Dario Sorrentino ha scritto:
> Ho letto i giudizi non entusiasti di Pastore e Fabri,
Per quanto mi riguarda, questo è ciò che si chiama un "eufemismo".
> Subito dopo la parte che ha trascritto af44, il testo continua in
> questo modo:
> "Ma innanzitutto: in che cosa consiste la differenza tra equazioni
> differenziali totali e equazioni alle derivate parziali? Questo
> interrogativo ci porterà per un poco sul versante della tecnica; ma
> il lettore si rassicuri, non durerà; in ogni modo, non si tratta di
> usare concetti matematici, ma semplicemente di comprendere l'idea
> sulla quale si basano.
Questa frase è tutto un programma.
Accingendomi a commentare questo brano, mi sono proposto due domande
(retoriche):
1) Riesce a proporre un'accettabile spiegazione del problema cui
rispondono le eq. diff.?
2) Il risultato è comprensibile per il lettore cui presumibilmente si
rivolge?
La mia risposta è un deciso *no*, a entrambe le domande.
Alberto Rasà ha scritto:
> Io capisco il desiderio di voler esprimere dei concetti complessi in
> modo semplice, ma più semplice di un certo minimo, is /mission
> impossible/.
> Ma fa tanto più fatica imparare il concetto di derivata? Penso proprio
> di no...
Il problema non è derivata. Un'eq. diff. è qualcosa di più profondo.
E per poterlo spiegare bisogna prima averlo capito...
Mentre pensavo a come rispondere ai vostri post, mi è tornato in mente
che in una qualche epoca passata dovevo aver scritto una spiegazione
di che cos'è un'eq.diff. Poi il ricordo si è precisato, e ho ritrovato
lo scritto:
http://www.sagredo.eu/candela/candel27.pdf
Chiarisco, per chi non lo sapese, che "La candeka" era una rubrica
fissa che tenevo su una rivista i cui lettori erano prevalentemente
insegnanti di scienze nella s.s.s., quindi laureati in biologia o
chimica.
A posteriori, dopo alcune esperienze fatte, non credo che quella
puntata (gennaio 2000) fosse alla portata dei miei lettori, anche se
in teoria titolati di una laurea nel cui curriculum c'erano corsi di
calcolo differenziale e integrale.
Ma se la leggete potete almeno vedere come affrontavo il problema: il
"circolo vizioso" posto da problemi come la seconda legge della
dinamica e molti altri (ci sono diversi esempi).
Preciso anche che il vero tema di quella puntata era discutere il
significato di "sistema retto da leggi lineari".
Mi premeva mostrare che leggi lineari non implica andamento lineare
nel tempo; anche per sottolineare quanto sia diffusa - nelle persone
cosiddette "colte" che sproloquiano di scienza - la confusione tra le
due cose.
--
Elio Fabri
Received on Wed Feb 08 2023 - 15:37:25 CET