On 25 Nov 1999 12:28:04 +0100, nospam_at_nospam.org <nospam_at_nospam.org> wrote:
>
>On 22 Nov 1999 12:31:34 +0100, "gabriele" <uirosnospam_at_tin.it> wrote:
>>Rilancio il discorso con questa domanda:
>>e' possibile preventivare che la "matematica del futuro" riesca a risolvere
>>in forma chiusa problemi
>>modellizati oggi con equazioni alle derivate parziali(di cui non si conosce
>>la soluzione in forma chiusa)?
>
>Non e' possibile, perlomeno non in forma analitica.
>
Beh essere assolutamente sicuri che la matematica del FUTURO non possa fare
qualcosa e' un po' azzardato, visto che molte teorie, finche' non sono state
formulate correttamente sembravano avere vita breve.
>Per la maggioranza dei problemi reali non basterebbero tutte le
>risorse di calcolo dell'universo per ottenere una soluzione perfetta.
A parte le risorse di calcolo, ci sono teorie (tipo modello standard) che
sono perturbative e quindi richiedono intrinsecamente infinite iterazioni,
percio' anche se esistesse una soluzione esatta, ci si potrebbe arrivare
solo dopo aver fatto infinite correzioni perturbative.
In realta' volendo citare Hofstader e altri, se si riesce a diminuire il
tempo di calcolo che intercorre tra 2 correzioni in ragione minore di 1/n
allora la serie e' convergente e quindi e' possibile fare infinite iterazioni
in untempo finito (questa e' speculazione accademica allo stato brado...)
C'e' un filosofo che sostiene che, ammesso che il linguaggio intrinseco
della natura sia il calcolo differenziale, l'unico 'computer' sufficientemente
complesso da poterne simulare la soluzione e' l'Universo stesso (forse non
e' molto attinente ma trovo la cosa in qualche modo maledettamente
affascinante): come dire che per simulare l'universo si ha bisogno dello
universo.
Vabbeh, sto delirando, vado a dormire che e' meglio.
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Alessandro ORLANDI
e-mail : a.orlandi_at_iol.it
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Received on Mon Nov 29 1999 - 00:00:00 CET