Salve a tutti. E' da un po' di tempo che mi pervade un pensiero che voglio
esporre di seguito e sul quale vi chiedo un commento o una osservazione che
mi permetta di capire se e' sbagliato o se invece e' un ragionamento
corretto.
La Teoria della Relativita' si basa sul presupposto che il tempo misurato da
un osservatore dipende dal suo stato di moto. Mi chiedo : perche' bisogna
per forza costruire una teoria che si basa su asserzioni non riscontrabili
nella realta' soltanto per produrre alcune equazioni che permettono di
spiegare il risultato negativo di un esperimento (vedi Michelson) ?
D'altra parte nessuno mai e' riuscito a dimostrare che in un sistema in
moto, il tempo reale scorre piu' lentamente che in uno fisso. Nessuno mai ha
potuto verificare che un suo amico allontanatosi dalla terra alla velocita'
prossima a c, e poi tornato indietro, e' rimasto piu' giovane di lui.
Mentre invece nessuno toglie la possibilita' di spiegare matematicamente in
modo diverso il risultato di un esperimento. Basta pensare all'esperimento
che Ives e Stellwell compirono sull' effetto doppler della luce che pur
essendo spiegabile da una formula ricavabile dalla relativita', puo'
benissimo essere interpretato in manira alternativa.
Allora io mi chiedo. Non e' possibile raggruppare i risultati degli
esperimenti interpretati secondo la teoria della Reletivita' e descriverli
coerentemente con una teoria che non sia costretta a presupporre fenomeni
del tutto inverificabili realmente ?
Per ovviare alla perdita di riscontro nella realta' si potrebbe pensare che
poiche' le misurazioni dell'uomo sono limitate dalla velocita' con cui si
trasmette l'informazione, allora bisogna dividere ogni grandezza fisicha in
due entita' : -la grandezza reale, e -la grandezza misurata. Si potrebbe
pensare che la grandezza reale soddisfi le leggi dettate dalla logica
matematica e riscontrabili sperimentalmente quando le velocita' in gioco non
sono confrontabili con quella di trasferimento dell'informazione (leggi
della meccanica classica),
mentre invece essendo le grandezze misurate strettamente dipendenti dalla
natura dell'esperimento esse non sono costrette a soddisfare le leggi
classiche, ma introducono inevitabilmente limitazioni sulla visione umana
della realta'. Cosi' ad esempio si potrebbe affermare che la velocita' di un
corpo puo' tranquillamente essere superiore a quella della luce (perche'
pensare il contrario?); cio' che non puo' superare tale limite e' la
velocita' misurata del corpo, in quanto usando come strumento di
trasmissione dell'informazione, la luce, non e' possibile misurare una
velocita' superiore a c essendo c costante in tutti i sistemi di
riferimento.
Sulla base di un tale presupposto non sarebbe possibile sviluppare una
teoria che fornisca descrizioni simili alla Relativita' per le grandezze
misurate ma sia coerente con la realta' per le grandezze reali?
Vi prego gentilmente di rispondermi.
Depsi
Received on Sun Mar 12 2000 - 00:00:00 CET
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