Mauro D'Uffizi wrote:
> I miei dubbi sorgono proprio per questa soluzione del problema.
> Cio�, non sarebbe equivalente a richiudere il circuito con un secondo filo?
> In questo caso � ovvio che entrambi i fili avrebbero lo stesso potenziale
> alle estremit� corrispondenti e pertanto la corrente non potrebbe circolare.
> Cio� che differenza c'�, ai sensi della forza di Lorentz tra gli elettroni
> che percorrono un filo conduttore e quelli che viaggiano liberamente nel
> vuoto?
La differenza e' che i primi si muovono rispetto al campo magnetico, i
secondi no.
> Cercher� di spiegarmi. Noi sappiamo che in una spira che si sposti tagliando
> le linee di forza di un campo magnetico uniforme non si genera corrente,
> quindi sicuramente non � agevole, finch� siamo immersi totalmente in questo
> campo magnetico accorgerci che stiamo tagliando le linee di forza.
Infatti. Puoi vederlo in tre modi equivalenti.
1) Il campo magnetico genera una forza di Lorentz sulle cariche del
filo.
Se il campo e' costante, e la velocita' pure (spira rigida), il campo
generato e' conservativo, quindi la DDP su una spira chiusa e' zero.
Ma se una parte del filo si mouve e l'altra no, hai una forza netta.
Un esempio classico e' quello di una spira formata da due rotaie, un
carrello conduttrice, e un filo fermo che collega le due rotaie.
Se il carrello e' in moto, e la spira e' attraversata da un campo
costante, si genera corrente.
2) Passando da un sistema di riferimento ad un altro, un campo
magnetico si trasforma in un altro campo magnetico piu' un campo
elettrico. Questo non e' che una delle conseguenze del fatto che
campo elettrico e magnetico sono due componenti del campo
elettromagnetico, che per trasformazioni di Lorentz (cambio di
velocita') si trasforma nel suo insieme. Tutto il resto del
discorso e' uguale
3) Se consideri la spira composta dalle correnti nel filo e nel plasma
(a velocita' diversa dallo Shuttle), puoi vedere che la spira (che e'
diversa istante per istante) non ha area fissa. Il flusso concatenato
quindi non e' costante, e la circuitazione e' diversa da zero.
> Pertanto non mi spiego come possa funzionare, ma visto che funziona, lo
> stesso effetto si dovrebbe poter ottenere a Terra, nel caso le linee di
> forza del campo scorressero.
Non ha molto senso parlare di "linee di forza che scorrono". Le linee di
forza non sono dei fili invisibili con una loro individualita'.
> Vedi io pensavo che necessariamente ci dovesse essere una certa solidariet�
> tra la rotazione terrestre ed il suo campo magnetico.
Infatti. Pero' stiamo attenti a non cascare nell'equivoco appena detto.
Tieni presente che le linee di forza in un sistema di riferimento
possono
essere molto diverse da quelle in un sistema differente.
Non e' possibile in generale stabilire la "velocita' di un campo
magnetico". Esistono criteri diversi, che danno risultati diversi.
Ad es. puoi dire di essere fermo rispetto a un campo magnetico se:
- il campo e' costante nel tempo (almeno su periodi brevi)
oppure
- non c'e' una componente elettrica del campo EM
Il campo magnetico terrestre e' solidale alla Terra secondo la
prima definizione. A livello dello Shuttle, la velocita' del campo
secondo questa definizione e' bassa, ma entra la seconda. E quel
che conta non e' la differenza tra la velocita' dello Shuttle e
del campo, ma tra veloicita' dello Shuttle e quella della ionosfera.
In altre parole, lo Shuttle rallenta e la ionosfera accelera.
--
Gianni Comoretto Osservatorio Astrofisico di Arcetri
gcomoretto_at_arcetri.astro.it Largo E. Fermi 5
http://www.arcetri.astro.it/~comore 50125 Firenze - ITALY
Received on Mon Feb 07 2000 - 00:00:00 CET