti di
approvvigionamento delle fonti.
I vetegali sono dispersi su ampie superfici (ma quantomeno
sono in superficie). Il torio e uranio naturali sono pure
essi, salvo rari giacimenti concentrati (tipo sabbie di
monazite), largamente dispersi e presenti in concentrazioni
basse. E sono presenti in strati di minerali da escavare dal
sottosuolo. Io su quanta energia costi l'estrazione, la
separazione/purificazione/arricchimento dei minerali e
infine il trasporto, so poco, ma sospetto che non costino
poca CO2, e mi urta che non siano mai computati.
L'unica energia verde al 100% � la legna che taglio entro un
chilometro da casa mia e trasporto a braccia nella stufa
(che poi, a rigori manco quella, dato che la motosega va a
benzina)
In effetti un vantaggio delle micro-caldaie a biomassa
distribuite capillarmente a livello di condominio o
agglomerato di poche case, � ridurre sensibilmente la
movimentazione di legna e ramaglie dai boschi e dintorni.
> Il
> nucleare � direi pi� esattamente una fonte a zero emissioni "nette", ovvero
> se
> escludi quelle per la costruzione da zero delle infrastrutture e dei
> materiali occorrenti, che per� sono necessari per qualsiasi tipo di fonte
> energetica, anche rinnovabile,
Infatti non escludevo affatto il rinnovabile. Anzi, dicevo
che anche per le colture energetiche, per potere valutare il
loro effettivo grado di rinnovabilit�, andrebbero fatti
proprio questi conti.
Se per coltivare un ettaro che mi da 50 litri di bioetanolo,
ho usato nel complesso 40 litri di gasolio per trattori,
fertilizzare etc etc, alla fine sono in perdita netta. Io
non so come funga per le rinnovabili e non so come funga per
il nucleare.
Fin quando rimaniamo a ribruciare tutte le ton di vecchie
scorie, probably questi costi sono ridotti al minimo.
Se bisogna aprire altre miniere, mah ... non chiamiamola pi�
energia a zero emissioni
Ah, parentesi : lessi anni fa che sono in studio letti di
resine ad adsorbimento (scambio ionico) da mettere alla
fonda in sospensione nelle correnti marine per fissare
l'uranio disciolto. Ne sai qualcosa ? Quanto uranio c'�
disciolto nell'oceano ? Ci sono molti siti con correnti
naturali e ricambio di acqua adatto a cavare fuori isotopi
disciolti dall'oceano in questo modo ?
> e addirittura in quantit� molto pi� elevate
> (per es. un reattore nucleare necessita solo
> di una frazione dell' acciaio o del calcestruzzo di una pala eolica e cmq
> molto meno che una centrale termoelettrica a vapore e 10-20 mila volte meno
> del combustibile da movimentare che una equivalente
> centrale a carbone).
Avrei detto che un reattore richiedesse tanto calcestruzzo
... e tutti quei sarcofagi ? Boh, non so i metri cubi in
nessuno dei casi citati.
>
> Ho invece molte riserve sull' uso dei biocombustibili, almeno come oggi
> vengono prodotti,
Ce li ho anche io malgrado ritenga che in principio sia una
strada assai valida. Di fatto oggi il mercato � falsato in
molti sensi. Drogato sia in negativo (dagli incentivi
politici irrealistici che sostengono un mercato che non si
regge in piedi senza) sia in positivo (dal mancato computo
dei DANNI nei costi delle fonti competitive, come le
malattie da centrali termiche e l'inquinamento, che non sono
come dovrebbe essere addebitate al mittente).
E due droghe opposte non sono meglio di nessuna.
> a parte l' impatto di tipo alimentare e quindi etico, ho
> dei seri
vabb� l� c'� l'assurdo di non usare colture espressamente
energetiche (o gli scarti) ma proprio semi di mais e patate.
Quello � demenziale.
> dubbi che almeno l' etanolo da mais abbia un reale ritorno energetico (e
> quindi una reale riduzione dei gas serra)
� troppo incentivato per dirlo. D'altra parte questi
incentivi patologici vorrebbero essere, credo, un correttivo
al mancato addebito dei vari tumori alla centrale a carbone
(che come fonte costa poco).
>
>> None. C'� un problema di fondo dovuto al mancato computo di combustibili
>> per le lavorazioni meccaniche (spese di trasporto e di miniera).
>> Ora sarebbe nel 2010 bello cominciare a vedere qualche stima che metta
>> dentro tutto.
>
> Ce ne sono diverse, per es. una svedese che calcola in< 10 grammi per kWh
> le emissioni di CO2, anche nel caso di sfruttare la meno concentrata miniera
> di uranio nel mondo (quella di Rossing in Namibia a 350 ppm), o la stessa
> IPCC che la stima tra in< 40 gr/kWh,
> http://www.theoildrum.com/story/2006/8/7/195721/3132
> http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar4/wg3/ar4-wg3-chapter4.pdf
grazie, spero di avere presto tempo di darci un occhio.
Sembrano stime molto basse e confortanti
ciao
Soviet
> la cmq piccola differenza dell' intervallo praticamente � quasi totalmente
> dovuta all' elettricit� consumata nel processo di arricchimento dell' U (o
> la produzione di acqua pesante per i reattori ad uranio non arricchito) che
> in molti Paesi come sappiamo � ancora carbone (1000 MWe di nucleare
> necessitano di 150-200 mila unit� di lavoro separativo, ULS, con un ULS che
> necessita di 60 kWh nel processo di centrifugazione, oggi il pi� usato, e
> 2400 kWh in quello pi� vecchio ed inefficiente di diffusione, in via di
> superamento ma ancora molto usato in Usa e Francia)
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Received on Sun Jul 11 2010 - 14:45:54 CEST