richi Hellas1903 ha scritto:
> Pongo il semplice caso di una stella delle dimensioni del nostro sole
> posizionata a una distanza di 3 anni luce da un osservatore.
> La stella manda (emette) in un determinato momento tot luce verso
> l'osservatore.
Comincerei col precisare quanto scrivi.
Visto che piu' avanti parli di fotoni, ragioniamo pure su questo
modello "corpuscolare" della luce.
La stella emette nell'unita' di tempo un certo numero di fotoni, che
si distribuiscono in tutto lo spazio circostante viaggiando alla
velocita' della luce.
> A distanza di tre anni, l'osservatore vedr� la luce emanata dalla
> stella. Mi chiedo: se dovesse vedere in toto la luce diretta verso di
> lui io penso rimarrebbe abbagliato. Invece per lui la luce ricevuta
> non � altro che un piccolo puntino in un vasto panorama stellato.
Che vuol dire "vedere in toto"?
Quando i fotoni sono arrivati a tre anni luce dalla stella, si sono
distribuiti su una superficie sferica che un raggio di tre anni luce:
riesci a immaginare quanto e' grande, misurata in metri quadri, questa
superficie?
Invece il nostro occhio puo' vedere solo, di tutti questi fotoni,
quelli che entrano nella pupilla, che e' estremamente piccola
rispetto alla sfera di cui sopra.
> Ora qui vado in panico perch� non capisco una cosa:
> se l'osservatore vede tutta la luce emessa, perch� rimane accecato o
> peggio?
Credo di aver gia' risposto.
In effetti se il sole stesse a tre anni luce da noi, ci apparirebbe
piu' meno luminoso come Sirio.
> Vi chiedo che fine fanno i fotoni che noi non vediamo?
Continuano la loro strada; alcuni entrano nell'occhio di un'altra
persona, altri per es. arrivano sulla Luna, altri ancora (la maggior
parte) proseguono il loro viaggio per miliardi di anni...
Non so se mi sono spiegato abbastanza bene. Certo una figura sarebbe
stata utile...
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Elio Fabri
Received on Sat Jun 19 2010 - 20:39:14 CEST