Re: Uomo-Macchina: convivenza possibile?

From: Valter Moretti <moretti_at_science.unitn.it>
Date: 2000/03/22

Twin Sensor wrote:

> Secondo il parere di una parte dei ricercatori di
> intelligenza artificiale, i computer, entro un tempo
> relativamente breve (50 anni), potrebbere diventare
> pi� intelligenti dell'uomo ed addirittura
> autocoscienti.

Ciao, mi ricordo che nei primi anni 80, l'intelligenza
artificiale sembrava a portata di mano e la "rivoluzione"
sembrava davvero che dovesse avvenire "a giorni".
Invece quello che e' successo lo abbiamo davanti
agli occhi. La coscienza per ora e' solo una
caratteristica umana. La mia impressione e' che in
realta' noi non abbiamo affatto capito (in termini
operativi e riproducibili) cosa sia la coscienza.
Io pero' sono fiducioso...

>
> A parte le innumerevoli implicazioni etiche e
> religiose, secondo voi come reagirebbe l'uomo
> trovandosi di fronte a qualcosa da egli stesso creato
> che lo supera nella sua qualit� pi� importante,
> quell'intelligenza di cui andiamo fieri, che ci
> differenzia in modo netto dagli altri animali, grazie
> alla quale abbiamo vinto la selezione naturale e ci
> siamo autoconvinti per questo di essere l'apice della
> creazione?

A me personalmente non sembra un grosso problema,
e' chiaro che c'e' qualcuno piu' intelligente di me e
non mi sembra un grosso problema sopportare l'idea
che possa esistere qualcuno o qualcosa piu' intelligente
di ogni essere umano.
Non credo che l'uomo sia l'"apice della creazione"e penso
che sia un'ingenuita' anche pericolosa pensarlo.
Dire che abbiamo vinto la selezione naturale mi sembra
un po' troppo, per come evolve il mondo che ci siamo
creati da soli, al momento e' piu' probabile l'estinzione
(magari in tempi lunghi) che altro.
In "media" l'uomo mi pare abbastanza stupido e prende
con estrema stupidita' decisioni fondamentali sul proprio
avvenire (intendo dire che nella nostra societa'
le ragioni "politiche" sono piu' forti di tutte le altre).
Non che io abbia le soluzioni, ma e' ovvio che i metodi
decisionali sono decisamente irresponsabili.
Forse anche perche' le decisioni le devono prendere
esseri umani che hanno delle ragioni personali nel
prenderle (in particolare la loro vita e' finita e cio'
provoca una deresponsabilizzazione naturale).
Da questo punto di vista se riuscissimo a costruire
una "macchina pensante" piu' intelligente di noi
forse sarebbe un bene fare prendere a lei
le nostre decisioni...


>
> Sfruttando la collaborazione di tali macchine si
> potrebbero risolvere molti problemi reali e fare nuove
> scoperte (per esempio in campo medico) cos� da
> alleviare la sofferenza dell'uomo stesso,

Mi pare allora che c'e' un certo accordo tra di noi.


> per� io
> personalmente mi sento frustrato pensando che un
> giorno potrei trovarmi di fronte a un computer a
> discutere di filosofia o di qualsiasi altra cosa e
> avesse sempre ragione lui, e per quanti sforzi io
> faccia non potrei mai eguagliarlo, n� io n� nessun
> altro essere umano; poteri accettare ci� se l'altro
> fosse ad esempio un alieno, ma un computer no (�
> qualcosa di molto irrazionale, me ne rendo conto).

Certo sarebbe un po' un problema, ma io penso che
non sarebbe un grosso problema. Lo spirito
di umilta' e' una delle prime cose che si impara
occupandosi di scienza e se il fine e' capire, non
vincere, non ci dovrebbero essere problemi.
Non credo poi che se ne accorgerebbe nessuno.
Il modo e' diviso essenzialmente in due parti: una
molto grande in cui gli esseri umani hanno come
attivita' fondamentale il trovare da mangiare giorno
per giorno e non possono permettersi il lusso di
pensare. L'altra parte e' fatta per lo piu'
da "bambinoni" che *preferiscono* non pensare
affatto. Nell'Amleto si parla dell'uomo dicendo che
e' "Cosi' simile agli angeli nel movimento e cosi'
simile a Dio nell'intelletto".
Mi pare che una metafora che rende piu' conto
della situazione *media* dell'umanita' dei paesi
"sviluppati"dovrebbe essere
"Cosi' simile ad un culturista nel movimento
e cosi' simile ad una gallina nell'intelletto"




>
> Probabilmente andrei in depressione pensando di non
> essere pi� di nessuno scopo.

Io no, sarei ben contento di imparare da qualcuno che
capisce piu' di me. (Hai letto il bel romanzo
di fantascienza "la Nuvola nera" dell'astrofisico
Hoyle? Te lo consiglio...)


Ciao, Valter Moretti
Received on Wed Mar 22 2000 - 00:00:00 CET

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